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Becciu Conclave

Becciu al conclave? Il nodo sul suo status

Il cardinale Angelo Becciu parteciperà al conclave? L’ex sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato e prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, poi travolto da uno scandalo legato agli investimenti finanziari della Santa Sede, dal 2020 ha perso i “diritti cardinalizi” (ufficialmente per rinuncia). Ma non il suo status

La possibile presenza del cardinale Angelo Becciu al prossimo conclave, dopo la revoca dei diritti cardinalizi da parte di Papa Francesco, apre un fronte delicato nel cuore della Chiesa.

Il tempo stringe: secondo quanto stabilito dall’Universi Dominici Gregis, entro l’11 maggio al massimo, a venti giorni dalla morte di Papa Francesco, tutti i cardinali elettori dovranno essere presenti in Vaticano.

In teoria, Becciu, nato nel 1948, rientra nella fascia d’età prevista (sotto gli 80 anni) per partecipare al voto. Ma non figura nell’elenco degli elettori diramato dalla Santa Sede.

CHI È BECCIU

Originario di Pattada in provincia di Sassari, sacerdote dal 1972, Becciu è stato Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato (una delle posizioni più strategiche della Curia romana) dal 2011 al 2018, anno in cui ha ricevuto la nomina cardinalizia dallo stesso Bergoglio, insieme all’incarico di prefetto della Congregazione delle cause dei santi.

IL CASO BECCIU

Primo porporato processato da un tribunale laico vaticano per peculato e abuso d’ufficio, è stato poi condannato in primo grado nel 2023. La fase di appello è fissata per settembre di quest’anno.

La sua vicenda diviene presto simbolo della nuova linea di trasparenza voluta da Papa Francesco, decisa a rompere con le pratiche opache del passato. La parabola giudiziaria ha origine nel 2020, quando emergono irregolarità nella gestione dei fondi della Segreteria di Stato. Tra le operazioni oggetto dell’inchiesta l’acquisto di un immobile di lusso a Londra, che avrebbe provocato pesanti perdite economiche per il Vaticano, e la distrazione di fondi destinati alla carità per operazioni poco trasparenti.

LA REVOCA DEI DIRITTI CARDINALIZI

Il 24 settembre 2020, Angelo Becciu è oggetto di una decisione senza precedenti di Papa Francesco, di cui fin lì era stato uno degli uomini più fidati. A seguito di un incontro riservato tra i due, un comunicato ufficiale riportava: “Il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di prefetto della Congregazione delle cause dei santi e dai diritti connessi al cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu”.

Una formula netta, in cui però non si fa cenno alla “dignità cardinalizia”, cioè al titolo onorifico e alla possibilità, almeno in linea teorica, di partecipare a un conclave. Nel frattempo, Becciu ha mantenuto il titolo, partecipando anche al concistoro del 2022 per la nomina di venti nuovi cardinali e ricucendo in parte i suoi rapporti con Papa Francesco.

IL NODO SULLA FORMULA

Tuttavia, l’atto di revoca dei diritti cardinalizi, espresso nella forma di una rinuncia accettata dal pontefice, peraltro mai messa per iscritto e i cui contorni non sono mai stati precisati, lascia spazio all’incertezza.

Tanto più che l’Universi Dominici Gregis, il documento che fissa le procedure del conclave, parla del diritto di partecipare al conclave, ma anche del dovere di rispondere all’annuncio di convocazione, come ricostruisce il giornalista esperto di Vaticano Iacopo Scaramuzzi su la Repubblica.

Un nodo a cui Becciu potrebbe appellarsi e che aprirebbe a una possibile invalidazione del conclave. Pur nell’improbabilità di questo scenario, un eventuale conflitto irrisolto peserebbe comunque sull’elezione del prossimo papa.

BECCIU A ROMA PER IL CONCLAVE

Le tensioni attorno al caso Becciu sono esplose fin dalla prima congregazione generale del Collegio cardinalizio, svoltasi ieri mattina nell’Aula Nuova del Sinodo. Il suo nome, infatti, non figura nell’elenco dei cardinali elettori, benché Becciu abbia lasciato la Sardegna per Roma con l’intenzione di partecipare al conclave, chiarendo all’Unione Sarda che il documento diramato dalla Santa Sede “non ha alcun valore giuridico”

Secondo Il Fatto Quotidiano, il collegio cardinalizio non sarebbe ostile in linea teorica a un suo reintegro, ma deve scontare l’opposizione decisa del Segretario di Stato Pietro Parolin, la cui voce pesa negli equilibri interni al Vaticano.

Leggi anche: Un Papa italiano? Chi sono i cardinali Parolin, Zuppi, Pizzaballa

 

 

 

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