Al 2030 i treni alimentati con sistemi a idrogeno (FCH) potrebbero aggiudicarsi un market share che nell’ipotesi più probabile si attesterà sul 20% e competerà con le tecnologie diesel ed elettrica. A rivelarlo lo studio Roland Berger
Oggi il 40% delle principali linee della rete ferroviaria europea e il 20% di tutto il traffico su rotaia è alimentato con motori a diesel. Con ovvi impatti ambientali. L’Unione Europea è impegnata in prima linea nella lotta al cambiamento climatico. E i nuovi treni che utilizzano tecnologie a idrogeno e celle a combustibile, da qui l’acronimo FCH – Fuel Cells and Hydrogen, possono diventare uno dei suoi più grandi alleati. Perché sono flessibili, a zero emissioni e silenziosi.
I TRENI A FHC POSSONO SOSTITUIRE IL DIESEL
Queste le caratteristiche principali dei treni a propulsione FCH. Lo studio di Roland Berger «The use of fuel cells and hydrogen in the railway environment», creato insieme a Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking (FCH JU) e Shift2Rail Joint Undertaking (S2R JU), analizza a fondo le possibili evoluzioni nell’utilizzo dei treni FCH in relazione alla sostituzione del vetusto materiale rotabile alimentato a diesel.
DA QUI AL 2030 1 SU 5 TRENI SARÀ A IDROGENO
Gli esperti di Roland Berger prospettano un incremento significativo del mercato. Entro un decennio o poco più un treno su cinque sarà alimentato con sistemi FCH. Questo tipo di convogli offrono performance altamente tecnologiche nonché grande flessibilità e versatilità. Ma non solo.
PARISETTI (ROLAND BERGER): “UNA VERA SOLUZIONE VERDE”
«I treni a idrogeno, grazie alle loro peculiari caratteristiche», spiega Francesco Calvi Parisetti, Partner di Roland Berger Italia, «Risultano essere una vera soluzione “verde” all’inquinamento generato dalle vecchie flotte diesel. L’idrogeno favorisce applicazioni multi-modali e comuni stazioni di rifornimento tra treno, bus e auto che saranno alimentate con la stessa tecnologia. Questo dà slancio ad un aumento dell’utilizzo delle infrastrutture e ne riduce il costo per l’utente finale. Certo, tornando ai treni FCH, ad oggi si percepisce il vantaggio economico sul diesel solo su tratte di lunga percorrenza, oltre i 100 km, a bassa frequentazione, e dove il costo dell’energia è particolarmente contenuto».