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PAPA FRANCESCO

Addio a Papa Francesco: l’eredità di un grande innovatore

Il Papa di tutti, dei poveri e dei migranti, della misericordia e della periferia. Pop, rivoluzionario, riformatore, ecologista, comunista, peronista,”antipapa”. Inclusivo e divisivo, severo e accogliente, woke e conservatore, franco e ambiguo, amato dai laici e avversato dai prelati: con la morte di Papa Francesco, termina oggi, dopo quasi 12 anni, uno dei pontificati più dirompenti e innovativi che la Chiesa abbia mai vissuto

Papa Francesco è riuscito a vivere la sua ultima Pasqua, a impartire l’ultima benedizione urbi et orbi e a fare l’ultimo bagno di folla, a salutare i suoi fedeli.

“Alle 7.35 il vescovo di Roma Francesco è tornato alla casa del Padre – ha  annunciato il cardinal Farrell -. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa”, ha proseguito il cardinale annunciando la notizia ai fedeli. “Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio uno e trino”.

IL PAPA CHE ARRIVAVA DALLA “FINE DEL MONDO”

Gli scandali legati al Vatileaks, il passo indietro di Papa Benedetto XVI, ufficialmente per l’età avanzata e la mancanza di forze, l’urgenza di una riforma interna radicale: che il conclave del 2013  fosse il preludio a una stagione di profondi cambiamenti lo si intuiva già dal clima surreale che gravava sul Vaticano, con un papa dimissionario ancora in vita e una spaccatura interna apparentemente insanabile. 

Eppure in pochissimi avrebbero puntato sul cardinale Jorge Maria Bergoglio, gesuita bonaerense del 1936 estraneo alle strategie della curia romana, piuttosto anziano e con varie complicanze di salute . Era stato già scartato nel 2005, quando gli era stato preferito proprio Ratzinger.

Ma la necessità di una svolta aveva convinto i porporati a una scelta radicale, un profilo di rottura capace di riformare il clero e riavvicinare la Chiesa ai fedeli. Il 13 marzo 2013 giungeva così la fumata bianca: vinceva il desiderio di un Papa più vicino ai problemi sociali e meno legato alle battaglie dottrinali.

IL NUOVO CORSO DI PAPA FRANCESCO

Primo “americano” al soglio pontificio, primo gesuita, primo del suo nome: quel Francesco, il Poverello d’Assisi, a cui nessuno dei suoi predecessori aveva voluto accostarsi per timore del confronto.

Un riferimento perfetto per la rivoluzione che il 266° Papa era chiamato a compiere. Inaugurata con la visita pastorale a Lampedusa, in ricordo dei morti del Mediterraneo e al fianco degli ultimi, lui figlio di emigrati italiani in Argentina. 

Sin dall’inizio, un’immagine di semplicità e vicinanza alla gente: il rifiuto di indossare i tradizionali paramenti d’oro, la scelta di abitare nella residenza di Santa Marta invece che nel Palazzo Apostolico, il primo discorso aperto con un semplice “Buonasera”.

Un modo inedito di essere pontefice per una Chiesa missionaria, argine alla “cultura dello scarto” di un’economia nemica dei poveri e consacrata alla speculazione finanziaria. Un indirizzo che il pontefice delinea nel 2013 con l’enciclica Evangelii Gaudium e che si traduce fin da subito in gesti concreti, con la creazione di dormitori e servizi per i senzatetto in Vaticano.

LOTTA CONTRO GLI ABUSI E RIFORMA DELLA CURIA

Papa Francesco ha avviato una serie di riforme significative all’interno della Chiesa, tra cui la riforma della Curia e dello Ior, con l’obiettivo di rendere più trasparenti e responsabili le istituzioni vaticane. Un passo importante è stato l’abolizione dell’ergastolo in Vaticano, sostituito dalla reclusione da 30 a 35 anni e l’introduzione di nuove leggi nel Codice penale vaticano, che oggi include reati come tortura, violenza sessuale, pedopornografia e atti sessuali con minori, nel quadro della lotta contro gli abusi all’interno della Chiesa, iniziata in parte dal suo predecessore Papa Benedetto XVI.

