Cardinali da tutto il mondo per scegliere il successore di Papa Francesco
Il prossimo Conclave per l’elezione del nuovo Papa si preannuncia come il più internazionale di sempre. A eleggere il successore di papa Francesco saranno infatti 135 cardinali elettori, provenienti da tutti i continenti, espressione di una Chiesa sempre meno eurocentrica e sempre più attenta alle periferie del mondo. La data esatta sarà fissata nei prossimi giorni dalle Congregazioni generali, ma l’inizio è previsto per i primi di maggio.
UN COLLEGIO CARDINALIZIO RINNOVATO DA FRANCESCO
Degli attuali 135 cardinali con diritto di voto (ossia sotto gli 80 anni), ben 108 sono stati creati da papa Francesco durante i suoi dieci Concistori. Una percentuale che sfiora l’80% e che riflette l’impronta del Pontefice argentino: inclusiva, universale, proiettata verso le Chiese di frontiera. Gli altri elettori includono 22 cardinali nominati da Benedetto XVI e solo cinque da Giovanni Paolo II. Il collegio completo conta 252 cardinali, di cui 117 non elettori.
L’EQULIBRIO GEOGRAFICO DEL CONCLAVE
L’Europa rimane il continente più rappresentato con 59 cardinali elettori (19 dall’Italia), ma la sua centralità è ormai ridimensionata. Seguono le Americhe con 37 elettori (16 dal Nord, 4 dal Centro e 17 dal Sud), l’Asia con 20, l’Africa con 16 e l’Oceania con 3. Tra i Paesi più rappresentati spiccano l’Italia con 17 cardinali (escluso Angelo Becciu) e gli Stati Uniti con 10. Questa distribuzione riflette la volontà di Francesco di costruire una Chiesa universale, meno legata all’Occidente e più vicina alle realtà locali.
CARDINALI GIOVANI, PERIFERIE E ORDINI RELIGOSI
Tra i nuovi cardinali spiccano nomi giovani e legati a comunità marginali. Il più giovane elettore sarà l’ucraino Mykola Byčok, 45 anni, attivo in Australia. Il più anziano sarà lo spagnolo Carlos Osoro Sierra, che compirà 80 anni il 16 maggio. Rilevante anche la presenza degli ordini religiosi: saranno 34 i cardinali provenienti da congregazioni, tra cui Gesuiti, Salesiani, Francescani, Domenicani e Redentoristi. Una figura emblematica è il missionario piemontese Giorgio Marengo, 50 anni, prefetto apostolico di Ulan Bator in Mongolia.
Il collegio cardinalizio non è affatto omogeneo: riflette sensibilità molto diverse su temi etici, dottrinali e pastorali. Tra i cardinali nominati da Francesco ci sono anche figure critiche come il tedesco Gerhard Ludwig Mueller, ex prefetto della Dottrina della fede sotto Ratzinger, noto per le sue posizioni conservatrici. Molti cardinali africani mantengono posizioni tradizionaliste, soprattutto su questioni come l’omosessualità o le benedizioni alle coppie gay, spesso in contrasto con l’approccio europeo e con il documento Fiducia supplicans.
FRANCESCO E IL FUTURO: GIOVANNI XXIV?
In queste giornate si svolgono le Congregazioni generali, momenti decisivi in cui i cardinali si confrontano, condividono valutazioni e discutono i dossier più rilevanti per la Chiesa: dalla tutela del creato alle disuguaglianze, dall’evangelizzazione alla riforma della Curia. È qui che si gettano le basi per il voto in Cappella Sistina. Tra i partecipanti c’è il nodo Angelo Becciu, che ha dichiarato di avere ancora diritto a entrare in Conclave, malgrado la condanna non definitiva per peculato e abuso d’ufficio.
Non sono mancati i momenti di ironia da parte di papa Francesco sul suo successore. In più occasioni ha scherzato immaginando che il prossimo Papa potrebbe chiamarsi Giovanni XXIV. Una battuta, certo, ma anche un segnale di apertura e continuità con il rinnovamento conciliare.