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Chi sono i giuristi contro il decreto-legge sicurezza

L’appello dei giuristi contro il decreto sicurezza voluto dal Governo. Nove i promotori, tra questi tre presidenti emeriti della Corte Costituzionale, Ugo de Siervo, Gaetano Silvestri e Gustavo Zagrebelsky, e due vicepresidenti emeriti della Suprema Corte, Enzo Chieli e Paolo Maddalena

Sono più di 250 i giuristi che hanno firmato l’appello “Per una sicurezza democratica” contro il “decreto -legge sicurezza voluto” dal Governo. Per i giuristi il decreto sicurezza “viola le prerogative costituzionali garantite al Parlamento, punta a reprimere il dissenso e comprime alcuni diritti fondamentali, tassello fondamentale in qualunque democrazia”.

DECRETO SICUREZZA: PREOCCUPAZIONI DEI GIURISTI

“Ci sono momenti nei quali accadono forzature istituzionali di particolare gravità, di fronte alle quali non è più possibile tacere ed è anzi doveroso assumere insieme delle pubbliche posizioni. È questo il caso che si è verificato nei giorni scorsi quando il disegno di legge sulla sicurezza, che stava concludendo il suo iter dopo lunghi mesi di acceso dibattito parlamentare dati i discutibilissimi contenuti, è stato trasformato dal Governo in un ennesimo decreto-legge, senza che vi fosse alcuna straordinarietà, né alcun reale presupposto di necessità e di urgenza, come la Costituzione impone”.

Queste sono le parole solenni con le quali 9 giuspubblicisti hanno promosso la sottoscrizione di un appello aperto a tutti contro il disegno di legge sulla sicurezza che “è stato trasformato dal Governo in un ennesimo decreto-legge, senza che vi fosse alcuna straordinarietà, né alcun reale presupposto di necessità e di urgenza, come la Costituzione impone”.

CHI SONO I NOVE PROMOTORI DELL’APPELLO CONTRO IL IL DECRETO LEGGE SICUREZZA

Gli ideatori della chiamata alla firma sono nove giuristi, tra cui tre presidenti emeriti della Corte Costituzionale (Ugo de Siervo, Gaetano Silvestri e Gustavo Zagrebelsky) e due vicepresidenti emeriti della Suprema Corte (Enzo Chieli e Paolo Maddalena). A seguire ci sono i quattro docenti di diritto pubblico e costituzionale Maria Agostina Cabiddu, Vittorio Angiolini, Roberto Zaccaria e Roberta Calvano.

DE SIERVO E SILVESTRI: I PRESIDENTI EMERITI DELLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO IL DECRETO SICUREZZA

Le prime tre firme apposte sull’appello “Per una sicurezza democratica” sono quelle dei tre presidenti emeriti della Corte Costituzionale Ugo de Siervo, Gaetano Silvestri e Gustavo Zagrebelsky.

Il Presidente emerito Ugo de Siervo, classe 1942, si è laureato con il massimo dei voti e lode nel 1965 in diritto costituzionale presso la Facoltà di giurisprudenza di Firenze, quattro anni dopo, nel 1969, è diventato assistente ordinario di diritto costituzionale con il prof. Paolo Barile. Nel 1976 diventa professore ordinario in diritto pubblico e insegna nelle Università di Salerno e di Firenze. Dal 1980 al 2011, anno del pensionamento, è stato professore ordinario di diritto costituzionale presso la facoltà di giurisprudenza di Firenze.

Dal 1997 al 2001 ha fatto parte dell’autorità amministrativa indipendente di tutela dei dati personali mentre dal 2002 è stato nominato giudice della Corte costituzionale, della quale è divenuto vice-Presidente nel febbraio 2009 e Presidente dal dicembre 2010 al 2011 e al termine del mandato gli è stato conferito il titolo di Presidente emerito della Corte.

Il prof. Gaetano Silvestri si è laureato in giurisprudenza nel 1966 presso l’Università degli Studi di Messina. Presso la stessa università ha iniziato ad insegnare nel 1970 quando ha vinto il concorso per assistente ordinario alla cattedra di Diritto Costituzionale. Dieci anni dopo, vince il concorso per il raggruppamento “Diritto Costituzionale” e diventa ordinario di Diritto parlamentare nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Messina.

