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Mattarella

Anche Mattarella tirato in ballo nel Mondo al contrario di Vannacci

La Verità parla di “manina di Mattarella nella guerra al generale”. Intanto, Vannacci flirta con Salvini e pensa alla discesa in politica. I Graffi di Damato

La manina di Mattarella nella guerra al generale”, ha titolato su tutta la prima pagina La Verità– quella di Maurizio Belpietro- come per dare una chiave di lettura al più alto livello istituzionale di questo giallo d’estate che è ormai diventato il libro dell’ex comandante della Folgore Roberto Vannacci felicemente intitolato ai fini promozionali “Il mondo al contrario”. E naturalmente portato in testa alla classifica delle vendite dai suoi stessi detrattori con un’autorete sulla quale forse dovrebbero riflettere prendendo lezione da un omosessuale dichiarato come Tommaso Cerno. Che ha portato la vicenda sulla prima pagina della sua Identità più per scherzarci sopra che per indignarsi. “Il De Bello Gaio, il libro scritto dal Generale Vannucci che si è definito nipotino di Giulio Cesare- ha scritto il simpatico ex parlamentare pd ed ex direttore dell’Espresso– è la prova che in Italia le minoranze come i gay non solo non sono rappresentate ma servono alle maggioranze per parlare di sé e occupare gli spazi che finora non avevano avuto”.

LA MANINA DI MATTARELLA

Belpietro ha cercato di attribuire la sua intuizione, sospetto e quant’altro sulla “manina” di Mattarella, disturbandone le vacanze sulle Dolomiti, al ministro della Difesa in persona, Guido Crosetto. Che ha raccontato di avere disposto la sostanziale rimozione di Vannacci dal comando dell’Istituto Geografico Militare di Firenze per soddisfare le attese, richieste, pressioni delle alte gerarchie militari, potendo bastare secondo lui un intervento meno drastico. Fra le altre gerarchie militari, con un po’ di buona volontà più che verità, al minuscolo, si potrebbe anche mettere Mattarella per il ruolo attribuitogli come presidente della Repubblica dall’articolo 87 della Costituzione di capo delle Forze Armate. Cui forse non ha esagerato ad attribuire “lo sconcerto” neppure Domani, il giornale dell’ingegnere Carlo De Benedetti in questa fase dichiaratamente “radicale” del suo impegno pubblico.

LE TENTAZIONI DELLA POLITICA

Ciascuno ormai dà il suo contributo quotidiano a far cadere il generale- che in qualche modo ha già dismesso la divisa e comincia a farsi intervistare dalle televisioni in maniche di camicia civile- nella tentazione di qualche candidatura politica. Il leader leghista Matteo Salvini lo ha già chiamato al telefono, cominciando col promettergli che avrebbe letto tutte le 300 pagine e più del suo libro. E lui, il generale, in una intervista al Tg1 ha rivendicato per sé il diritto e l’interesse a non escludere nulla, per cui Il Giornale non ha forzato la mano titolando: “Vannacci: politica, chissà…”.

Magari, alla Lega verrà la voglia di candidare Vannacci persino alle politiche in concorrenza col meloniano Crosetto. Che ha procurato al Fatto Quotidiano la sorpresa, domenica scorsa in prima pagina, di “difenderlo”, per quanto “guerrafondaio” sull’Ucraina. Nessun imbarazzo invece per Matteo Renzi, che sul suo Riformista ha cominciato a chiamarlo per nome: “Salvate il soldato Guido”. Scherzi d’estate.

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