Dopo il successo alle elezioni amministrative, il Pp e Vox puntano al governo nazionale in Spagna. Le preoccupazioni del Psoe e del Movimento Sumar
“Es el momento”. È il momento. Questo è lo slogan del Partido popular che si appresta a misurare la sua forza alle urne. Se sarà questo il momento per un governo conservatore lo decideranno gli spagnoli domenica 23 luglio, quando saranno chiamati a votare per eleggere il parlamento.
LA SCELTA DI ELEZIONI ANTICIPATE IN SPAGNA
Le elezioni di domenica prossima saranno elezioni anticipate, convocate dal presidente socialista Pedro Sanchez (PSOE), dopo la netta sconfitta del suo partito alle elezioni del 28 maggio. A imporsi, in quell’occasione, è stato il Partito Popolare, una forza conservatrice e centrista.
Ma non solo perché le amministrative hanno rappresentato un punto di svolta anche per Vox, il partito di destra che, grazie al consenso elettorale ottenuto, è riuscito a entrare in numerosi governi regionali e comunali insieme al PP.
LE ULTIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE
La Spagna torna al voto, quindi, per decisione di Pedro Sánchez, il presidente del governo di coalizione formato dai socialisti e dalla sinistra di Unidas Podemos, che accettato il responso politico del voto amministrativo.
Del resto, i risultati delle amministrative hanno parlato chiaro. I popolari non solo hanno mantenuto i territori in cui governavano ma hanno conquistato la maggior parte delle regioni e delle grandi città del paese iberico. La sinistra ha perso i governi dell’Aragona, di Valencia, delle Baleari, delle Canarie, della Cantabria e dell’Estremadura, mentre ha mantenuto soltanto tre regioni: le Asturie, la Castiglia La Mancia e la Navarra.
Il Presidente Sanchéz, convocando nuove elezioni, da un lato ha evitato una sfibrante agonia al suo governo e dall’altro prova a mobilitare l’elettorato progressista.
ELEZIONI SPAGNA: I CANDIDATI IN CAMPO
Gli spagnoli hanno, di fatto, due alternative tra le quali scegliere. Da un lato c’è il PP di Alberto Núñez Feijóo, storico avversario in Spagna del PSOE, che punta ad essere il primo partito e ritornare al Governo del paese.
Accanto a lui il partito di destra, Vox, il partito di Santiago Abascal che deve la sua crescita a diversi fattori: dalla crisi del Partito Popolare per gli scandali di corruzione alla spinta per l’indipendenza catalana del 2017.
Dall’altro lato ci sono i socialisti del Psoe, al governo dal 2018, e dal 2020 in collaborazione con una maggioranza di centro-sinistra formata da Podemos, IU-PCE, con l’appoggio esterno di alcuni partiti autonomisti. Al lato del Psoe la ministra del lavoro uscente, Yolanda Diaz, è riuscita a creare il Movimento Sumar, un’alleanza tra tutti i partiti più piccoli della sinistra che conta ben 20 sigle.
LA POLARIZZAZIONE DEL DIBATTITO
Gli osservatori hanno assistito alla polarizzazione della campagna elettorale in Spagna. Il Partito popolare sta cercando di non perdere la tenuta su alcuni temi forti dei conservatori, come l’unità nazionale, a vantaggio della destra di Vox. Quest’ultimo è tornato ad agitare lo spettro del nazionalismo catalano.
Altri temi forti di Vox sono contenuti nel suo programma nel quale si sostiene non solo l’abrogazione di diverse leggi dell’ultimo governo di Sanchéz ma anche della legge contro la violenza di genere, l’adesione all’accordo di Parigi per combattere il cambiamento climatico, la proposta di “limitare il più possibile la capacità legislativa delle comunità autonome” e di sopprimere le polizie regionali.
Dall’altro lato il Psoe e il Movimento Sumar stanno giocando la carta dell’anti-franchismo: Vox viene raccontato come un partito post-franchista che andrebbe per la prima volta al governo.
COME FUNZIONA LA LEGGE ELETTORALE
La legge elettorale spagnola assegna i seggi alla Camera e al Senato in maniera diversa. I 350 seggi di cui si compone la Camera sono assegnati con un sistema proporzionale senza premi di maggioranza: i deputati saranno eletti proporzionalmente ai voti presi in ciascuna circoscrizione.
I 208 seggi del Senato saranno, invece, assegnati secondo un sistema maggioritario plurinominale: ogni provincia eleggerà quattro senatori, per un totale di 188, mentre i restanti 20 seggi saranno determinati dai collegi speciali per le isole e le città autonome.