Nel giugno del 2005 diventa giudice della Corte Costituzionale ricevendo 587 voti dal Parlamento in seduta comune. Nel 2013 diventa vicepresidente della Suprema Corte e successivamente presidente, fino al 28 giugno 2014.

Inoltre, dal 2016 al 2019 è stato presidente della Scuola superiore della magistratura e dal 2018 al 2021 dell’Associazione italiana dei costituzionalisti.

GUSTAVO ZAGREBELSKY, IL GIUDICE DEL “NO” ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE TARGATA RENZI

Gustavo Zagrebelsky è il profilo più politico tra i presidenti emeriti della Corte Costituzionale promotori dell’appello. Giurista italiano di origini russe, si è laureato presso l’università di Torino, la stessa dove inizia la sua carriera insegnando Diritto Costituzionale. A seguire insegna anche presso l’Università di Sassari. Il 9 settembre 1995 il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro lo nomina giudice costituzionale e il 28 gennaio 2004 ne viene eletto presidente.

Zagrebelsky è socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, presidente onorario dell’associazione Libertà e Giustizia e presidente della Biennale Democrazia.

Nel biennio 2015-2016 ha contrastato la riforma costituzionale promossa dal Governo Renzi, rappresentando le ragioni del “No” in numerosi dibattiti pubblici e televisivi, inoltre ha contribuito alla fondazione del Coordinamento per la democrazia costituzionale e del Comitato per il No nel referendum sulle modifiche alla Costituzione di cui è Presidente Onorario.

CHI È IL VICEPRESIDENTI ENZO CHIELI

Il prof. Enzo Chieli, come il prof. Ugo De Siervo è stato allievo del prof. Paolo Barile. Professore ordinario di “diritto costituzionale” nelle Università di Cagliari, Siena e Firenze, ha insegnato anche presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma, l’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli e la Facoltà di Scienze politiche “La Sapienza” di Roma

Da 1987 al 1996 è stato giudice della Corte costituzionale di cui, nel 1995, ha assunto la vicepresidenza

Numerosi sono stati i suoi incarichi istituzionali. Tra questi:

  • dal 1976 al 1980 componente del Consiglio di amministrazione della RAI;
  • dal 1997 al 1998 ha presieduto la Commissione per la riforma del Ministero per i beni culturali e ambientali;
  • dal 1998 al 2005 è stato Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni;
  • dal 2006 al 2008 ha presieduto la Commissione per la riforma dell’editoria;
  • dal 2007 al 2010 è stato Presidente del Consiglio Superiore delle Comunicazioni.

PAOLO MADDALENA, IL GIUDICE DELLA CORTE DEI CONTI CHE IL M5S VOLEVA AL QUIRINALE

Il vicepresidente Paolo Maddalena, classe 1936, si è laureato presso l’Università di Napoli nel 1958. Dal 1971 ha insegnato istituzioni di diritto romano, nello stesso anno entra nella magistratura della Corte dei Conti nel 1971 lavorando presso la Procura Generale, per poi passare, dal 1995, al vertice della Procura regionale del Lazio della magistratura contabile.

Negli anni ha partecipato al gruppo Ecologia e Territorio istituito presso la Corte suprema di cassazione, ed è stato Capo di gabinetto del ministro della Pubblica istruzione Gerardo e Capo ufficio legislativo presso il Ministero dell’ambiente. successivamente al suo ingresso in magistratura spostò i suoi interessi verso il diritto amministrativo e costituzionale.

Ha insegnato presso l’Università degli Studi di Pavia e dal 1991 al 1998 è stato titolare della cattedra Jean Monnet Diritto della Comunità Europea per il patrimonio culturale ed ambientale presso l’Università degli Studi della Tuscia a Viterbo. L’elezione alla Corte Costituzionale arriva il 17 luglio 2002 nella quota riservata alla magistratura contabile, la nomina a vicepresidente, invece, arriva il 10 dicembre 2010, nominato dal presidente Ugo De Siervo, è confermato dal successivo presidente Alfonso Quaranta.

Anche il vicepresidente Maddalena ha provato a incidere nella vita politica del paese. Nel corso delle ultime votazioni per scegliere il Presidente della Repubblica, 40 parlamentari, per la maggior parte fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle, lo votano come Capo dello Stato, Paolo Maddalena risulta il più votato al I e al II scrutinio.

 

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