La presidente von der Leyen: sul fronte commerciale “reagiremo con fermezza”. E annuncia: “Spese militari fuori dal patto di stabilità”
L’Ue si prepara a rispondere su due fronti cruciali: la difesa e il commercio. Sperando che non si tratti di colpi a salve. Mentre la Commissione propone una clausola di salvaguardia per escludere le spese militari dal Patto di Stabilità, gli Stati membri si interrogano sulla sua applicazione. Intanto, sul piano commerciale, si accende il confronto con gli Stati Uniti sui dazi, con Bruxelles pronta a reagire a misure ritenute “ingiustificate”.
DIFESA: VON DER LEYEN CHIEDE DI SUPERARE IL 3% CON CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA
Alla Conferenza di Monaco, la presidente Ursula von der Leyen ha lanciato una proposta chiara: “Dovremo aumentare ancora una volta in modo considerevole questo numero. Perché passare dal 2% a oltre il 3% significa centinaia di miliardi di investimenti in più ogni anno. Quindi, abbiamo bisogno di un approccio coraggioso. Posso annunciare che proporrò di attivare la clausola di salvaguardia per gli investimenti nella difesa”.
Una mossa che mira a rendere più flessibili le regole economiche dell’Ue, permettendo agli Stati membri di rafforzare i propri apparati militari senza violare i vincoli di bilancio imposti dal Patto di Stabilità.
L’ITALIA ACCOGLIE CON FAVORE LA PROPOSTA UE SULLA DIFESA
Il governo italiano ha espresso soddisfazione per l’iniziativa, sottolineando come l’esclusione delle spese per la difesa dal Patto fosse una richiesta avanzata da tempo. Palazzo Chigi ha definito il provvedimento “un primo, fondamentale passo nella giusta direzione, che dovrà essere seguito anche dall’istituzione di strumenti finanziari comuni”.
Anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha accolto positivamente l’annuncio di von der Leyen, “in merito a quella che, da anni, è sempre stata una mia vera ossessione: la necessità di scorporare le spese della Difesa dal Patto di Stabilità”. Crosetto ha poi evidenziato il ruolo centrale dell’Italia nel portare avanti questa linea: “Si tratta di un primo passo, fondamentale pur se non sufficiente, nella giusta direzione”.
CLAUSOLA GENERALE O NAZIONALE? IL DIBATTITO A BRUXELLES
Secondo fonti europee, come riferisce l’Ansa, esistono due tipologie di clausole di salvaguardia che potrebbero essere utilizzate per favorire gli investimenti nella difesa: una generale, valida per tutti gli Stati membri, e una nazionale, che ogni Paese può richiedere individualmente.
Mentre la clausola generale è stata attivata nel 2020 per la pandemia e richiede l’approvazione del Consiglio a maggioranza qualificata, quella nazionale permetterebbe ai singoli Stati di aumentare la spesa per la difesa al proprio ritmo. “Sarebbe quasi meglio se ogni paese richiedesse la clausola di salvaguardia nazionale”, sottolineano fonti a Bruxelles, dato che “legalmente la clausola di salvaguardia nazionale parla anche di circostanze eccezionali”.
I PAESI FRUGALI RESTANO CAUTI
Se Italia e Commissione spingono per una maggiore flessibilità, i cosiddetti Paesi “frugali” (Olanda, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia) si mostrano più scettici. “Ci vorrà un po’ ai frugali per digerirla” ha commentato un diplomatico europeo. Tuttavia, gli stessi riconoscono che questa soluzione sarebbe comunque preferibile alla creazione di un fondo comune per la difesa.
DAZI: VON DER LEYEN ‘AVVERTE’ GLI USA
Oltre alla difesa, l’Europa si prepara anche a una possibile escalation commerciale con gli Stati Uniti. von der Leyen ha messo in guardia contro i rischi di una guerra commerciale, ammonendo che “nessuno vince con i dazi” e promettendo “contromisure chiare e proporzionate” nel caso in cui Washington decida di imporre nuove tariffe sui prodotti europei.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha ribadito la necessità di affrontare la questione dei dazi a livello europeo: “E’ ovvio che si deve trattare come Europa. Poi, noi possiamo essere dei buoni ambasciatori dell’Europa, questo sì”. Tajani ha sottolineato che l’Italia farà di tutto per scongiurare una guerra commerciale, dato che il 40% del PIL nazionale dipende dall’export.
BRUXELLES: “REAGIREMO CON FERMEZZA”
La Commissione europea ha già chiarito la propria posizione in una nota ufficiale: “L’Ue reagirà con fermezza e immediatezza contro le barriere ingiustificate al commercio libero ed equo, anche quando i dazi vengono utilizzati per contestare politiche legali e non discriminatorie”. L’Unione, dunque, non sembra intenzionata a subire passivamente eventuali mosse protezionistiche da parte di Washington. I contatti tra le due sponde dell’Atlantico sono in corso, ma la tensione resta alta.