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Quanto può resistere l’Ucraina senza gli aiuti americani

Aiuti americani all’Ucraina sospesi: dopo il grave scontro con Zelensky, l’annuncio di Trump era nell’aria. I dettagli verranno forniti verosimilmente durante il discorso sullo stato dell’Unione in programma questa sera, ma intanto c’è grande preoccupazione per un gesto che rischia di condurre Kiev alla disfatta militare.  

L’aria si fa ancora più pesante su Kiev: l’esercito ucraino non potrà più contare sugli aiuti americani, quantomeno per adesso e probabilmente finché Zelensky non cederà alle pretese di Trump sulle terre rare.

Stiamo dunque per assistere al tracollo militare di Kiev? Una mano tesa arriva dall’Europa, con Gran Bretagna e Francia che provano a elaborare un’exit strategy per sostenere il Paese fino al cessate il fuoco e Ursula von der Leyen che preme sull’acceleratore di una maggiore integrazione nella difesa, con investimenti comuni e incentivi alla produzione europea. Basterà?

COSA SUCCEDE IN UCRAINA SENZA GLI AIUTI AMERICANI

La sospensione degli aiuti americani potrebbe compromettere seriamente la capacità di resistenza di Kiev. L’Ucraina perderebbe uno dei suoi finanziatori più munifici, l’accesso a sistemi d’arma sofisticati, come i sistemi di difesa aerea avanzati e i missili balistici superficie-superficie, che attualmente provengono principalmente dagli Stati Uniti, oltre che il cruciale supporto dato dall’intelligence statunitense e dal sistema di rete satellitare Starlink.

Stando alle ultime previsioni, se gli Stati Uniti interrompessero il supporto militare, l’Ucraina potrebbe continuare a combattere con la stessa intensità per circa sei mesi.

LA SPESA BELLICA DELL’UCRAINA

Fino al 1991, l’industria bellica ucraina faceva parte di una rete che coinvolgeva tutte le repubbliche sovietiche, con la maggior parte della produzione finale concentrata in Russia. Con lo sforzo imposto dall’inizio del conflitto con la Russia nel 2014, l’Ucraina ha rapidamente riorganizzato la propria economia bellica, incrementando progressivamente lo sforzo produttivo: se nel 2014 il budget per gli acquisti di armi era di 62 milioni di dollari, nel 2021 è aumentato di 13 volte, raggiungendo gli 836 milioni.

Dal 2022, oltre il 50% della spesa pubblica è stato destinato al settore militare, aumentando i finanziamenti per l’industria degli armamenti. Nel 2023, la spesa per armi e beni a doppio uso ha raggiunto i 30,8 miliardi di dollari, 20 volte il livello del 2021. Per il 2025, stando a quanto dichiarato dal ministro delle Industrie strategiche ucraino, Herman Smetanin, il Paese potrebbe spendere fino a 35 miliardi di dollari euro per la produzione e lo sviluppo dell’industria bellica.

QUANTO PESANO GLI AIUTI AMERICANI SULLA DIFESA UCRAINA

Secondo le stime del governo ucraino, oggi il 33-34% delle armi utilizzate sul campo è di produzione interna, mentre gli Stati Uniti contribuiscono per circa il 40% e l’Europa per un altro 30%.

I dati dell’Istituto Kiel parlano di 64 miliardi di euro spesi dagli Usa in supporto militare all’Ucraina tra febbraio 2022 e la fine del 2024, mentre l’Europa — inclusi il Regno Unito e la Norvegia — ha contribuito con quasi 62 miliardi di euro.

Attualmente le forniture americane dovrebbero coprire il fabbisogno fino a fine 2025, ma non è detto che Trump non decida di bloccare totalmente gli aiuti, intervenendo anche sugli invii già in programma.

SOSTITUIRE GLI AIUTI AMERICANI: LE IPOTESI AL VAGLIO

In risposta alla sospensione degli aiuti, l’Unione Europea sta valutando misure per colmare il vuoto lasciato dagli Stati Uniti. Secondo alcune analisi, l’UE dovrebbe aumentare la spesa per la difesa di circa lo 0,12% del suo PIL oltre al 3,5% stimato dalla Nato, una cifra considerata fattibile. Tuttavia, resta da vedere se l’Europa possa farlo senza accedere alla base industriale-militare degli Stati Uniti.

Ursula von der Leyen ha intanto annunciato un piano di riarmo per l’Ue per circa 800 miliardi di euro, che potrebbe includere l’aumento delle forniture militari all’Ucraina. Inoltre, Bruxelles potrebbe aumentare i finanziamenti sia attraverso il Fondo Europeo per la Pace, che già oggi rimborsa i paesi che inviano armi a Kiev, sia coordinando acquisti congiunti di armi e munizioni per accelerare le forniture.

Altri 200 miliardi potrebbero venire dal congelamento di beni russI, benché Parigi si sia espressa contro questa misura. C’è poi l’ipotesi della “coalizione di volenterosi” ipotizzata dall’asse anglofrancese, che prevede la collaborazione di altri Paesi, anche extraeuropei per una missione di peacekeeping in Ucraina, mentre l’Europa costituirebbe un fronte di deterrenza. Ma senza la copertura militare degli Stati Uniti, il piano perde di peso.

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