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Ucraina: cos’è la ‘Coalizione di volenterosi’

Starmer e Macron hanno lanciato l’idea di una ‘Coalizione di volenterosi’ a guida anglo-francese

Tra auspici e buone intenzioni, tra scontri e diplomazia, l’Europa si prepara a giocare un ruolo più incisivo nel conflitto ucraino, ma senza voltare le spalle a Washington. È questa la linea emersa dal vertice di Londra, dove 18 leader si sono riuniti per discutere il futuro del sostegno a Kiev e la necessità di un maggiore impegno militare ed economico da parte del Vecchio Continente.

Il premier britannico Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron hanno lanciato l’idea di una “coalizione di volenterosi”, un gruppo ristretto di Paesi pronti ad assumersi “il grosso del peso” per garantire la sicurezza ucraina. Un’iniziativa che punta a rafforzare la difesa di Kiev, ma che ha bisogno del sostegno americano per non rimanere solo una dichiarazione di intenti.

IL VERTICE DI LONDRA E L’INIZIATIVA ANGLO-FRANCESE

Starmer ha definito il summit “un bivio nella storia”, sottolineando l’importanza di aumentare la sicurezza europea e mantenere alta la pressione sulla Russia. Il vertice ha prodotto un piano anglo-francese che prevede un sostegno rafforzato all’Ucraina e, appunto, la creazione di questa “coalizione di volenterosi”. L’obiettivo è chiaro: garantire la sovranità di Kiev, mantenere il flusso di aiuti militari e imporre ulteriori misure economiche contro Mosca.

COS’E’ LA COALIZIONE DI VOLENTEROSI’

L’espressione (in inglese ‘coalition of the willing’) fu usata per la prima volta nel 2003 dal presidente Usa George W. Bush per definire l’alleanza costruita per abbattere il regime di Saddam Hussein in Iraq e poi stabilizzare il Paese: ne fece parte anche l’Italia. Adesso, tra le opzioni in campo, c’è un remake di quanto già avvenuto oltre vent’anni fa. Questa volta a traino di inglesi e francesi.

IL SOSTEGNO MILITARE E IL COINVOLGIMENTO DEGLI USA

Nel frattempo, il Regno Unito ha annunciato un nuovo finanziamento da 1,6 miliardi di sterline per l’acquisto di armamenti destinati all’Ucraina, tra cui oltre 5.000 missili di difesa aerea. La Nato ha confermato che diversi Paesi intendono aumentare la spesa per la difesa, mentre la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato della necessità di trasformare l’Ucraina in un “porcospino d’acciaio” per dissuadere eventuali aggressioni russe.

Nonostante l’iniziativa europea, il supporto americano resta un elemento cruciale. Starmer ha ribadito che gli Stati Uniti, anche sotto la guida di Donald Trump, rimangono un “alleato affidabile”, ma l’atteggiamento della nuova amministrazione Usa continua a generare un clima di incertezza avvolto da dubbi e perplessità. Del resto, gli strascichi del duro scontro e delle tensioni con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sono ancora molti forti.

L’INVIO DELLE TRUPPE SI’ O NO? LE POSIZIONI DEI LEADER EUROPEI

Uno dei punti più controversi rimane senza dubbio la possibilità di inviare truppe europee in Ucraina. Macron ha chiarito che qualsiasi dispiegamento di forze avverrà solo dopo la firma di un accordo di pace. Il piano anglo-francese prevede, in una seconda fase, la presenza di forze di mantenimento della pace, ma solo in seguito a un cessate il fuoco.

Le opinioni restano comunque divergenti, non solo nella forma ma anche nella sostanza. Berlino ha confermato il suo sostegno a Kiev, mentre Varsavia ha sottolineato le difficoltà nel sequestrare beni russi senza ripercussioni economiche. Nel frattempo, il Canada ha ribadito la propria posizione a favore dell’Ucraina, con il primo ministro Justin Trudeau che ha definito Vladimir Putin “un bugiardo e un criminale” di cui non ci si può fidare.

L’APPELLO DI MACRON ALL’ITALIA

E dalla Francia Emmanuel Macron ha esortato l’Italia a unirsi alla coalizione. “Se vogliamo essere credibili come europei nel nostro sostegno a lungo termine all’Ucraina – ha detto in un’intervista al Foglio – dobbiamo essere in grado di fornire delle garanzie di sicurezza solide. Stiamo cercando di muovere le cose. E abbiamo bisogno dell’Italia, di un’Italia forte che agisca a fianco della Francia, della Germania, nel concerto delle grandi nazioni. Per  questo ho invitato il primo ministro italiano, Giorgia Meloni, lo scorso 17 febbraio. E’ necessario che l’Italia sia al nostro fianco, che si impegni in questo percorso, e che lo faccia da grande paese europeo, sulla scia di quanto ha fatto Mario Draghi. In questo momento dobbiamo restare uniti”.

Da Giorgia Meloni arrivano però alcune riserve, come emerge anche dai retroscena odierni, preferendo concentrarsi sulla necessità di mantenere saldo il legame con gli Stati Uniti e proponendo un vertice d’emergenza Usa-Ue per coordinare le prossime mosse.

La “coalizione dei volenterosi” rappresenta dunaue un passo in avanti, ma rimane da vedere se gli Stati Uniti sosterranno pienamente l’iniziativa e come si evolveranno le posizioni dei vari Paesi europei nelle prossime settimane.

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