L’annuncio dell’Alleanza atlantica di mandare i caccia F-16 in difesa dell’Ucraina ha scatenato le reazioni di Mosca e Pechino, il clima è plumbeo scrivono i quotidiani e Giorgia Meloni chiede per l’Italia la nomina del rappresentante Nato per il fronte Sud
E’ servito mostrare i muscoli? Di certo la rappresentazione plastica di un mondo diviso in due blocchi ora è quanto mai evidente. Da una parte l’Occidente, Stati Uniti in testa e con l’Europa a farle da supporto, nonostante l’enigma Victor Orban, e dall’altra Russia e Cina e i tanti paesi satelliti che dipendono dalle loro economie. “La guerra fredda è servita” per riprendere un titolo del Corriere della Sera e in questo scacchiere anche l’Italia giocherà un suo ruolo, l’importante è che abbia una posizione forte e univoca, riportano i quotidiani.
LA CINA: “NOI NON AIUTIAMO MOSCA, VOGLIAMO LA PACE”
“La Nato è di fatto pienamente coinvolta nel conflitto attorno all’Ucraina” è Repubblica con Tommaso Ciriaco a registrare quelle che sono le reazioni immediate da Mosca, con la reazione del portavoce di Putin, Dmitri Peskov “Persegue una politica ostile nei confronti della Russia e non la nasconde”. Come esempio cita proprio l’accordo tra europei, che rappresenta “una seria minaccia per la sicurezza della Federazione russa”, a cui Mosca reagirà con “necessarie misure ponderate, coordinate ed efficaci di contenimento”. Ma anche la Cina non sta a guardare. L’ambasciata cinese presso l’Unione europea, riporta il Sole24ore, ha chiesto alla Nato di “abbandonare la mentalità della Guerra fredda”, rivolgendosi in particolare al segretario generale Jens Stoltenberg che aveva criticato Pechino per aver scelto di “sostenere l’economia di guerra russa e facilitare il più grande conflitto recente in Europa”. Insomma Pechino fa sapere di non essere coinvolta e non non essere responsabile della crisi in Ucraina, di non fornire armi letali a nessuno dei belligeranti e si dice impegnata nel “cercare una soluzione politica”. L’invito all’Alleanza è però anche quello, minaccioso, di “non diventare un fattore di disturbo della pace e della stabilità” nell’Indopacifico.
FINO AD ORA POSIZIONE ITALIA CHIARA, RITORNA LA LEVA OBBLIGATORIA?
Che la situazione non sia semplice anzi si sia complicata ancor di più lo testimonia anche il titolo in prima pagina del Corriere della Sera “Nato, lite con Russia e Cina” da leggere è l’intervista, a tutta pagina, a Chris Cavoli, comandante supremo Usa in Europa e Comandante Supremo Alleato in Europa (Saceur), ovvero il secondo più importante capo militare della Nato, “poltrona che fu di Eisenhower per primo” scrive il quotidiano diretto da Luciano Fontana. “L’Italia – dice nell’intervista il generale – ha sostenuto in modo continuativo e persuasivo la necessità di prestare più attenzione al quadrante meridionale, ai problemi in Africa e Medio Oriente, e ha trovato un grande accordo nell’Alleanza anche da parte dei Paesi nordici”, quindi il governo di Giorgia Meloni fino ad ora ha fatto bene. E dovrebbe continuare, spiega il generale, su questa posizione anche perché “la guerra è guerra” dice ad un certo punto e bisogna sapere da che parte stare, spingendosi poi ad augurare il ritorno della leva obbligatoria: “Alcune nazioni della Nato sono già tornate alla leva obbligatoria, altre ne stanno parlando. Sarà una decisione Paese per Paese, ma penso che dobbiamo aumentare la propensione dei giovani a servire nell’esercito. E’ necessario avere persone che vogliano servire il loro Paese e difenderlo. Penso che la guerra in Ucraina ci stia dando un’ottima lezione sulla necessità di avere questo spirito nella popolazione”.
MELONI: ALL’ITALIA INVIATO SPECIALE NATO PER IL SUD DEL MONDO
Se questo è uno scenario ancora difficile da immaginare ciò che invece è certo è che Giorgia Meloni, proprio in virtù della sua posizione, ha chiesto a Joe Biden che venga assegnato all’Italia l’inviato speciale Nato per il fronte Sud del continente. Per la Stampa questo sarebbe anche “un modo per tenere dentro il dossier migranti e per sminare la Lega che punta a indebolire il sostegno italiano all’Ucraina” come riporta nella sua cronaca Ilario Lombardo. E nel retroscena di Marco Galluzzo sul Corriere della Sera il tema viene sviluppato maggiormente facendo spiegare alla stessa Meloni la finalità della sua missione a Washington: “Abbiamo lavorato per l’istituzione di un’Inviato per il fronte Sud della Nato, perché non ci si può concentrare solo sul fronte Est, e noi non possiamo essere lasciati da soli sul fianco Sud, noi come Italia abbiamo premuto nell’aprire una nuova stagione nel fianco Sud, e siamo stati ascoltati, presenteremo un nostro candidato”. Anche questo, nel gioco delle nomine, conta per far vedere al mondo che l’Italia c’è.