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Golpe in Niger, Usa e Francia adesso che fanno?

I fatti e le ripercussioni interne e internazionali della presa del potere da parte del colonnello maggiore Amadou Abdramane in Niger

I fatti: stamattina, il colonnello maggiore Amadou Abdramane, circondato da militari in uniforme, ha annunciato su Tele Sahel la presa del potere nel nome di un “Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria”, e la sospensione di tutte le istituzioni politiche.

Da ieri il presidente legittimo Mohamed Bazoum è sequestrato nella sua abitazione e tenuto sotto controllo dalla guardia nazionale.

LO SCENARIO DEL NIGER

Gli alleati di Bazoum – in primo luogo la Francia – temevano da mesi un evento simile, che cambia ulteriormente gli equilibri nel Sahel e in Africa Occidentale ai danni dell’Occidente.

La Francia aveva dispiegato in Niger – inutilmente – il suo dispositivo militare “anti jihadista” per evitare un colpo di stato che segue i due operati in Mali (2020 e 2021) e i due in Burkina Faso (entrambi nel 2022), terminati con l’istaurazione di regimi militari.

In entrambi i Paesi i contingenti militari francesi sono stati espulsi dopo i golpe.

LA DINAMICA DEI FATTI

E’ stata proprio la guardia presidenziale, quella che avrebbe dovuto garantire l’incolumità del capo dello stato e che aveva accesso alle sue residenze, a condurre operativamente il golpe, guidata dal suo capo, il generale Abdourahmane Tchiani.

Inizialmente sembrava che altre forze militari sarebbero intervenute in difesa del presidente, e una delegazione della Comunità degli Stati dell’Africa dell’Ovest aveva provato una mediazione. Invano.

PERCHE’ C’E’ STATO UN GOLPE IN NIGER

Tchiani è a capo del gruppo meglio armato del Paese, forte di almeno duemila uomini. Secondo alcuni, il presidente avrebbe voluto rimuoverlo: nel 2021 però un colpo di stato era già stato tentato, ma Tchiani era rimasto fedele a Bazoum.

Tuttavia, il potere pubblico rimaneva debole, e in balia delle divisioni tra corpi militari dispiegati contro i jihadisti nell’enorme, desertico e povero territorio nazionale, abitato da agricoltori e pastori. Il Niger è comunque il quinto paese al mondo per estrazione di uranio, attività gestita dalla multinazionale francese Areva, che lo destina alle centrali nucleari in Francia.

GLI EFFETTI INTERNAZIONALI

L’Occidente, qui rappresentato da Francia e Stati Uniti, perderebbe così uno degli ultimi alleati nella regione, insieme al Ciad. Molte delle forze armate francesi dispiegate in Mali si sono trasferite proprio in Niger dopo essere state espulse da Bamako, per tentare di controllare almeno questo territorio: almeno 1500 soldati, più un numero imprecisato di “operatori speciali”, equipaggiati di droni e caccia. Parigi ha investito qui circa 100 milioni di euro solo nel 2022.

Nella regione, devastata dal cambiamento climatico e dissanguata dalla guerriglia jihadista, il sentimento anti-francese continua a crescere. Molti escludono comunque ogni coinvolgimento dei mercenari russi della galassia Wagner (oggi e domani si tiene a San Pietroburgo il II summit Russia-Africa): contrasti interni spiegherebbero un golpe il cui esito definitivo è ancora incerto.

 

(Analisi di Riccardo Pennisi, Aspenia)

 

– Leggi anche: Perché i governi occidentali devono spingere sulla Difesa

 

 

 

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