Decisive, poi, le misure contro i membri del clero coinvolti in scandali: allontanati dal collegio cardinalizio il cardinale scozzese Keith O’Brien, accusato di molestie sessuali su altri sacerdoti, e Angelo Becciu, coinvolto in scandali finanziari. Per rafforzare la protezione dei minori, Bergoglio ha anche istituito una Commissione per la protezione dei fanciulli. Sul piano della governance ecclesiastica, ha avviato una profonda riforma della Curia romana, con la costituzione apostolica Praedicate Evangelium (2022), che ha riorganizzato i dicasteri vaticani rendendoli più orientati alla missione evangelica che alla burocrazia, e dato impulso a una massiccia spending review delle spese amministrative.

DA SAN FRANCESCO E PAPA FRANCESCO: LA QUESTIONE AMBIENTALE

La vicinanza al “poverello di Assisi” non è stata solo nel nome. Papa Francesco è stato il primo pontefice a dedicare un’intera enciclica alla crisi ambientale. Con Laudato si’ (2015) ha richiamato l’umanità alla responsabilità verso il creato, denunciando l’uso indiscriminato delle risorse e le disuguaglianze sociali generate dal cambiamento climatico. Non un’ode al creato, come il Cantico delle creature, ma un documento che ha avuto un impatto globale, influenzando anche i dibattiti politici internazionali.

UN NUOVO APPROCCIO ALLA FAMIGLIA E ALLA SESSUALITÀ

Uno degli aspetti più discussi del suo pontificato è stato il tentativo di rendere la Chiesa più inclusiva nei confronti delle persone divorziate risposate e della comunità LGBTQ+. Nel 2016, con l’esortazione apostolica Amoris Laetitia, ha aperto alla possibilità per i divorziati risposati di accedere ai sacramenti in alcuni casi, spaccando la Chiesa tra tradizionalisti e progressisti.

Il pontificato di Bergoglio ha segnato inoltre una vera e propria rivoluzione nell’approccio alla sessualità. Spesso considerato un tabù, il Papa ne ha parlato come di un “dono di Dio“, aprendo anche alle coppie dello stesso sesso – celebre il suo “chi sono io per giudicare un gay? – pur senza intaccare la dottrina ufficiale.

Il Papa ha spesso spinto sul tema delle unioni civili e sottolineato il diritto degli omosessuali di “essere in una famiglia“. Nel dicembre 2023, la dichiarazione Fiducia Supplicans ha aperto alla possibilità di benedizioni per le coppie omosessuali, purché non fossero equiparate al matrimonio. Il documento ribadiva che il matrimonio sacramentale restava unione esclusiva tra uomo e donna, ma ammetteva che preti e vescovi potessero benedire con preghiere spontanee coppie dello stesso sesso che lo chiedessero “senza formalismi o ritualità”, scatenando forti polemiche tra i cattolici più conservatori e alcuni episcopati, come quello africano, che rifiutarono di applicare la direttiva. Come del resto ha suscitato critiche di tutt’altro segno il presunto commento del Papa durante un incontro privato con i vescovi italiani nel maggio 2023, in cui avrebbe constatato, con linguaggio scorretto, l’eccessiva presenza di omosessuali nei seminari.

PAPA FRANCESCO E LE ALTRE RELIGIONI

Durante il suo pontificato, Papa Francesco ha cercato il dialogo con tutte le religioni.  Storico è stato l’incontro del 2019 con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmed al-Tayeb, con il quale ha firmato il Documento sulla Fratellanza Umana, un appello alla pace tra cristiani e musulmani. Ha anche compiuto gesti di riconciliazione con il mondo ebraico e ha promosso il dialogo con la Chiesa ortodossa, incontrando nel 2016 il Patriarca Kirill, un evento senza precedenti dal tempo dello scisma del 1054.

L’EREDITÀ DI JORGE MARIA BERGOGLIO

Negli ultimi anni, Papa Francesco ha dovuto affrontare problemi di salute che lo hanno costretto a ridurre i viaggi e gli impegni pubblici. Nel 2024, ha modificato le regole sui funerali papali, esprimendo il desiderio di una cerimonia più semplice. Quest’anno s’era inaugurato con una nomina storica, quella della suora Simona Brambilla a capo del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, prima donna nella Chiesa a ricoprire un ruolo del genere.

La sua eredità è quella di un papa che ha cercato di cambiare la Chiesa rendendola più vicina alla gente, più attenta ai poveri e ai problemi sociali. Un pontefice che ha aperto molte porte, ma che lascia anche una comunità ecclesiastica segnata da profonde divisioni: resta da vedere se il nuovo corso sarà pienamente abbracciato dalla Chiesa, o se il clero, già profondamente scosso dallo slancio in avanti di Bergoglio, non finisca per optare per un riallineamento sulle posizioni di sempre.

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