SONDAGGI: AVANTI PP E VOX MA…
Gli ultimi sondaggi pre-elettorali confermano i timori per i socialisti. L’ultima rilevazione è stata realizzata dall’istituto 40dB e pubblicata da El Paìs. I Popolari di Alberto Núñez Feijóo hanno raccolto il 32,9% delle preferenze degli intervistati. Se dovessero confermare tale percentuale anche alle urne significherebbe avere 135 seggi in Parlamento. A seguire c’è il Psoe di Sanchéz che si attesta al 28,7% delle preferenze. Tradotto in seggi equivale a 110 parlamentari.
La maggioranza assoluta. in Parlamento si ottiene con 176 deputati. Quindi, se queste cifre dovessero essere confermate, apparirebbe una scelta obbligata quella di un governo aperto alla destra di Vox. Nel sondaggio il partito di Abiscal ha raccolto il 13,5% delle preferenze, nelle urne quel dato vale 38 parlamentari. E comunque non basterebbe a raggiungere quota 176, Feijóo dovrebbe andare a cercare i parlamentari mancanti tra le forzxe minori. I sondaggi danno il Movimento Suma al 13,7%, che significa un corrispettivo di 35-37 parlamentari.
SPAGNA: COSI’ IL VOTO IMPATTA SU UE E ITALIA
La Spagna ha appena preso le redini del Consiglio dell’Unione europea. “Da una parte ci sono le politiche progressiste, dall’altra c’è la minaccia reale rappresentata da un governo di coalizione tra il Partito popolare e Vox – ha detto il premier Sanchéz all’UE -, che segnerebbe un passo indietro per la Spagna e una seria battuta d’arresto per il progetto europeo”. Ripercussioni sulla politica europea potrebbero arrivare anche in vista delle elezioni del parlamento europeo del prossimo 2024. Un’affermazione delle forze conservatrici potrebbe dare forza al progetto europeo di centrodestra europeo a cui sta lavorando la premier italiana Giorgia Meloni.
Allo stesso tempo un buon risultato di Vox potrebbe spostare l’asse dell’aggregazione conservatrice verso posizioni più radicali. “Sarebbe molto positivo se in Spagna si arrivasse a un accordo tra Vox e il Partito popolare, perché credo che sia un po’ quello che poi è avvenuto in altri paesi, con in Italia, Fratelli d’Italia è alleato di Vox nel gruppo di ECR – ci ha detto Marco Campomenosi, capodelegazione per la Lega all’interno di Identità e Democrazia (ID)-. Un eventuale governo di centrodestra in Spagna credo possa collaborare con l’Italia in Consiglio per influenzare il lavoro della Commissione europea ancora prima delle elezioni del giugno prossimo”.
– Leggi anche: Quanto contano le elezioni in Spagna (anche per l’Ue e l’Italia)
5 DOMANDE AL PROF P.M. LOVELESS (UNI BOLOGNA)
Dopo le ultime elezioni amministrative, il Presidente Sánchez ha deciso di indire nuove elezioni. Secondo lei, quali sono i fattori che hanno portato il PSOE a ottenere un risultato così insoddisfacente alle ultime elezioni amministrative?
La sinistra – con la L maiuscola – nel mondo occidentale ha faticato a rispondere alle crescenti crisi del costo della vita, della disuguaglianza in costante aumento e del welfare sociale. Ciò non è dovuto alla mancanza di trazione, ma piuttosto ai cicli economici di boom e bust che hanno tenuto la sinistra in ginocchio consentendo un maggiore successo della destra per arricchire i già ricchi e destabilizzare e creare maggiore precarietà nel lavoro e nella sicurezza sociale.
In parte ciò è dovuto alla capitolazione di Clinton/Blair nei confronti del “mercato” come mezzo migliore per affrontare i problemi collettivi. Ma di recente, la sinistra ha perso la capacità di mantenere la solidarietà di fronte all’attesa conseguenza dei disordini economici, sociali e politici che riempiono le liste elettorali della destra e dei partiti estremi con i disaffezionati e gli scontenti. La sinistra sta combattendo nuovamente le battaglie vinte dopo il consenso democratico del dopoguerra.
Tuttavia, per quanto riguarda specificamente la Spagna, gli effetti del cambiamento climatico, la crescita economica lenta (o quantomeno ineguale) e l’adesione normativa ai diritti delle minoranze, comprese quelle di vario orientamento e provenienza, sono di per sé profondi problemi. Si tratta di battaglie profonde e difficili. Insieme, stanno creando un campo di battaglia vantaggioso per la destra.
Avendo scritto sia della precarietà delle elezioni anticipate (Morgan-Jones 2021) sia del mainstreaming dei partiti di estrema destra (Downes et al 2021), entrambe le questioni offrono più tensione che risoluzione. Sappiamo che quando le elezioni anticipate sono indette dai primi ministri, la soddisfazione democratica dei cittadini diminuisce in modo significativo, un effetto tanto più pronunciato quanto più tardi nel tempo vengono indette le elezioni anticipate. Secondo questa ricerca, 6 mesi prima di un’elezione programmata sono “tardi nel ciclo elettorale”, sì. Allo stesso tempo, sono la proliferazione e i recenti successi dei partiti di estrema destra nell’entrare in coalizioni di governo a rendere mainstream le loro idee. Non che diventino più accettabili, ma che entrino a far parte della conversazione.
