Secondo fonti israeliane “Sinwar è stato ucciso” in uno scontro a fuoco a Gaza. L’Idf avrebbe portato via il presunto cadavere del capo di Hamas per verificare il suo Dna
Yahya Sinwar, leader di Hamas, è stato ucciso in uno scontro a fuoco nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Dopo il condizionale d’obbligo e le iniziali cautele, la notizia – riportata da diversi media internazionali – è stata confermata dalla tv israeliana Channel 12, la quale ha affermato che “tutti i test effettuati indicano che Sinwar è stato eliminato”. La sua morte segna la fine di un’importante figura alla guida di Hamas, considerato la mente dietro l’attacco contro Israele del 7 ottobre 2023.
CHI E’ YAHYA SINWAR
Nato nel 1962 a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, Yahya Sinwar è stato uno dei fondatori dell’ala militare di Hamas, le Brigate al Qassam. Sinwar ha trascorso oltre vent’anni nelle carceri israeliane, dopo essere stato arrestato nel 1989 e condannato a quattro ergastoli per il rapimento e l’uccisione di due militari israeliani e di quattro palestinesi accusati di collaborare con Israele. Durante la prigionia, ha consolidato la sua leadership all’interno del movimento, emergendo come una figura carismatica e intransigente, riconosciuta anche dai detenuti non affiliati a Hamas.
Nel 2011, fu liberato come parte di uno scambio di prigionieri che coinvolgeva la restituzione del soldato israeliano Gilad Shalit. Da allora, Sinwar ha rapidamente scalato i ranghi all’interno di Hamas, fino a diventare il leader dell’organizzazione nella Striscia di Gaza nel 2017. Durante la sua leadership, ha lavorato a stretto contatto con Ismail Haniyeh per rafforzare le relazioni del movimento con l’Iran e con altri alleati regionali, intensificando le capacità militari di Hamas.
Conosciuto come “il macellaio di Gaza”, Sinwar è stato una figura chiave nella strategia di Hamas di lotta armata contro Israele, guadagnandosi il titolo di uno dei leader più ricercati dalle autorità israeliane. Il suo potere si è mantenuto saldamente legato al controllo militare e alla repressione interna, inclusa l’eliminazione di rivali all’interno del movimento, come l’uccisione del comandante Mahmoud Ishtewi nel 2016. La sua morte rappresenta una svolta significativa nel conflitto tra Hamas e Israele, segnando la caduta di una delle figure più spietate e influenti del movimento.