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Unione Europea Turchia

L’Ue finanzia la deportazione di profughi dalla Turchia?

Un’inchiesta giornalistica internazionale accusa l’Unione europea di finanziare la deportazione di profughi afgani e siriani dalla Turchia verso i paesi d’origine. Nove testate hanno documentato i fatti 

Sono nove le testate giornalistiche che puntano il dito contro l’Unione europea con un’accusa infamante: finanziamento della deportazione di profughi siriani e afgani dalla Turchia ai paesi d’origine. L’inchiesta, pubblicata sulla piattaforma di giornalismo investigativo Lighthouse report, ha coinvolto i giornalisti di Le Monde, El País, Etilaat, Der Spiegel, Politico, Roz, SIRAJ, NRC e, per l’Italia, L’Espresso.

DALL’UE PIÙ DI 10 MILIARDI DI EURO ALLA TURCHIA PER GESTIRE I MIGRANTI

Secondo l’indagine, dal 2015 a oggi, l’Ue ha erogato alla Turchia più di 10 miliardi di euro per la gestione dei flussi migratori e per frenare l’arrivo sulle coste e sul territorio europeo di milioni di rifugiati in fuga dall’Afghanistan e dalla guerra civile in Siria. Questo non è un segreto ma è parte di accordi tra l’Ue e la Turchia.

MILIONI DI PERSONE IN FUGA DAL REGIME DEI TALEBANI

Negli ultimi dieci anni, milioni di persone sono fuggite dalle persecuzioni del regime talebano in Afghanistan e dalla guerra civile siriana, cercando rifugio in Turchia. Tuttavia, il peggioramento della crisi economica turca e l’aumento dei sentimenti anti-rifugiati hanno portato il governo turco a intensificare i rimpatri, con centinaia di migliaia di persone rimandate nei loro paesi di origine. “Abbiamo documentato 213 milioni di euro di finanziamenti dell’UE per la costruzione e la manutenzione di circa 30 centri di espulsione in Turchia – si legge nell’inchiesta -, per un totale di quasi 1 miliardo di euro donato al paese per aiutare a gestire il flusso di persone attraverso i suoi confini. Alcuni di questi fondi sono stati utilizzati per espandere i sistemi di rilevamento delle impronte digitali ora utilizzati per rintracciare e raccogliere i migranti per strada, e per dotare i centri di espulsione di filo spinato e muri più alti”.

DALLA TURCHIA LE IMMAGINI DEI DETENUTI AFGANI CHE IMBARAZZANO BRUXELLES

Quello che hanno scoperto i reporter internazionali è che l’Ue ha finanziato la costruzione di 30 centri di espulsione, utilizzati dalle forze di sicurezza turche per imprigionare e deportare con la forza centinaia di migliaia di persone. L’inchiesta giornalistica ha prodotto immagini di attrezzature finanziate dall’Ue utilizzate dalla polizia di Ankara per condurre arresti di massa nelle città turche e deportazioni in Siria. Incluso un bus con tanto di bandiera a 12 stelle stampata sulla fiancata.

Documenti, immagini e testimonianze raccolti dall’inchiesta mostrano che i detenuti in questi centri sono spesso privati dell’assistenza legale e tenuti in condizioni disumane, sovraffollati, maltrattati e torturati. “Molti sono costretti con la violenza a firmare documenti in cui dichiarano che torneranno volontariamente nei paesi da cui sono fuggiti”, continua il reportage.

IL RACCONTO DEI PROTAGONISTI

Una narrazione crossmediale che si è avvalsa della consultazione di documenti ufficiali, rapporti e brifeng ufficiali, prove fotografiche e, infine, racconti dei protagonisti di questa vicenda. “Abbiamo parlato con oltre 100 fonti, tra cui 37 persone che erano state detenute in 22 diversi centri di espulsione finanziati dall’UE, nonché funzionari turchi, siriani e afghani ed ex personale del centro di espulsione – scrivono i giornalisti -. Le loro testimonianze sulle cattive condizioni, sulla violenza sistemica e sulla costrizione a firmare documenti di rimpatrio “volontario” sono state supportate da un’analisi approfondita di prove visive, sentenze dei tribunali e centinaia di pagine di documenti dell’UE”.

I CAMPI DI DETENZIONE IN TURCHIA E L’INDIFFERENZA DELL’UNIONE EUROPEA

Il gruppo di giornalisti, nel testo dell’inchiesta, afferma di aver “presentato più di 20 richieste di libertà di informazione alle agenzie della Commissione europea, molte delle quali sono state respinte perché avrebbero potuto danneggiare le relazioni dell’UE con la Turchia”. Una eventualità che dovrebbe dimostrare che l’Unione Europea sia più che consapevole di finanziare un sistema abusivo ma ha scelto di ignorare le segnalazioni.

Leggi anche: I centri per i migranti in Albania: come funzionano e quali sono i costi

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