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STMicroelectronics

Perché il Mef vuole sostituire l’ad di STMicroelectronics Chéry

Confermate da Les Echos le indiscrezioni sull’amministratore delegato e presidente di STMicroelectronics, società partecipata dal Mef e dalla Cassa e Depositi e Prestiti francese: Giorgetti e il governo italiano vorrebbero la sua sostituzione.

Il governo italiano è scontento della gestione della multinazionale italofrancese di semiconduttori STMicroelectronics. Il Mef ha espresso l’intenzione di sostituire l’ad Jean-Marc Chéry a causa di una gestione ritenuta negativa e inadeguata.

DI COSA SI OCCUPA STMICROELECTRONICS

STMicroelectronics è una delle principali aziende al mondo nel settore dei semiconduttori, specializzata nella progettazione e produzione di componenti elettronici avanzati.

L’azienda sviluppa microcontrollori, sensori, chip di potenza e soluzioni per l’intelligenza artificiale, servendo diversi settori tra cui automotive, industriale, elettronica di consumo e telecomunicazioni.

Con un forte focus sull’innovazione, STMicroelectronics gioca un ruolo chiave nello sviluppo di tecnologie per l’automazione, la mobilità elettrica e l’Internet of Things (IoT), collaborando con aziende leader come Apple, Tesla e Bosch.

La struttura azionaria di STMicroelectronics vede una partecipazione paritetica tra Italia e Francia, con entrambi i governi che detengono il 50% della holding di controllo.

PERCHÈ GIORGETTI VUOLE SOSTITUIRE L’AD DI STMICROELECTRONICS

Le critiche del MEF si concentrano su operazioni considerate “sconsiderate e pericolose“, che hanno sollevato preoccupazioni sulla direzione strategica dell’azienda. Nel 2024, STMicroelectronics ha registrato un calo dei ricavi del 23%, con una riduzione degli utili da 4,2 miliardi a 1,6 miliardi di dollari. Questi risultati finanziari deludenti hanno ulteriormente alimentato le preoccupazioni del governo italiano riguardo alla leadership di Chéry.

I soci francesi, però, sembrano restare fermi sulla loro posizione: un eventuale cambio al vertice dovrebbe comunque portare a un nuovo amministratore delegato francese.Per questo motivo, il MEF ha scelto un approccio più flessibile, mettendo in secondo piano la richiesta di un manager italiano – scenario già realizzato in passato con Maurizio Tamagnini, con effetti non risolutivi –  e concentrandosi invece sulla ricerca di un candidato condiviso. In quest’ottica, sono già state avanzate diverse proposte con l’obiettivo di trovare un accordo con la controparte francese.

In ogni caso, qualsiasi decisione riguardante la sostituzione dell’amministratore delegato richiede un accordo tra le due nazioni.

LA CLASS ACTION CONTRO STMICROELECTRONICS

Secondo il principale quotidiano economico francese, Les Echos, il Mef vorrebbe sfruttare la class action avanzata negli USA contro la società italofrancese per motivare il cambio al vertice.

Secondo gli avvocati americani, STMicroelectronics avrebbe pubblicato previsioni fuorvianti rispetto all’andamento reale dei conti, come riportato da Milano Finanza la scorsa estate.

LE GRANE OCCUPAZIONALI DI STMELECTRONICS

Oltre alle questioni finanziarie, preoccupano anche le implicazioni occupazionali.

STMicroelectronics ha stabilimenti in Italia, tra cui quelli di Agrate e Catania, dove sono stati investiti circa 2 miliardi di euro di fondi pubblici. La prospettiva di tagli ai costi del lavoro ha generato tensioni sindacali, con la CGIL che ha già richiesto un confronto urgente sulla situazione.

L’IPOTESI FUSIONE CON NXP

In questo contesto, si ipotizza anche una possibile fusione con un altro colosso del settore, come l’olandese NXP, al fine di rafforzare la competitività europea nel mercato dei semiconduttori.

Tuttavia, tali discussioni sono ancora in fase preliminare e richiederebbero un consenso tra i principali azionisti e i governi coinvolti.

La situazione rimane in evoluzione, con negoziati in corso tra Italia e Francia per trovare una soluzione condivisa che possa garantire una gestione equilibrata e soddisfacente per entrambe le parti all’interno di STMicroelectronics.

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