Mediobanca sfodera una serie di risultati sorprendenti per gli stessi analisti e fa volare il titolo in borsa
In risposta ai conti annuali di MPS, Mediobanca sfodera una serie di risultati sorprendenti per gli stessi analisti e fa volare il titolo in borsa che al momento quota oltre +1,50% ed ha registrato un record da dicembre 2006 a 17,08€. Dopo la chiusura dell’ultimo bilancio annuale lo scorso giugno, con risultati sopra le aspettative, Mediobanca ha presentato una semestrale ancora record, con 660m di utile netto e 1848m di ricavi. Forte di tale situazione, il Cda ha dunque alzato i target di utili e dividenti per il 2026 quindi il prossimo anno, stando alle nuove stime appena diffuse, il dividendo cash salirà del 40% e si passerà dai 3,7mld inizialmente attesi ad oltre 4 mld.
Questo annuncio ha portato a un rialzo considerevole del titolo in borsa di Mediobanca, con una conseguente ulteriore apertura della forchetta di prezzo con il titolo MPS, che da quando è stata annunciata l’OPS si è allargata sempre di più. È ormai chiara la reazione del mercato, che comprando Mediobanca e vendendo Monte dei Paschi potrebbe incidere in modo negativo sulla riuscita dell’OPS. Se infatti la situazione dovesse rimanere invariata, a MPS servirebbero almeno 3 miliardi per rilanciare su Mediobanca: cifre decisamente fuori dalla sua portata allo stato attuale.
Equita parla di un “set di risultati solidi e sopra le attese, con sorpresa positiva soprattutto sul fronte delle commissioni e rialzo della guidance sull’anno fiscale 2026”.
L’annuncio recente di Piazzetta Cuccia che ha reso pubblici i conti semestrali di Mediobanca restituisce effettivamente un quadro complessivo senz’altro ottimo: ricavi aumentati del 75% a 1,848 miliardi, utili in salita dell’8% a 660 milioni di euro e una previsione per il 2026 che delinea ricavi superiori ai 4 miliardi. Tutti risultati, questi, che non fanno altro che confermare l’efficacia del piano “One Brand – One Culture” di Mediobanca ed incentivano il management a proseguire nella propria strategia.
In quanto all’Offerta di Pubblico Scambio avanzata da Monte dei Paschi, lo scetticismo da parte del mercato appare ormai sempre più evidente, nonostante l’appoggio da parte del governo e degli azionisti chiave come Delfin e Caltagirone.
La proposta di dar vita a un “nuovo campione nazionale” è talvolta considerata poco realistica, poiché MPS sta ancora cercando di superare le sfide derivanti da un periodo complicato, incluse problematiche relative ai crediti deteriorati e potenziali rischi legali. L’unione di due entità così diverse, con Mediobanca che dispone di un modello consolidato focalizzato su servizi ad alto valore aggiunto, suscita interrogativi sulla reale possibilità di creare sinergie efficaci.
A rendere l’operazione ancora più complessa sono le relazioni tra le società: Delfin e Caltagirone possiedono quote significative in entrambe le banche, oltre che in Generali, e questo crea una situazione che potrebbe dare origine a interessi non sempre in linea con quelli del resto degli azionisti. Il governo, da parte sua, vedrebbe con favore un consolidamento di MPS all’interno di un piano più ampio per il settore bancario italiano, tuttavia le forti performance di Mediobanca sembrano andare in direzione opposta, suggerendo che Piazzetta Cuccia non abbia bisogno di operazioni straordinarie per rafforzare la propria crescita.
Il mercato, al momento, sembra non avere dubbi: sebbene una fusione potrebbe fornire a MPS una nuova vitalità (e a chi la sostiene un peso maggiore all’interno di Mediobanca), per quest’ultima i rischi di perdita di valore, di dispersione delle risorse e di possibili conflitti interni non possono essere sottovalutati. Qualora la fusione dovesse effettivamente concretizzarsi, risulterebbe fondamentale chiarire in quali modalità e misura gli azionisti di Mediobanca verrebbero tutelati, sia per quanto riguarda il riconoscimento di un adeguato premio, sia per gli aspetti di governance.
Attualmente, la solidità di Mediobanca – supportata da prospettive di utili, ricavi e dividendi in costante crescita – suggerisce che l’OPS di Monte dei Paschi potrebbe non andare a buon fine. Inoltre, sebbene la volontà politica o gli interessi di alcuni azionisti siano forti, non è detto che siano così convincenti da portare piazza Affari e la stessa Mediobanca a impegnarsi in un’operazione che, per molti analisti, appare prematura. L’attenzione si concentra ora sul possibile rilancio di Monte dei Paschi e sulle prossime decisioni del consiglio di Piazzetta Cuccia, che dovrà valutare l’effettiva convenienza della fusione.