Negli ultimi giorni, la salute di Papa Francesco è stata al centro dell’attenzione a causa del suo ricovero al Policlinico Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale. Nonostante i segnali di miglioramento, con il Pontefice che ha trascorso notti tranquille e ha ripreso a nutrirsi regolarmente, sono emerse speculazioni riguardo a una sua possibile rinuncia al pontificato.
Al momento non vi è alcuna conferma ufficiale riguardo all’eventualità che Papa Francesco faccia un passo indietro. Ma il totonomi per il pontificato è già partito, o forse non si è mai fermato, complice il precedente creatosi con Ratzinger e l’assenza di un meccanismo strutturato che garantisca una sostituzione temporanea in caso di malattia.
Proprio ieri il cardinale Gianfranco Ravasi ha dichiarato che, qualora Bergoglio dovesse affrontare gravi difficoltà nello svolgimento del suo ministero, potrebbe considerare le dimissioni. Dello stesso avviso l’arcivescovo di Siviglia, José Ángel Saiz Meneses, il quale ha sottolineato la necessità di prepararsi a tale eventualità, citando l’esempio di Papa Benedetto XVI. Mentre per l’ex presidente della Conferenza Episcopale Spagnola, il Cardinale Juan José Omella, si tratta soltanto di speculazioni giornalistiche.
LA LETTERA DI RINUNCIA
Del resto, è stato lo stesso Papa a rivelare al quotidiano spagnolo ABC dell’esistenza di una lettera di rinuncia, da lui firmata all’inizio del ministero e consegnata nelle mani dell’allora segretario di Stato Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, da utilizzare nel caso in cui gravi impedimenti gli impedissero di svolgere le sue funzioni.
COME SI ELEGGE IL PAPA
L’elezione del Papa avviene attraverso il Conclave, l’assemblea dei cardinali elettori (attualmente sotto gli 80 anni) che si riuniscono nella Cappella Sistina dopo la morte o le dimissioni del Pontefice. Il Conclave è regolato dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis e prevede che i cardinali votino a scrutinio segreto fino a raggiungere una maggioranza qualificata di due terzi.
Dopo ogni votazione, le schede vengono bruciate: il fumo nero indica che non è stato eletto un nuovo Papa, mentre il fumo bianco annuncia al mondo l’elezione del nuovo Pontefice. Una volta scelto, il Papa accetta ufficialmente l’incarico e assume il nome con cui guiderà la Chiesa.
GLI SCENARI SULLA SUCCESSIONE DI PAPA FRANCESCO
L’eventuale rinuncia del Papa aprirebbe scenari di grande importanza per il futuro della Chiesa cattolica.
Come ha evidenziato Matteo Matzuzzi su Il Foglio, la posta in palio è quella di rendere la riforma della Chiesa un processo irreversibile. A garanzia della continuità, Bergoglio ha nominato l’80% degli attuali cardinali elettori, ma l’imprevedibilità rimane un carattere costitutivo delle dinamiche del Conclave.
Tra conservatori e riformisti, infatti, si inseriscono anche le numerose voci delle porpore venuti dalle periferie del mondo, su cui la Curia romana può avere un controllo relativo.
CHI SONO I POSSIBILI SUCCESSORI DI PAPA FRANCESCO
Tra i nomi più accreditati per la successione ci sono cardinali con esperienze, provenienze e visioni molto diverse.
Uno dei candidati più forti è Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, considerato un abile diplomatico e una figura chiave nelle relazioni internazionali della Santa Sede. La sua esperienza lo rende un candidato forte, ma la sua natura più burocratica potrebbe non entusiasmare tutti i cardinali.
Un altro nome importante è quello di Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e vicino alla Comunità di Sant’Egidio. Il suo impegno per la pace – è inviato speciale del Papa in Ucraina – e l’apertura al dialogo lo rendono un candidato ideale per proseguire lo stile pastorale di Papa Francesco.
Dall’Asia emerge la figura di Luis Antonio Tagle, cardinale filippino e Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Carismatico e molto amato, potrebbe rappresentare una svolta per la Chiesa, rendendola ancora più universale e aperta ai cambiamenti globali.
Jean-Claude Hollerich, gesuita lussemburghese, è un altro nome da tenere d’occhio. Relatore del Sinodo sulla sinodalità, è visto come un cardinale aperto ai temi pastorali e sociali, in linea con le riforme di Francesco.
Un possibile outsider è Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme. La sua esperienza con il mondo mediorientale e il dialogo interreligioso potrebbe dare una nuova impronta al pontificato.
GLI ALTRI POSSIBILI CANDIDATI
Tra gli altri possibili candidati troviamo il già citato Philippe Aveline, arcivescovo di Marsiglia, noto per il suo impegno a favore dei migranti e del dialogo interreligioso. Mentre Mario Grech, maltese, segretario generale del Sinodo, potrebbe essere una scelta per rafforzare la sinodalità nella Chiesa.
Dal Portogallo, José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, è apprezzato per la sua visione teologica e spirituale.
Dagli Stati Uniti emergono due nomi: Wilton Gregory, arcivescovo di Washington e primo cardinale afroamericano, noto per il suo impegno su temi di giustizia sociale, e Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, progressista e vicino alla linea pastorale di Francesco.
Dall’America Latina ci sono Sérgio da Rocha, arcivescovo di San Salvador de Bahia, e Leonardo Steiner, arcivescovo di Manaus, voce influente per la protezione dell’Amazzonia e delle questioni ambientali.
Infine, dall’Africa potrebbe emergere Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa, molto impegnato su giustizia sociale e ambiente.