L’ex premier Draghi lancia un nuovo monito all’Unione europea, mentre aumentano i fan che lo vorrebbero alla guida della Commissione europea
“We need an EU that is fit for today’s and tomorrow’s world. And so what I am proposing in the report that the President of the Commission asked me to prepare is radical change, because that is what is needed”. Ancora rimbombano nelle varie capitali europee le ultime parole di Mario Draghi. L’ex premier è intervenuto a La Hulpe alla conferenza di alto livello sul pilastro europeo dei diritti sociali organizzata dalla presidenza di turno Ue del Belgio e ha fatto il punto sui temi della competitività che la Commissione von der Leyen gli ha chiesto di esplorare.
AUMENTANO I FAN DI DRAGHI ALLA GUIDA DELLA COMMISSIONE UE
E c’è chi già va oltre, c’è chi vede in queste sortite dell’ex banchiere centrale un’altra tappa di avvicinamento a un ruolo di primo piano in Europa, anche al posto della stessa Ursula von der Leyen.
In Italia i ‘centristi’ di Renzi e Calenda, gli europeisti non nascondono più ormai questo auspicio. E, assecondando i vari retroscena, sembrerebbe che l’ipotesi di vedere Draghi ai vertici delle istituzioni di Bruxelles non dispiaccia neppure al presidente francese Macron. E in Italia Meloni e Tajani (a parte il niet già esplicitato della Lega di Salvini, che pure l’ha sostenuto nell’esperienza di governo) come potrebbe dire di no a questa ipotesi?
COSA HA DETTO MARIO DRAGHI: “PROPORRO’ UN CAMBIAMENTO RADICALE PER L’UE”
Ecco in pillole i principali passaggi dell’intervento di Mario Draghi.
“Abbiamo bisogno di un’Unione europea che sia adatta al mondo di oggi e di domani. Quello che proporrò nel mio report è un cambiamento radicale: questo è ciò di cui abbiamo bisogno”. Per l’ex governatore della Bce “il punto chiave è che” finora “l’Europa si è focalizzata sulle cose sbagliate. Ci siamo rivolti verso l’interno, vedendo in noi stessi i nostri concorrenti, anche in settori, come la difesa e l’energia, nei quali abbiamo profondi interessi comuni. Allo stesso tempo, non abbiamo guardato al di fuori” con sufficiente attenzione, ha spiegato Draghi. Davanti a potenze come Stati Uniti e Cina, ha osservato, la risposta dell’Europa “è stata limitata perché la nostra organizzazione, il processo decisionale e i finanziamenti sono progettati per un mondo prima della guerra in Ucraina, prima del Covid, prima della conflagrazione del Medio Oriente”.
“Dovremo realizzare una trasformazione dell’intera economia europea – ha aggiunto l’ex premier -. Dobbiamo poter contare su sistemi energetici decarbonizzati e indipendenti e su un sistema di difesa Ue integrato, sulla produzione domestica nei settori più innovativi e in rapida crescita, e su una posizione di leadership nel deep-tech e nell’innovazione digitale”.
“L’EUROPA DEVE AGIRE INSIEME COME MAI PRIMA”
Parlando a La Hulpe, Draghi ha detto di credere che “la coesione politica della nostra Unione richieda che agiamo insieme, possibilmente sempre. Dobbiamo essere coscienti che la coesione politica è minacciata dai cambiamenti del resto del mondo”. “Ripristinare la nostra competitività – ha ammonito – non è qualcosa che possiamo ottenere da soli o gareggiando a vicenda. Ci impone di agire come Unione europea in un modo che non abbiamo mai fatto prima”, ha sottolineato.
“I nostri rivali ci stanno precedendo perché possono agire come un unico paese, con un’unica strategia, e allinearvi tutti gli strumenti e le politiche necessarie”, ha spiegato l’ex premier. “Se vogliamo eguagliarli – ha esortato -, avremo bisogno di un rinnovato partenariato tra gli Stati membri, una ridefinizione della nostra Unione che non sia meno ambiziosa di quella che fecero i padri fondatori settant’anni fa con la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio”.
DRAGHI: “MANCA STRATEGIA UE PER RISPONDERE A USA E CINA”
Alla conferenza sul pilastro europeo dei diritti sociali, Mario Draghi ha inoltre puntualizzato come non ci sia mai stata “una strategia industriale Ue” per rispondere a Stati Uniti e Cina e “nonostante le iniziative positive in corso, manca ancora una strategia globale su come rispondere in molteplici settori”.
“Abbiamo confidato nella parità di condizioni a livello globale e nell’ordine internazionale basato su regole, aspettandoci che altri facessero lo stesso. Ma ora il mondo sta cambiando rapidamente, ci ha colto di sorpresa” e altri “non rispettano più le regole ed elaborano politiche per rafforzare la loro posizione”, ha evidenziato.
