Nel giorno in cui partono i campionati europei di calcio, anche il G7 sembra entrato nel pallone e i quotidiani invece di concentrarsi sui grandi temi, Ucraina e crisi in Medio Oriente, mettono in luce l’ennesimo scontro tra il capo dello stato francese e il nostro premier.
Il titolo-copertina più azzeccato di questa mattina va al quotidiano La Stampa: “L’Europa nel pallone”. Un chiaro riferimento ai campionati europei di calcio che partono stasera in Germania ma anche a quel caos che è emerso dopo il voto del 9 giugno con il crollo dell’asse franco-tedesco, nel senso della sconfitta elettorale di Macron e Scholz e l’avanzata dell’estrema destra. Un’Europa nel pallone ancora più visibile nel duello tra il nostro presidente del Consiglio e il capo dello Stato francese (per la verità, i due Meloni e Macron non è che si siano mai amati). Per la Repubblica e il Sole24ore si parla di “scontro”, per il Corriere della Sera di “tensione” per i giornali d’area filo governativo invece Macron diventa un bersaglio da colpire.
IL G7 DI MELONI E MACRON, TRA TAPPOLE E BOICOTTAGGI
Così Libero va dritto al punto titola: “Ci ha rotto i Macron” un disperato al G7, il presidente francese fa campagna elettorale attaccando l’Italia: “rammaricato per la posizione di Roma sull’aborto” e Meloni lo stende: “polemica pretestuosa”. Scrive il direttore Mario Sechi (che però ricordiamo è stato anche capo ufficio stampa del premier a Palazzo Chigi per un breve periodo) : ” Macron sbaglia due volte, sul piano del bon ton istituzionale e su quello legislativo…si è messo alla guida di un fronte delle sinistre che dovrebbe impedire la vittoria del Rassemblement national di Le Pen, ne ha pieno diritto, è forse anche l’unica mossa che gli resta, ma quando va in casa d’altri bisogna ricordare l’educazione e Macron ieri ha perso un’occasione per essere, prima che presidente della Francia, un signore”.
Sulla stessa linea anche Il Giornale che accusa “Macron di boicottare il G7 dei successi” mentre La Verità parla di “trappola per la Meloni” e oltre al riferimento sullo sgambetto del capo dello stato francese suggerisce al premier di stare attenta anche ai candidati esca che girano per guidare il Consiglio europeo, in questo caso circola il nome di Enrico Letta e per questo Maurizio Belpietro dice di respingerlo a mittente “basta con gli ex presidenti sconfitti mandati in Europa” (è successo, ad esempio, con Paolo Gentiloni). Ovviamente di tutt’altro tenore le cronache di Corriere, Repubblica e La Stampa che mettono in evidenza come sull’aborto la pressione non sia stata solo francese ma anche di Biden che è molto sensibile al tema. Insomma, non è un duello Meloni-Macron ma sui diritti e, in particolare, su quelli delle donne.
IL DUELLO MACRON-MELONI AL G7 HA MANDATO IN ARIA LA TELA DIPLOMATICA DEGLI SHERPA ITALIANI
Per questo La Stampa dà voce alla scrittrice Dacia Maraini che in una lunga intervista sostiene che il diritto all’aborto deve entrare nella nostra Costituzione. “È questione di libertà e di potere. La volontà di disporre del proprio corpo di fronte a una destra che crede in «un sistema gerarchico di controllo delle libertà dei cittadini”. E sulla Meloni, donna, madre e oggi premier aggiunge: “a me fa piacere che una donna sia presidente del Consiglio, vuol dire che si può fare. Ma lei non agisce introducendo in questo sistema di valori qualcosa di diverso: si adegua al sistema di valori maschile. Quando parla di famiglia, maternità, lo fa in termini maschili, per cui alle donne viene fatto spazio solo se rientrano in quel sistema di valori. Non siamo usciti dalla cultura patriarcale”.
Ciò che appare evidente è che il duello Macron-Meloni sull’aborto ha di fatto mandato per aria la grande tela diplomatica che gli sherpa italiani avevano costruito in questi mesi e così le decisioni prese, come quella di un sostegno finanziario aggiuntivo all’Ucraina di 50 miliardi di dollari, passano in secondo piano almeno a livello mediatico. Oggi in agenda va in scena più la fase “pensatoio” con l’arrivo di papa Francesco e il grande tema dell’Intelligenza Artificiale e sarà tempo di bilanci per un G7 che poteva essere molto di più e invece sarà ricordato per l’ennesimo battibecco tra Meloni e Macron.