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Chi è e cosa significa la vittoria di Claudia Sheinbaum in Messico

Largo successo per Sheinbaum, neo ‘presidenta’ del Messico e leader  del partito di sinistra radicale Morena. L’analisi di Riccardo Pennisi

In Messico, la vittoria di Claudia Sheinbaum: cruciale per l’America Latina, in 7 punti

1. La vittoria è larga: circa il 60% dei votanti ha scelto Sheinbaum come “presidenta” del Messico. Il 30% ha votato Xóchitl Gálvez, conservatrice; e il 10% il candidato del centro-sinistra Jorge Máynez. (lo scrutinio è ancora in corso). Sarà la prima presidente donna del Messico.

2. Sheinbaum succede a Andrés Manuel López Obrador (AMLO) sia come capo di stato del Paese, sia come volto principale del partito di sinistra radicale Morena, cioè Movimento di Rigenerazione Nazionale, ex associazione-movimento trasformata in partito. Il nome è anche un riferimento alla Vergine di Guadalupe, popolarissima patrona del Messico, soprannominata La Morena.

3. AMLO, presidente dal 2018, poteva contare su degli indici di gradimento altissimi, costruiti su misure sociali come il raddoppio dei salari minimi e dei giorni di vacanza garantiti per legge, borse di studio pubbliche per l’università o l’introduzione della pensione universale indicizzata sull’inflazione, e ora protetta da un articolo della Costituzione. [provvedimenti che, da noi, qualcuno attaccherebbe come dei vergognosi regali ai fannulloni, o degli schiaffi al volere supremo del mercato: in Messico, dove hanno portato fuori dalla povertà 10 milioni di persone, ci si vincono le elezioni].

4. Anche Sheinbaum, “Claudia” come la chiamano tutti, era già molto popolare. 61enne scienziata (PhD in ingegneria energetica), era governatrice uscente del distretto autonomo di Città del Messico. Originaria di una famiglia ebraica laica, i suoi nonni comunisti emigrarono tutti dall’Europa: quelli paterni, sefarditi, dalla Lituania negli anni ’20. Quelli materni, askenaziti, dalla Bulgaria durante l’occupazione nazista. I suoi genitori – una biologa e un chimico – parteciparono al vasto movimento sessantottino messicano, infine represso nel sangue nella piazza delle Tre Culture.

5. La sua vittoria arriva – nella dinamica politica latinoamericana – dopo quella dell’anarcocapitalista Milei in Argentina, che aveva interrotto la gran serie di affermazioni della sinistra nella regione, dal Brasile al Cile, dal Guatemala alla Colombia. Rimane dunque a sinistra il secondo Paese più popolato (130 milioni di abitanti) dell’America Latina.

6. Sheinbaum ha promesso di ampliare il programma sociale del predecessore, di rafforzare il controllo pubblico sulle imprese di gestione dell’energia, di continuare a costruire infrastrutture, soprattutto le ferrovie per cui il Messico è famoso. A quello, aggiunge le sue preoccupazioni principali: la difesa dell’ambiente e del patrimonio naturale pubblico, e l’avanzamento dei diritti delle donne – due questioni su cui AMLO non ha certo brillato.

7. Rigorosa, attaccata al lavoro e devota all’impegno politico, nei tre mesi di campagna elettorale ha girato il Paese mantenendo il ritmo di tre eventi al giorno. I messicani l’hanno premiata in massa.

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