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Putin russia kozyrev

Perché la Russia non sarà mai una democrazia, parla l’ex ministro Kozyrev

Come sta (male) la Federazione Russa guidata da oltre vent’anni da Vladimir Putin? L’analisi di Kozyrev

Un’ interessante analisi dell’ex Ministro degli Esteri Russo Andrei Kozyrev (1991-1996) sull’attuale corso politico del suo paese e la possibilità di una restaurazione democratica in Russia.

I DANNI DI PUTIN E DEL PUTINISMO ALLA RUSSIA

Secondo Kozyrev il regime di Vladimir Putin perpetua sistematicamente e in maniera assolutamente strumentale menzogne e sistemi di disinformazione mutuati dall’era sovietica con lo scopo di preservare il potere. L’avversione alla NATO o l’antiamericanismo di stato sono relitti di un epoca passata chiusasi già alla fine degli anni 80′ e artificialmente riportati in vita per compattare il pubblico russo attorno al Cremlino contro un fantomatico nemico comune.

Kozyrev che fu tra i protagonisti delle relazioni russo-americane nella fase immediatamente successiva la guerra fredda smentisce categoricamente l’assunto secondo cui Mosca in quegli anni si sentisse tradita e umiliata dagli Stati Uniti ribadendo invece i rapporti di collaborazione instauratisi tra i due paesi e la dichiarazione congiunta di Bush e Eltsin del 1992 che richiamava al superamento delle controversie bilaterali per creare un clima disteso e amichevole tra Russi e Americani.

IL TRADIMENTO USA E’ UNA FARSA, DICE KOZYREV

Nonostante alcuni intoppi e problematiche relative la dismissione dell’impero sovietico la Federazione Russa in quegli anni non vedeva l’Alleanza Atlantica come una minaccia mirando invece a partecipare al nuovo ordine di sicurezza europeo.

Secondo Kozyrev Putin sta isolando la Russia dalla sua regione di riferimento, il Vecchio Continente, spacciando modelli asiatici e africani lontani dalla cultura russa come il destino predefinito del paese. Dal “proletari di tutto il mondo unitevi” comunista al “dittatori di tutto il mondo unitevi”.

LA PROPAGANDA PATRIOTTICA ANTI-DEM DI PUTIN

La propaganda del Cremlino dipinge la democrazia liberale come un modello necessariamente lontano dal patriottismo e dalla cultura russe ma Kozyrev nota come dai primi anni 90′ numerose nazioni siano divenute democratiche mantenendo sia la loro identità che un forte senso di appartenenza, basti pensare alle stesse nazioni ex socialiste dell’Europa centro-orientale (ma si potrebbero anche citare i casi di Taiwan e Corea del Sud).

Per l’ex Ministro degli Esteri la visione che vede i russi incapaci di poter recepire le complesse norme democratiche è in realtà essa stessa razzista nei confronti dei russi perché nega loro la capacità di poter raggiungere ciò che gli altri stati europei sono stati in grado di ottenere condannando la Russia ad un sistema politico degno del terzo o del quarto mondo. La tensione verso il raggiungimento di standard europei è stata una costante ricorrente nella storia del paese nel corso dei secoli ed è tutt’oggi presente laddove i cittadini russi quando guardano ai modelli stranieri si volgono all’Europa e all’Occidente piuttosto che all’Asia o all’Africa.

Secondo Kozyrev i russi hanno già mostrato più volte di voler richiedere la democrazia nel 1905, nel 1917 e nel 1991 e ogni volta che questi tentativi sono degenerati successivamente in restaurazioni autocratiche o nuovi regimi hanno lasciato dei segni indelebili che covando sotto le ceneri hanno costituito il retroterra culturale per nuovi movimenti democratici successivi.

KOZYREV: IL BINOMIO DEMOCRAZIA-RUSSIA NON VA

A differenza del 1905 e del febbraio 1917 la fragile e disfunzionale democrazia russa degli anni 90′ è durata quasi un decennio e la virulenza con cui l’attuale regime smantella o attacca la sua eredità è indice dei timori che ancora ha nei confronti di quella fase politica del paese che in un modo o nell’altro lo ha cambiato per sempre, molto più di quanto ammettano gli attuali decisori politici del regime di Vladimir Putin.

 

Pubblicato sul blog Geopolitica e politica estera

 

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