Le politiche di potenze come Pechino e Washington “sono progettate per reindirizzare gli investimenti verso le loro economie a scapito delle nostre o, nel caso peggiore, sono progettate per renderci permanentemente dipendenti da loro”, ha aggiunto Draghi, citando l’esempio di Pechino sulle tecnologie verdi e la politica industriale “su larga scala” degli Stati Uniti “per attrarre capacità manifatturiere nazionali di alto valore all’interno dei propri confini, compresa quella delle aziende europee”, dispiegando “il proprio potere geopolitico per riorientare e proteggere le catene di approvvigionamento”. “Ci manca una strategia su come proteggere le nostre industrie tradizionali dal terreno di gioco globale ineguale”, ha sottolineato ancora l’ex premier.
L’EX PREMIER: “ESSENZIALE AVANZARE SU UNIONE DEI MERCATI DEI CAPITALI”
Avanzare sull’Unione dei mercati dei capitali costituisce “una parte indispensabile della strategia complessiva per la competitività” dell’Europa, ha poi ribadito Mario Draghi parlando a La Hulpe in Belgio. “L’Ue ha un tasso molto alto di risparmi privati che sono per la maggior parte incanalati nei depositi bancari e non finanziano la crescita come dovrebbero in un mercato di capitali più grande”, ha sottolineato l’ex numero uno della Bce.
DRAGHI: L’EUROPA NON PUO’ ASPETTARE LA MODIFICA DEI TRATTATI
“Data l’urgenza delle sfide che affrontiamo, non abbiamo il lusso di ritardare le risposte fino alla prossima modifica dei Trattati”, per questo, ha poi aggiunto Draghi, “per assicurare coerenza tra i diversi strumenti politici, dobbiamo essere in grado di sviluppare un nuovo strumento strategico per il coordinamento delle politiche economiche. E se arriviamo alla conclusione che non è fattibile, in alcuni casi specifici dovremmo essere pronti a considerare di andare avanti con un sottogruppo di Stati, ad esempio per andare avanti sull’Unione dei mercati capitali per mobilitare investimenti”, ha spiegato l’ex premier, precisando tuttavia che “come regola” l’Ue è chiamata ad “agire insieme”.
DRAGHI: “COMBINARE AGENDA SUL CLIMA UE CON TUTELA DELLE INDUSTRIE”
Altra riflessione di Draghi: “Abbiamo giustamente un’agenda climatica ambiziosa in Europa e obiettivi ambiziosi per i veicoli elettrici. Ma in un mondo in cui i nostri rivali controllano molte delle risorse di cui abbiamo bisogno, tale agenda deve essere combinata con un piano per proteggere la nostra catena di approvvigionamento, dai minerali critici alle batterie fino alle infrastrutture di ricarica”.
L’EX PREMIER: “NON OSTACOLARE IL CONSOLIDAMENTO DELLE TLC EUROPEE”
Per Draghi la ricetta “per produrre maggiori investimenti” nelle tlc è quella di ” razionalizzare e armonizzare ulteriormente le normative” nel settore “tra i Paesi membri e sostenere, non ostacolare, il consolidamento”. L’ex premier ha citato le telecomunicazioni come un esempio, al pari della difesa, in cui l’Europa non sta sfruttando l’economia di scala. “Abbiamo un mercato di circa 450 milioni di consumatori nell’Ue, ma gli investimenti pro capite sono la metà di quelli degli Stati Uniti e siamo in ritardo nella diffusione del 5G e della fibra”, ha evidenziato, osservando che “uno dei motivi di questo divario è che in Europa abbiamo 34 gruppi di reti mobili – e questa è una stima prudente, in realtà ne abbiamo molti di più – che spesso operano su scala nazionale, contro tre negli Stati Uniti e quattro in Cina”.
DRAGHI: “CREARE UNA PIATTAFORMA EUROPEA PER I MINERALI CRITICI”
Oltre alla legge sulle materie prime critiche, l’Ue “ha bisogno di misure complementari: ad esempio, potremmo prevedere una piattaforma europea dedicata ai minerali critici, principalmente per gli appalti congiunti, la sicurezza dell’approvvigionamento diversificato, la messa in comune, il finanziamento e lo stoccaggio”.
“Se vogliamo realizzare le nostre ambizioni climatiche senza aumentare la nostra dipendenza dai Paesi su cui non possiamo più fare affidamento – ha sottolineato infine Draghi avviandosi alla conclusione – abbiamo bisogno di una strategia globale che copra tutte le fasi della catena di approvvigionamento minerale fondamentale”, osservando che “attualmente stiamo in gran parte lasciando questo spazio agli attori privati, mentre altri governi guidano direttamente o coordinano fortemente l’intera catena”.