Emigrazione: la diaspora dall’India è senza eguali nella storia. Ed è uno strumento di politica e influenza culturale internazionale che funziona, per Nuova Dehli, molto meglio di quanto le comunità nazionali nel mondo lo facciano oggi per Pechino. 8 cose da sapere. Il post di Riccardo Pennisi (Aspenia)
L’India è ormai il paese più popolato al mondo (1,4 miliardi di abitanti), dopo che la crisi demografica degli ultimi anni ha scalzato dal primato la Cina. E’ anche il Paese con più emigrati ufficialmente registrati (nati in India, residenti in un altro Paese): sono 18 milioni, contro i 10 milioni di provenienza cinese.
LA NUOVA INDIA
La struttura familiare indiana fa sì che i legami tra gli emigrati e i luoghi e le famiglie di origine restino molto solidi molto a lungo. Questo ha diverse conseguenze, non ultima la quantità delle rimesse degli emigranti, che assommano (2022) a 108 miliardi di dollari, e costituiscono da sole il 3% del pil indiano.
L’emigrazione cinese è tradizionalmente presente in ogni continente. Ma oggi quella indiana lo è di più, e con una differenza sostanziale: riesce – più di quella cinese – a insediarsi nelle aree più ricche e dinamiche del pianeta. Non solo: grazie alla conoscenza della lingua inglese – vantaggio decisivo sulla comunità cinese – gli indiani sono molto presenti nei Paesi anglosassoni come Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia.
Seguendo antiche rotte migratorie del periodo coloniale, grandi comunità indiane sono presenti anche nei Paesi e nelle metropoli del Golfo Persico, soprattutto in Emirati e Arabia Saudita, e in Sud Africa e Caraibi.
LE CARATTERISTICHE DELLA DIASPORA INDIANA
Si tratta di un’emigrazione giovane e molto formata. In India vivono 750 milioni di persone con meno di 25 anni (pari all’intera popolazione del continente europeo). Un serbatoio senza paragoni nel mondo. E il suo sistema di istruzione superiore offre una preparazione eccellente in particolare in ambito scientifico, medico e tecnologico.
6) Lo scorso anno, di tutti i visti concessi dagli USA a “lavoratori specializzati”, tre quarti sono andati a persone nate in India. Uno studio ha dimostrato che, dei candidati del 2010 alla Scuola di Ingegneria (il migliore istituto indiano nel campo), dieci anni dopo un terzo dei mille migliori era emigrato. E tra i cento migliori, due su tre. (la maggioranza, negli USA).
L’India conserva delle sacche di povertà molto importanti, ma non è da lì che parte l’immigrazione verso l’Occidente. Negli Stati Uniti, gli immigrati di origine indiana hanno un reddito annuale medio di 150k dollari (i cinesi, 95k), pari al doppio della media americana: è la comunità di immigrati più ricca.
COSA C’ENTRANO ADOBE, ALPHABET (GOOGLE), IBM E MICROSOFT
Mentre un tempo la provenienza indiana era un handicap, oggi Adobe, Alphabet, IBM e Microsoft hanno dirigenti di origine indiana. Così come lo sono i rettori di tre delle principali “business school” americane, inclusa quella di Harvard. Anche l’emigrazione cinese può vantare questo tipo di influenza, ma non in Europa e Nord America: una risorsa geopolitica cruciale per l’India.