Dazi, le Borse europee in rosso: bruciati 367 miliardi. In Italia allarme in particolare per il settore agroalimentare
L’annuncio dell’imposizione dei dazi da parte degli Stati Uniti sta già scuotendo i mercati finanziari europei. Le Borse hanno chiuso in forte calo. Lo Stoxx 600, l’indice che raccoglie le principali capitalizzazioni europee, ha perso il 2,14%, mandando in fumo 367 miliardi di euro. A Piazza Affari, il Ftse Mib ha registrato una flessione del 3,41%, con una perdita di 31,61 miliardi di capitalizzazione. Tra i titoli più penalizzati ci sono Stellantis (-10,1%), Stm (-8,3%) e Iveco (-7,7%), segno che l’incertezza legata ai dazi colpisce in particolare i settori industriali e tecnologici.
A RISCHIO 7,8 MILIARDI DI EXPORT AGROALIMENTARE ITALIANO
L’allarme non riguarda solo i mercati finanziari, ma anche – e soprattutto – l’export agroalimentare italiano. Secondo Coldiretti, l’imposizione di tariffe aggiuntive sulle merci provenienti dall’Europa metterebbe a rischio 7,8 miliardi di euro di cibo Made in Italy, un record che nel 2024 aveva consolidato gli Stati Uniti come mercato strategico per il settore. Il timore è che il dazio del 25% sui prodotti italiani possa spingere i consumatori americani a orientarsi verso alternative più economiche, alimentando la crescita dell’industria del falso Made in Italy, che già oggi vale oltre 40 miliardi di euro.
L’impatto per le singole filiere sarebbe devastante: secondo le stime di Coldiretti, i consumatori americani potrebbero trovarsi a pagare fino a 2 miliardi di euro in più, con costi aggiuntivi di 500 milioni per il vino, 240 milioni per l’olio d’oliva, 170 milioni per la pasta e 120 milioni per i formaggi.
CIA: “L’EUROPA DEVE RISPONDERE SUBITO”
Di fronte alla minaccia dei dazi, la Cia-Agricoltori Italiani chiede una reazione immediata da parte dell’Unione europea. Il presidente Cristiano Fini ha sottolineato come i dazi non colpiranno solo l’Italia, ma avranno un effetto deflagrante su tutta l’economia agroalimentare europea. “Trump ha mobilitato gli agricoltori americani, noi dobbiamo mobilitare la nostra Europa” ha dichiarato Fini, ricordando che gli Stati Uniti non potranno mai replicare le eccellenze Dop e Igp italiane, come il Grana Padano, il Prosciutto di Parma, il Pecorino Romano, il Prosecco e il Brunello di Montalcino, il cui export verso gli USA vale oltre 2,4 miliardi di euro.
L’ALLARME DAI TERRITORI, L’EXPORT DI VERONA SOTTO ATTACCO
Anche dalle zone più produttive italiane arriva il campanello d’allarme. Un settore particolarmente esposto è quello dell’export veronese. Secondo la Camera di Commercio della città, gli Usa rappresentano il quarto mercato di sbocco per le imprese della provincia, con esportazioni che nel 2023 hanno superato 807 milioni di euro e registrato una crescita del 5,3% nei primi nove mesi del 2024. Le categorie più a rischio includono: bevande (in particolare vino), che rappresentano il 10,7% dell’export veronese; marmo e pietre lavorate, con il 23,7% delle vendite destinate agli Usa; macchinari industriali per vari settori, dalla metallurgia all’industria alimentare; mobili, con un’incidenza del 23,1% sul totale delle esportazioni.
Il presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Riello, ha avvertito che le conseguenze potrebbero essere ancora più gravi a causa di un effetto domino sugli altri partner commerciali, come la Germania, che potrebbe ridurre a sua volta la domanda di prodotti italiani. Le prime reazioni ai dazi annunciati da Trump dimostrano quindi come l’impatto potrebbe davvero fare molto male all’economia italiana, sia sul fronte finanziario che su quello produttivo.