Iliana Ivanova è la nuova Commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù. Tra i suoi obiettivi: un nuovo slancio per la ricerca, istruzione e conferma del Green Deal
La Commissione di Ursula von der Leyen, ha un nuovo membro, è la Commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù Iliana Ivanova. A designare la nuova Commissaria è stato il governo bulgaro (un altro candidato era Daniel Lorer, membro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa), per sostituire l’ex-commissaria Mariya Gabriel, passata al ruolo di vicepremier e ministro degli Esteri.
L’ex commissaria Gabriel è stata “reclutata” dal partito conservatore Gerb per formare il governo insieme al partito liberale Continuiamo il cambiamento – Bulgaria Democratica.
IL VOTO DEL PARLAMENTO EUROPEO SU ILIANA IVANOVA
La nomina di Ivanova ha ottenuto dell’approvazione del Consiglio e il voto, a larga maggioranza, del Parlamento dell’UE. Gli eurodeputati, riuniti in plenaria a Strasburgo, si sono così espressi: 522 voti a favore, 27 contrari, 51 astenuti
CHI È ILIANA IVANOVA: NUOVA COMMISSARIA PER L’INNOVAZIONE, LA RICERCA, LA CULTURA, L’ISTRUZIONE E LA GIOVENTÙ
La neo-commissaria Ivanova è una decana del Parlamento Europeo: dal 2009 al 2012 è stata un europarlamentare ricoprendo la carica di vicepresidente della commissione per il Controllo del bilancio e della commissione speciale sulla Crisi economica, finanziaria e sociale. Dal 1° gennaio 2013 ha lasciato la politica e ha lavorato all’interno della Corte dei Conti Europea dove è stata relatrice per 27 relazioni di audit, sui temi dello sviluppo regionale, la coesione, l’Iniziativa per l’occupazione giovanile e la Garanzia per i giovani, l’Agenda digitale europea e le innovazioni, le competenze digitali, l’educazione, nonché gli strumenti per la risposta iniziale dell’UE alla crisi del COVID-19. In particolare, Ivanova si è occupata della dichiarazione di affidabilità annuale nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale “Coesione economica, sociale e territoriale”. Dal novembre 2022 sino ad oggi ha ricoperto il ruolo di Presidente del comitato di controllo della qualità dell’audit.
LA FORMAZIONE DI ILIANA IVANOVA
Iliana Ivanova parla, oltre al rumeno, quattro lingue: inglese, francese, tedesco e russo. La neo-commissaria è diplomata al liceo di lingue straniere Romain Rolland di Stara Zagora, la sua città natale, è laureata in Relazioni Economiche Internazionali presso l’Università Economica di Varna e ha conseguito il master in Finanza Internazionale presso la Thunderbird School of Global Management, Arizona.
LE PAROLE DI URSULA VON DER LEYEN SULLA NUOVA COMMISSARIA
Iliana Ivanova è stata fortemente voluta dalla commissaria UE Ursula von der Leyen. “La sua esperienza è fondamentale per portare avanti l’attuazione del programma di ricerca Horizon Europe, per migliorare le prestazioni della spesa per la ricerca dell’Ue e ottenere un migliore impatto sul territorio”, ha anticipato la presidente della Commissione von der Leyen I
IL DISCORSO DI ILIANA IVANOVA E LE TRE PRIORITÀ
Nel corso dell’audizione all’Europarlamento Iliana Ivanova ha tracciato la rotta del suo operato e fissato tre priorità. “Tre punti per me sono essenziali – dice Ivanova -: il ruolo chiave della ricerca e dell’innovazione per il modello di crescita dell’Ue; le migliori possibilità per favorire l’istruzione e le competenze, perché rafforzare il potenziale dei nostri cittadini è il miglior investimento per il futuro; infine, il ruolo di coesione della cultura per la nostra società, emancipare i giovani e unire le persone tramite lo sport”, ha detto la neo-commissaria.
L’IMPEGNO PER LA RICERCA
Nel 2000 la Strategia di Lisbona voleva fare dell’Unione Europea “la più competitiva e dinamica economia della conoscenza entro il 2010”. Un obiettivo non centrato del tutto sul quale ora torna la commissaria Ivanova. “Ricerca e innovazione sono una conditio sine qua non per il nostro futuro sostenibile – ha detto Ivanova -.
L’Europa è una potenza scientifica, abbiamo i migliori ricercatori e innovatori al mondo, ma il panorama è frammentato e gli obiettivi di Horizon Europe sono ancora sotto il target del 3% del Pil e molto sotto ai competitor globali.
Servono anche leve significative con partenariati e sinergie globali sull’innovazione per il futuro verde e digitale dell’Ue”. Nel 2021 l’Ue ha speso 328 miliardi di euro in ricerca e sviluppo (R&S), una cifra corrispondente al 2,27% del PIL. L’Italia è ancora più indietro fermandosi all’1,5% del PIL.
IL PROGRAMMA HORIZON EUROPE E LA PERFORMANCE DELL’ITALIA
Il secondo punto all’attenzione della commissaria Ivanova è il finanziamento della missione Horizon Europe, il Programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027. Ivanova si è impegnata “a difendere con forza il bilancio Horizon Europe nel suo stanziamento a favore degli obiettivi dello stesso programma” sebbene vi sia “tanta pressione su tutti i bilanci, possiamo fare molto con le risorse esistenti”. Anche in questo caso l’Italia gioca la sua parte.
“Nella classifica del posizionamento con gli altri paesi europei, l’Italia è sul podio 7 volte su 12 se si guarda al numero dei beneficiari finanziabili, 5 su 7 se si considera al budget ottenibile – si legge sul sito di APRE, l’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea -.
Il confronto con H2020 mostra un buon inizio del nuovo programma con possibili luci e ombre sulle quali si può iniziare ad agire, in particolar modo sul fronte terzo pilastro “Europa Innovativa”.
IL GREEN DEAL E I DUBBI DEL GOVERNO ITALIANO
La commissaria ha sottolineato il proprio interesse a proseguire lungo la strada del Green Deal, il pacchetto di riforme richieste ai paesi Ue per contenere l’impatto della produzione sull’ambiente e che fissa nelle date del 2035 e del 2050, rispettivamente, gli obiettivi delle auto a zero emissioni e della neutralità climatica dell’Ue. “Occorre estrema prudenza pensando alle sfide legate al Green Deal europeo – ha spiegato la commissaria -, per utilizzare al meglio ogni singolo euro disponibile. Il bilancio pluriennale non può essere l’unico strumento per coprire le crisi, dobbiamo attrarre investimenti. Siamo al 24% e dobbiamo arrivare al 35% entro i tempi prestabiliti.
Il 67% dei partenariati è impegnato nel raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo, e rappresentano uno strumento che attira ulteriori investimenti privati”. Sul Green Deal si sono consumati diversi scontri tra Ue e governo italiano. “Noi – ha detto il ministro del Made in Italy Adolfo Urso – non mettiamo in dubbio le date del 2035 o del 2050 ma chiediamo che ci sia una riflessione sulla base dei dati concreti che sono sotto gli occhi di tutti, e che hanno portato le associazioni di imprese europee e i lavoratori europei a chiedere un cambio di passo alla Commissione”.
“Noi – ha ribadito – tuteliamo l’impresa e il lavoro italiani ed europei, e credo che questo sia uno dei punti fondamentali in un’Europa che voglia essere solidale e competitiva a livello globale. Per questo chiediamo che siano modificate le tappe e le modalità per giungere a quegli appuntamenti, affinché siano sostenibili”.