Secondo lei, quali sono le basi comuni su cui il Partito Popolare e Vox potrebbero costruire un governo solido? In alternativa, sarebbe possibile un’alleanza centrista PP – PSOE?
Vox e il PP condividono molti dei temi comuni dell’estrema destra, storicamente e attualmente: Anti-immigrazione (per la motivazione che soddisfa i loro elettori), ruoli pro-tradizionali, maggiore nazionalismo. Vox, l’ombra lunga del franchismo in Spagna, ha il vantaggio di esistere da più tempo e il PP gode dell’attuale zeitgeist di successi elettorali dell’estrema destra. La spiacevole constatazione è che tutti i partiti di estrema destra – e molti partiti di destra un tempo centristi – hanno nostalgia di un passato che l’Europa sperava di aver imparato e lasciato alle spalle.
Un’alleanza PP-PSOE sarebbe come se i Lib-Dem avessero portato al potere i Conservatori nel Regno Unito qualche ciclo elettorale fa. Destabilizzerebbe solo le responsabilità legislative di ciascun partito e creerebbe inutili conflitti con il mainstreaming del PP. Sebbene Alberto Núñez Feijóo, il leader del PP, stia cercando una coalizione per vincere, questa potrebbe essere una vittoria per lui, ma molto probabilmente potrebbe anche essere una strategia perdente.
Al contrario, immagino che VOX possa essere un re. Nonostante Vox voglia vietare i partiti separatisti e porre fine all’immigrazione, nonostante la sua posizione anti LGBTQ+ e il tentativo di legare la sinistra al separatismo catalano e basco, Santiago Abascal, leader di Vox, potrebbe ottenere più risultati al governo che fuori.
Pedro Sánchez e il PSOE dovrebbero restare con SUMAR (e i Verdi) e resistere.
In Italia, Fratelli d’Italia è passato dall’essere una forza minoritaria di centrodestra a essere il partito con più voti. Secondo lei, un percorso simile è possibile anche per Vox?
È possibile, ma Vox si sposterà a destra per mantenere i propri elettori piuttosto che cercare di attrarre nel partito elettori di estrema destra (lo dimostriamo in Downes et al 2021). Il partito ha bisogno di voti per avere una qualche influenza post-elettorale. La politica italiana ha poco da offrire agli altri sistemi politici di partito, essendo così volatile e fluida. Altri sistemi partitici con sistemi di rappresentanza proporzionale offrono spesso molte alternative elettorali, ma non riescono a raggiungere i cambiamenti interelettorali che caratterizzano il sistema italiano.
In che modo la politica europea potrebbe essere influenzata dalle elezioni spagnole? Il risultato elettorale di Vox cambierà l’orientamento dell’asse del centro-destra europeo (meno centrista e più a destra)? E in tal caso l’asse del centro-destra europeo potrebbe aprirsi anche all’AfD e al Rassemblement National? I sistemi partitici in Europa si stanno polarizzando. Questo centripetalismo ideologico è un’opportunità per la destra. Le condizioni economiche sono purtroppo mature per raccogliere gli elettori insoddisfatti della classe operaia dal centro-sinistra ed espandersi sulla base delle tensioni sociali, economiche e politiche per costruire un gruppo elettorale. Questo è un campanello d’allarme per la sinistra. Idee prima impronunciabili sono ora accettabili, molti partiti flirtano con sfumature di fascismo, i partiti di estrema destra sono coerenti su pochi temi e sono promiscui su tutti gli altri per espandere i loro recenti successi.
Un fallimento del PSOE – o della sinistra in generale in Spagna – si tradurrà in un altro segno nella colonna delle sconfitte per l’Europa. L’obiettivo centrale del progetto europeo era quello di porre fine ai conflitti con un occhio specifico all’orientamento eliminazionista dell’estrema destra. Come vediamo negli Stati Uniti, c’è un appetito ancora una volta per questi temi odiosi accoppiati a successi brevi e disparati. È improbabile che questo rimanga. Avendo riaperto una porta chiusa da tempo, la sinistra è stata colta di sorpresa dalla rapidità e dalla gravità del ritorno a un vecchio ordine e dovrà fare di più – molto di più – per raddrizzare la nave dell’UE.
Che peso avranno le divisioni territoriali nella composizione del voto?
Anche in questo caso, Vox cerca di dipingere la sinistra come favorevole ai separatisti, il che è falso e impreciso. Tuttavia, come abbiamo visto con la recente efficacia delle fake news e delle quasi-notizie, una competizione di fatti impallidisce rispetto all’espansione del conflitto basato su come gli elettori percepiscono la realtà.