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Pil, Pnrr, Superbonus: tutti i ‘pizzini’ dell’Ocse sull’economia italiana

L’Ocse pubblica le nuove Prospettive economiche sull’economia dell’Italia. Avvertimenti e moniti da parte dell’Organizzazione parigina

Un’economia italiana a tinte fosche, è la fotografia tratteggiata dall’Ocse nelle sue Prospettive economiche pubblicate oggi a Parigi. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che vede come vicesegretario generale l’italiana Fabrizia Lapecorella, lascia invariate le proprie stime di crescita per l’Italia rispetto al report di febbraio. Sostiene che i rischi per la crescita dell’economia italiana debbano essere ampiamente bilanciati, evidenzia i progressi con le riforme strutturali sostanziali ma sottolinea i ritardi sul Pnrr.  Il deficit/Pil che si ridurrà ma rimarrà sopra il 3% fino al 2025 e poi c’è il peso dell’ombra del superbonus.

OCSE: PIL ITALIA ALLO 0,7% NEL 2024, 1,2% NEL 2025. STIME INVARIATE

Il Pil dell’Italia dovrebbe crescere dello 0,7% nel 2024 e dell’1,2% nel 2025: è quanto si legge nelle Prospettive economiche dell’OCSE, che quindi lascia invariate le proprie stime di crescita per l’Italia rispetto al report di febbraio.

L’attività, sottolinea l’OCSE, “resta debole”. “L’elevata inflazione nel corso degli ultimi due anni ha eroso i redditi reali, le condizioni finanziarie rimangono restrittive e la maggior parte degli aiuti eccezionali legati alla pandemia da Covid-19 e alle crisi energetiche sono stati soppressi”, prosegue l’organismo parigino, sottolineando che tutto ciò “pesa sui consumi e gli investimenti privati. Il previsto rilancio della crescita dei salari reali e l’aumento dell’investimento pubblico legato ai fondi provenienti dal piano Next Generation EU (NGEU) compenseranno solo parzialmente queste difficoltà”, avverte l’OCSE.

OCSE A ITALIA, SERVE AGGIUSTAMENTO AMPIO E DURATURO

Piazzare il livello di indebitamento ”su una traiettoria più prudente richiede aggiustamenti di bilancio e riforme strutturali”: questo il messaggio lanciato dall’OCSE all’Italia, in occasione della pubblicazione a Parigi dell’Economic Outlook di Primavera. Nel documento, l’OCSE sottolinea che il debito pubblico del nostro Paese si contrarrà ”restando tuttavia superiore al 3% fino al 2025″. In questo contesto, avverte l’OCSE, ”un aggiustamento di bilancio ampio e duraturo su diversi anni sarà necessario per fronteggiare future tensioni sulla spesa, piazzando al tempo stesso il rapporto di indebitamento su una traiettoria più prudente e rispettando le nuove regole di bilancio dell’Unione europea”.

OCSE: PROGRESSI CON LE RIFORME STRUTTURALI MA RITARDI SUL PNRR

“L’integrale attuazione dei programmi di investimento pubblico e delle riforme strutturali previste dal Pnrr potrebbe accrescere durevolmente il Pil dell’Italia, il che arrecherebbe il vantaggio supplementare di ridurre il rapporto deficit/PIl”: è quanto si legge nella scheda sull’Italia delle Prospettive economiche dell’OCSE. Secondo l’organismo parigino, ”progressi importanti sono stati realizzati in materia di riforme strutturali ma le spese finanziate dal piano Next Generation EU sono state eseguite con ritardo rispetto al calendario iniziale, il che si spiega principalmente attraverso i ritardi nell’attuazione dei progetti d’investimento pubblico”.

“Il Pnrr rivisitato, approvato dalle istituzioni europee nel 2023, potrebbe aiutare ad accelerare la loro attuazione”, sottolinea ancora l’OCSE, secondo cui. “l’accento va posto sui progetti la cui attuazione resta possibile entro il 2026. La priorità deve ormai essere il rafforzamento delle capacità di attuazione delle amministrazioni pubbliche, soprattutto su scala regionale e comunale”, avverte l’organismo.

OCSE, L’OMBRA DEL SUPERBONUS

In Italia, sottolinea l’OCSE nell’Economic Outlook, il Pil ”è progredito dello 0,2% nel quarto trimestre 2023, grazie ad investimenti importanti nel settore della casa, prima del progressivo calo del credito d’imposta detto ‘superbonus’ a fine anno, mentre i consumi privati si contraevano”. Il principale rischio negativo, sottolinea, “è che il ridimensionamento del ‘Superbonus’ inneschi una contrazione maggiore del previsto degli investimenti in edilizia abitativa, che sono stati una fonte chiave di crescita nel periodo 2021-23.

Sul versante positivo, l’accelerazione degli investimenti pubblici legati al Pnrr potrebbe stimolare la crescita nel 2024 e nel 2025. L’utilizzo completo dei fondi implica che la spesa pubblica deve aumentare da circa l’1% del pil nel 2023 a circa il 2,5% del pil in media tra il 2024 e il 2026”. In Italia infine, secondo l’Ocse, servono ”misure decisive per contrastare la frode fiscale, limitare la crescita della spesa pensionistica e avviare esami di spesa ambiziosi”.

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