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programma Fdi europee

Cosa c’è nel programma di FdI per le Europee: no al green deal, Europa confederale, industria della difesa

Tutti i punti del programma di FdI per le elezioni europee: al centro della politica estera comune c’è l’energia, la competitività e lo sviluppo dell’Africa 

Sono 15 i punti del programma di FdI per le elezioni europee del prossimo 8 e del 9 giugno. Il piano del partito italiano, leader dell’Ecr il gruppo dei conservatori riformisti europei, affronta numerosi temi, dall’agricoltura, al lavoro e all’economia del mare, dall’energia, alla sanità, dalla competitività delle industrie europee al rapporto con i partner internazionali.

LA VISIONE DI EUROPA NEL PROGRAMMA FDI PER LE EUROPEE

Il programma vero è proprio è anticipato da un’introduzione, il “Manifesto per l’Europa dei popoli, della libertà e delle identità”, nella quale viene tracciata la visione d’Europa del partito della premier Meloni. Quella che immagina FdI è “un gigante politico con un ruolo da protagonista nello scenario internazionale, in grado di affrontare le grandi sfide cui è chiamata a rispondere”. Ma è un modello diverso da quello cui hanno dato vita i Trattati.

È “un’Europa confederale”, “un’alleanza di Nazioni sovrane, unite sui grandi temi da una politica e da un destino comuni, e libere di intervenire sulle materie più prossime alla vita dei cittadini, difendendo le specificità dei contesti nazionali”. Le questioni che FdI immagina che debbano essere condivise tra i 27 sono “la politica estera, la difesa, la sicurezza dei confini esterni, la regolamentazione del fenomeno migratorio, il mercato unico e l’energia” lasciando le restanti politiche alle competenze dei singoli Stati.

GREEN DEAL: TUTTO QUELLO CHE FDI VORREBBE CAMBIARE

È un approccio generalmente critico quello di FdI in materia di politiche green. Dall’agricoltura all’energia, sono diverse le politiche che il partito di Meloni vorrebbe cambiare nell’attuale approccio europeo. “Rivedere la Politica Agricola Comune (PAC) rimuovendo le norme che riducono le superfici coltivabili e il reddito degli agricoltori, innalzando il limite previsto per gli aiuti di Stato e introducendo una moratoria sui debiti – si legge nel programma di FdI -. Rivedere la normativa sul “Ripristino della natura” per non penalizzare l’agricoltura e l’allevamento. Proseguire la battaglia contro la produzione e commercializzazione di carne e cibi sintetici”.

In materia di politiche ambientali tour court Fdi si propone di “cancellare il blocco alla produzione di auto a motore endotermico dal 2035: rilanciare il settore automotive secondo il principio di neutralità tecnologica”, “creare strumenti comuni europei con cui finanziare le priorità industriali di carattere strategico”, “escludere dal computo di deficit e debito le spese per investimento collegate alla transizione verde e digitale, nonché quelle per la difesa”, “modificare radicalmente la direttiva sulle “case green” per tutelare i proprietari di immobili”, e “scorporare gli investimenti nella transizione verde dal calcolo del rapporto deficit/PIL”.

Questi ultimi due punti richiederanno un particolare sforzo per essere realizzati in quanto il recente accordo sul Patto di stabilità ha escluso la possibilità di escludere le spese in investimenti strategici dall’equilibrio di deficit e debito da rispettare. Allo stesso tempo l’Ecofin, lo scorso 12 aprile, ha approvato l’accordo sulle case green, pur senza i voti di Italia e Ungheria (che hanno votato contro) e l’astensione di Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovenia e Svezia.

