Per alcuni Papa Francesco avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni in agosto. Per altri starebbe normando l’uscita di scena dei Pontefici che rassegnano le dimissioni. Che succede?
Il passo indietro di Papa Benedetto XVI ha sconvolto la cristianità. E ora che un Pontefice ha rotto gli indugi, anche comprensibilmente, i fedeli attendono – alcuni con preoccupazione – che il suo successore possa improvvisamente fare altrettanto. Non è la prima volta che si rincorrono voci sulle dimissioni di Papa Francesco: sono tornate a intensificarsi a seguito dell’intervento chirurgico al quale il vescovo di Roma si è sottoposto a inizio estate. Secondo i “beninformati”, un nuovo annuncio molto eclatante avrebbe dovuto scuotere il Vaticano nel mese di agosto ma siamo ormai sulle soglie di settembre e Papa Francesco è ancora al suo posto.
COSA SAPPIAMO SULLE PRESUNTE DIMISSIONI DI PAPA FRANCESCO?
Anche Antonio Socci, su Libero, ha ventilato l’ipotesi che il vicario di Cristo argentino sia ormai prossimo all’addio ai suoi fedeli, mentre per l’Huffington Post, “Papa Francesco potrebbe presto promulgare una nuova legge (sotto forma di Costituzione apostolica) per disciplinare le dimissioni del Papa, e soprattutto lo status successivo alla rinuncia di un Pontefice. Questo anche per evitare tutta una serie di interpretazioni fuorvianti sull’esistenza di due papi, sulla loro coabitazione, sulla tesi di “un papato allargato”.
Ma quell’indiscrezione da sola non basta a sostenere che Papa Francesco, prossimo agli 85 anni, voglia far fagotto disciplinando e tipizzando la fattispecie per evitare il clamore che seguì al “gran rifiuto” di Ratzinger. Anzi, un intervento legislativo simile potrebbe essere spia della volontà opposta e permettere al Papa di continuare a regnare silenziando le voci secondo le quali i fili del suo pontificato sarebbero comunque tirati ancora dal Papa Emerito.
Se così fosse, Papa Francesco ribadirebbe per legge la propria sovranità assoluta e l’intenzione di restare al proprio posto. Non resteranno al loro posto ancora a lungo, invece, i vertici di movimenti e delle associazioni clericali, da Cl a Nuovi Orizzonti, passando per i Neocatecumenali, Rinnovamento dello Spirito, Sant’Egidio e un centinaio di raggruppamenti inferiori. Il decreto promulgato da Francesco prima dell’operazione chirurgica è un vero e proprio avviso di sfratto: dieci anni, quindi bisogna lasciare la poltrona dirigenziale a un altro. Per evitare gli abusi e quelle storture classiche che nascono quando il potere resta nelle mani delle stesse persone.
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Il Papa stesso, recentemente, ha detto: “tante volte abbiamo visto nella storia, anche vediamo oggi, qualche movimento che predica il Vangelo con una modalità propria, delle volte con carismi veri propri, ma poi esagera e riduce tutto il Vangelo al movimento”. Ma “questo non è il Vangelo di Cristo, è il Vangelo del fondatore o della fondatrice: e questo potrà aiutare all’inizio ma alla fine non fa frutti con radice profonda”. Per questo il vescovo di Roma che arriva «dalla fine del mondo» (come disse ai fedeli subito dopo aver accettato la nomina) predilige gli incarichi a tempo. Anche con riferimento al proprio?