Washington e Mosca tornano a parlarsi, per cercare di trovare un accordo che metta fine alla guerra a Kiev. Cosa si sono detti le delegazioni americane e russe e perché Zelensky e l’Ue sono critici
Il primo passo in avanti, tangibile, è il ritorno del personale nelle rispettive ambasciate a Mosca e a Washington. Le buone intenzioni sembrano esserci tutte nella ripresa del dialogo tra Usa e Russia, all’ombra di Riad e sullo sfondo di Kiev. Nella capitale dell’Arabia Saudita si è svolto il tanto atteso incontro tra la delegazione americana guidata dal segretario di Stato, Marco Rubio, e quella russa capeggiata dal ministro degli Esteri, Sergej Lavrov.
USA E RUSSIA NOMINERANNO SQUADRE NEGOZIALI
Stati Uniti e Russia nomineranno squadre negoziali per raggiungere un accordo che ponga fine al conflitto in Ucraina in modo “giusto, sostenibile e duraturo”, con una soluzione che dovrà essere accettata da tutte le parti coinvolte, inclusa l’Unione europea.
“Sono tre e mezzo che non ci sono contatti regolari tra Stati Uniti e Russia e, in alcuni casi, tra alcuno dei partecipanti a questo conflitto e la Russia. L’obiettivo di questo incontro è stato quello di dare seguito al colloquio telefonico tra i presidenti Trump e Putin per iniziare a stabilire quelle linee di comunicazione. C’è ancora tanto lavoro da fare, oggi è stato il primo passo di un lungo e difficile viaggio, ma è stato importante”, ha detto Rubio.
Il capo della diplomazia di Washington – fa sapere l’agenzia di stampa Nova – si è detto convinto che la Russia voglia impegnarsi “in un processo serio” per mettere fine alla guerra. “Serve uno sforzo diplomatico difficile, nel lungo periodo. L’unico leader al mondo che può rendere questo possibile, che può fare in modo che se ne parli in maniera seria è’ il presidente Donald Trump”, ha spiegato Rubio, sottolineando che la soluzione deve essere “accettabile per tutti” gli attori coinvolti.
TRUMP, “L’UNICO CHE PUO’ CONVINCERE RUSSIA E UCRAINA ALLA PACE”
Trump, ha detto ancora il segretario di Stato, vuole porre fine alla guerra in Ucraina “in un modo che sia giusto, sostenibile e duraturo, che non porti a un altro conflitto in due o tre anni. Non sarà facile, ma lui è l’unico al mondo a poter iniziare questo processo”.
Dello stesso tenore la nota diffusa dal portavoce del dipartimento di Stato, Tammy Bruce, secondo cui “gli Stati Uniti vogliono la pace e stanno usando la loro forza nel mondo per unire i paesi. Il presidente Usa è l’unico leader al mondo che può convincere Ucraina e Russia ad accettare questo accordo.
QUALI SONO LE “QUESTIONI GEOPOLITICHE DI INTERESSE COMUNE” TRA USA E RUSSIA?
Le parti, informa il documento, hanno concordato “l’istituzione di un meccanismo di consultazione per affrontare le problematiche nelle relazioni bilaterali, con l’obiettivo di normalizzare il funzionamento delle rispettive missioni diplomatiche; la nomina di squadre di alto livello per definire un percorso verso la fine del conflitto in Ucraina in modo duraturo, sostenibile e accettabile per tutte le parti; la creazione delle basi per una futura cooperazione su questioni geopolitiche di interesse comune e sulle opportunità economiche e di investimento che potrebbero emergere dalla risoluzione del conflitto; l’impegno a mantenere un dialogo costante per garantire progressi concreti nel processo”.
Sui social diversi esponenti americani già iniziano a interrogarsi sul significato dell’espressione: “creazione delle basi per una futura cooperazione su questioni geopolitiche di interesse comune”. E quali sarebbero queste “questioni geopolitiche” sulle quali Washington e Mosca possono rivendicare “interessi comuni” tali da giustificare una “futura cooperazione”?
PIANO USA IN TRE FASI? “FALSO”
Nel frattempo l’emittente televisiva statunitense Fox News, vicina a Donald Trump, ha fatto trapelare che Russia e Stati Uniti intenderebbero avanzare una proposta di piano di pace per l’Ucraina, articolato in tre fasi e che passerebbe anche da elezioni in Ucraina come elemento chiave del processo. Scenari smentiti, come riferito dalla Tass, dal ministro degli Esteri russo, il quale ha detto di non avere informazioni su un presunto piano in tre fasi per cercare di mettere fine al conflitto in Ucraina, puntualizzando che secondo i rappresentanti degli Usa sarebbe “falso”.
CHI C’ERA ALL’INCONTRO DI RIAD…
Il segretario di Stato Usa nell’incontro a Riad era affiancato dal consigliere per la Sicurezza nazionale, Mike Waltz, e dall’inviato speciale per il Medio Oriente, ambasciatore Steve Witkoff.
Il capo della diplomazia di Mosca era invece accompagnato dal consigliere presidenziale russo, Juri Ushakov. L’incontro a Riad, mediato dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman al Saud, fa seguito a una telefonata intercorsa la scorsa settimana tra i presidenti Donald Trump e Vladimir Putin.
… E CHI NON C’ERA (L’UCRAINA E L’UE).. E CHI VORREBBE ESSERCI (LA TURCHIA)
Altrettanto rumore fanno gli assenti al summit. Non c’era nessuno dell’Unione europea. L’unico riferimento al momento all’Ue, che sembra più una ‘gentile concessione’ che un riconoscimento vero e proprio del ruolo avuto e che ha tuttora nel sostegno alle ragioni di Kiev, è quanto detto da Rubio, secondo cui “a un certo punto dovrà sedersi al tavolo negoziale dal momento che ha imposto sanzioni contro la Russia”.
Ciò che colpisce di più è che al tavolo non c’era nessuno della delegazione ucraina. Una decisione fortemente criticata dal presidente Zelensky. Si stanno svolgendo colloqui “tra i rappresentanti della Russia e i rappresentanti degli Stati Uniti d’America. Sull’Ucraina, ancora sull’Ucraina, e senza l’Ucraina” ha detto, annunciando poi di aver rinviato il viaggio in Arabia Saudita, che era previsto mercoledì.
E c’è chi prova a candidarsi, come la Turchia che sarebbe “l’ospite ideale” per accogliere i “probabili colloqui tra la Russia, l’Ucraina e gli Stati Uniti nel prossimo futuro”. ha detto il presidente Recep Tayyip Erdogan che oggi ha ricevuto il leader ucraino Volodymyr Zelensky, nel giorno dell’incontro a Riad tra Stati Uniti e Russia.