Agli europei non fanno paura le politiche di riarmo volute dalla Commissione von der Leyen. Sono più scettici, invece, nei confronti del Green Deal e nell’invio di truppe di peacekeeping in Ucraina
Il 73% degli europei accetta di buon grado l’ipotesi di un riarmo europeo (il 39% crede che i governi dovrebbero aumentare “fortemente” i bilanci per la difesa, il 34% preferirebbe un aumento “leggero”). In Italia la percentuale scende al 49%.
Questi dati emergono da “Euroscope: the pulse of European public opinion“, l’ultima rilevazione di Polling Europe, una società belga, nata dalla collaborazione tra SWG e OpinionWay, specializzata su temi europei, che ha raccolto le opinioni di più di 5mila cittadini europei nel mese di marzo (tra il 14 e il 24 marzo 2025).
RIARMO: L’ITALIA È IL PAESE MENO MILITARISTA D’EUROPA
Il nostro paese è l’unico nel quale i favorevoli all’aumento delle spese militari sono in leggera minoranza, l’unico a non lasciarsi conquistare dalle ragioni del piano ReArm Europe di Ursula von der Leyen. I Paesi, la cui opinione pubblica è più favorevole alle politiche di riarmo e al conseguente aumento delle spese per la difesa sono la Germania e il blocco dei Paesi dell’Europa del Nord (79%) la Francia, la Spagna e i Paesi dell’Europa dell’Est (tutti al 76%). Il nostro paese si conferma il meno militarista d’Europa. Alla domanda se i paesi debbano ridurre la loro spesa per la difesa, il 14% delle persone sentite nel nostro paese è favorevole, percentuale che scende al 4% nella media europea.
RENEW E POPOLARI SOSTENGONO RIARMO, SCETTICI SINISTRA E SOVRANISTI
Se guardiamo alle appartenenze politiche il riarmo continentale appare una buona idea agli elettori dei liberali di Renew (il partito del Presidente Emmanuel Macron), con 87% di favorevoli, e dei Popolari (il partito di Ursula von der Leyen) con l’86%. A seguire ci sono i socialisti, 77%, e i Conservatori, 75%. Una convergenza antimilitarista si riscontra tra gli elettori della Sinistra e i sovranisti dell’Esn, contrari a un aumento delle spese militari rispettivamente al 42 e 32 per cento.
IL 45% DEGLI EUROPEI DISPOSTO A MANDARE TRUPPE IN UCRAINA
La musica cambia un po’ quando dalle risorse economiche si passa all’impiego di truppe di terra. Solo il 45% del campione europeo è favorevole all’invio di truppe di terra in una missione di pace in Ucraina a monitorare i termini della tregua, il 35% è contrario mentre il 20% non sa. L’antimilitarismo italiano anche in questo caso non delude: solo il 35% è favorevole all’impiego di militari, penultimi, con il 36%, il blocco di Paesi dell’Est. A primeggiare è la Spagna con il 64%, seguita a ruota dalla Francia con il 45% e dalla Germania con il 41%. Anche in questo caso si confermano le divisioni politiche. I più interventisti sono ancora i liberali con il 56% di favorevoli, i popolari e i socialisti, entrambi al 55%, mentre i più “pacifisti” si situano ancora tra i sovranisti e la sinistra radicale, contrari rispettivamente al 59 e 44%. Ultimi della lista i Patrioti, al 42%.
GLI EUROPEI VORREBBERO LA GUERRA COMMERCIALE CON GLI USA
Le divisioni si ritrovano anche sui temi economici ed ambientali. Il 67% degli europei vorrebbe imporre contro – dazi a quelli imposti dall’amministrazione americana, anche se questo dovesse significare un aumento dei prezzi dei beni di consumo colpiti. Il 19% del campione, invece, è contrario a contromisure. Le popolazioni che con più convinzioni vorrebbero imporre contro – dazi sono in Francia e Spagna, rispettivamente al 78 e 76%, più scettiche la Germania e Italia, al 23 e 22%. Pesa, inevitabilmente, la vicinanza di questi due Paesi all’alleato americano. In maniera analoga a quanto visto per l’aumento delle spese militari (e quindi alla ricerca di un’indipendenza europea da Washington) i più favorevoli all’imposizione di dazi sono i socialisti, al 77%, i liberali, al 75% e i popolari al 74%. Critici, invece, i partiti dell’Esn, con il 34% di favorevoli, i conservatori, con il 26%, e i patrioti, al 20%.
AGLI ITALIANI PIACE IL GREEN DEAL
Veniamo ora ai temi ambientali, quelli che hanno contraddistinto la passata commissione von der Leyen. Un terzo dei cittadini europei crede che le regole del Green Deal ostacolino la crescita, un altro 30%, invece, pensa che non siano abbastanza stringenti e non proteggano a sufficienza l’ambiente. I più scettici nei confronti delle politiche del Green Deal sono i cittadini tedeschi, al 40%, e dell’Europa centro-orientale, al 37%. A volere norme più rigide sono gli italiani e gli spagnoli, al 36 e 34 per cento. Guardando le divisioni politiche troviamo tra gli scettici gli elettori delle destre più e meno radicali (55% sovranisti, 47% Conservatori e 45% Patrioti, invece Sinistra e Verdi vorrebbero norme più rigide (47% e 53%).