MIX ENERGETICO E SÌ AL NUCLEARE “SICURO” NEL PROGRAMMA FDI PER LE EUROPEE

La politica estera immaginata da FdI si intreccia con le indicazioni di politica industriale ed energetica. Se da un lato si segnala la necessità di “diversificare le fonti di approvvigionamento energetico e differenziare le fonti di energia”, di “garantire l’autonomia degli Stati membri nel decidere il proprio mix energetico” e di “orientare le politiche dell’Italia e dei Paesi membri verso una neutralità energetica”, dall’altro si sottolinea l’esigenza di “sviluppare nel quadro del Piano Mattei accordi di cooperazione e partenariati strategici in ambito energetico con gli Stati africani produttori di energia”. Sempre in campo energetico c’è l’apertura al “nucleare da fusione più sicuro, stabile e pulito”, tema che deriva direttamente dal programma del centrodestra per le elezioni politiche del 2022.

POLITICA ESTERA: UN’EUROPA LIBERA E SOVRANA CON UN’INDUSTRIA DELLA DIFESA COMUNE

L’Europa “Forte, libera e sovrana” è un continente che si propone di perseguire “una pace giusta in Ucraina e per il perseguimento del principio “due popoli, due Stati” in Medio Oriente”, di dare “priorità all’Africa, in quanto area geografica strategica per l’Unione europea” e “costruire una politica industriale comune nel settore della difesa, aumentando la collaborazione in una logica di sovranità europea, potenziando la base industriale sia in termini di produzione che di ricerca e sviluppo, e consolidare un’industria della difesa tecnologicamente avanzata, libera da dipendenze esterne ma integrata con la NATO”. Mettere al centro l’Africa significa, per gli estensori del programma di FdI, “sostenere il diritto a non emigrare affrontando alla radice le cause dell’immigrazione irregolare con il Piano Mattei per l’Africa”.

LAVORO E NATALITÀ NEL PROGRAMMA DI FDI PER LE EUROPEE

Il tema del lavoro è il primo affrontato dal programma di FdI. Per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro il programma di Fratelli d’Italia punta a sostenere “l’imprenditorialità e l’innovazione attraverso finanziamenti e semplificazione normativa”, a “limitare il peso amministrativo e burocratico derivante dalle normative UE” e a “incentivare l’imprenditoria giovanile”. Le politiche del lavoro non sono, sorprendentemente, legate direttamente a quelle del sostegno alla natalità. Quest’ultima vuole essere incentivata considerando “la spesa pubblica finalizzata alla natalità come un investimento di carattere produttivo”, investendo “una significativa parte del bilancio europeo per finanziare le politiche di supporto alla famiglia e alla natalità intraprese dagli Stati membri” e promuovendo “una cultura baby friendly attraverso campagne di comunicazione europee”.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE: DIFENDERE IL LAVORO E SOSTENERE LE IMPRESE

Il grande tema del nostro tempo, l’intelligenza artificiale, viene affrontato in termini difensivi e proattivi. Se da un lato si pensa a “una cabina di regia europea per governare i cambiamenti politici e sociali determinati dall’avvento dell’IA, per analizzare i fattori di rischio e per tutelare i posti di lavoro”, dall’altro si propone di “stanziare fondi europei per la creazione di un polo comune di ricerca e sviluppo delle tecnologie dell’IA”, “attuare campagne di alfabetizzazione digitale” e “sostenere le imprese che investono in ricerca, sviluppo e implementazione dei sistemi di IA”.

SALUTE: NO AL GREEN PASS E RISARCIMENTO PER I DANNI DA VACCINO

In materia di sanità il partito di Meloni si propone di “aumentare gli investimenti sulla sanità”, investire nella prevenzione per “prepararsi ad affrontare eventuali minacce per la salute a carattere transfrontaliero” e “finanziare con fondi europei campagne di prevenzione e screening”. Un capitolo è anche dedicato al Covid. Viene ribadito il “no” al green pass globale proposto dall’OMS e dall’UE e si vuole “fare luce sugli errori commessi nella gestione della pandemia e garantire giustizia alle persone che hanno subito danni permanenti dopo la vaccinazione contro il Covid-19”.

Leggi anche: Quali sono le proposte dei partiti europei sulla politica estera comune

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