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Camera dei deputati

Troppi decreti – legge ma il Parlamento è vivo: i dati dell’Osservatorio della Camera dei deputati

Il Rapporto “La legislazione tra Stato, Regioni e Unione Europea 2024-2025” dell’Osservatorio sulla legislazione della Camera dei deputati conferma il ricorso troppo disinvolto ai decreti – legge . Allo stesso tempo il Parlamento si mostra vivo e attivo, soprattuto per ciò che riguarda la produzione normativa europea 

Il rapporto “La legislazione tra Stato, Regioni e Unione Europea 2024-2025” dell’Osservatorio sulla legislazione della Camera dei deputati, analizza l’attività normativa nazionale, regionale ed europea, evidenziandone punti di forza e criticità.

IL DILAGANTE RICORSO AI DECRETI – LEGGE

A livello nazionale, persiste il ricorso frequente ai decreti-legge (39% delle leggi approvate nella XIX legislatura, erano il 34 per cento nel corrispondente periodo della XVIII legislatura), che, come riporta il dossier, “continua a combinarsi con i persistenti fenomeni del “monocameralismo alternato” e della “confluenza” tra i decreti–legge, e la tendenza a una legislazione frammentaria.

Il ricorso ai decreti-legge è una pratica affermatesi da più legislature, per cui occorre ribadire che si tratta di una questione di sistema e non di responsabilità̀ una maggioranza politica.

Circa il 60 per cento delle parole contenute nelle leggi approvate nella legislatura è contenuto in decreti–legge convertiti, con un miglioramento rispetto al dato del corrispondente periodo della XVIII legislatura (68 per cento). “Viene confermata la capacità trasformativa del Parlamento nei confronti dei decreti–legge – si legge nel dossier -: in termini percentuali, nella legislatura in corso, durante l’iter di conversione i testi dei decreti–legge sono cresciuti del 58 per cento con riferimento al numero dei commi e del 62,6 per cento con riferimento al numero di parole (nel corrispondente periodo della scorsa legislatura i due valori erano rispettivamente del 59,9 per cento e del 66,8 per cento). L’incremento del numero dei commi indica anche come la capacità trasformativa si traduca in un’integrazione dei testi decreti–legge piuttosto che in modifiche del loro contenuto iniziale”.

DECRETI – LEGGE : IL BIASIMO DELLA CORTE COSTITUZIONALE

La pratica della decretazione d’urgenza è stata biasimata anche dalla Corte costituzionale che ne ha sottolineato i limiti. Emerge, inoltre, una crescente attenzione, all’esterno e all’interno del Parlamento, a tale elemento critico, con alcuni primi segnali nella direzione di un esame maggiormente ordinato dei decreti–legge.

Nella legislatura in corso, al tempo stesso, si rileva un orientamento ad una maggiore programmazione legislativa, che può essere colto nel maggiore ricorso allo strumento della delega legislativa: nella legislatura in corso sono state approvate dodici disposizioni di delega, alcune di ampia portata come quelle in materia di riforma fiscale e di riforma dei mercati dei capitali, contro le sette della legislatura precedente.

LA VITALITÀ DEL PARLAMENTO ITALIANO

Accanto degli aspetti richiamati, dai dati del Rapporto risulta confermata la vitalità̀ delle procedure parlamentari grazie alle quali le Assemblee legislative restano al centro del processo normativo che ormai da molti anni è “multilivello” (Unione europea–Stato–Regioni) ed è organizzato in grandi “filoni” legislativi, cioè̀ in politiche pubbliche che risultano trasversali ai diversi livelli di governo, coinvolgendoli tutti. Questo è particolarmente vero in relazione alla partecipazione del Parlamento italiano al processo normativo dell’Unione europea.

LA PARTECIPAZIONE DEL PARLAMENTO ITALIANO AL PROCESSO NORMATIVO DELL’UE

Le due Camere, attraverso la combinazione delle procedure previste dai Trattati, dalla legge n. 234 del 2012 nonché́ nei rispettivi Regolamenti, abbiano consolidato il proprio intervento in tutte le fasi del processo decisionale dell’Unione, giungendo a rappresentare uno dei modelli più avanzati tra i parlamenti degli Stati membri. Esse partecipano infatti regolarmente ed effettivamente:

  • alla definizione delle linee generali della politica europea dell’Italia e delle grandi priorità̀ delle Istituzioni dell’Unione, in particolare mediante l’approvazione di risoluzioni in esito alle comunicazioni del Presidente del Consiglio prima di ciascuna riunione ordinaria del Consiglio europeo;
  • alla formazione della posizione nazionale in vista dei negoziati su progetti legislativi e alla verifica della conformità̀ dei medesimi progetti ai principi in materia di competenze, attraverso le apposite procedure di esame previste nei Regolamenti e, nel caso della Camera, da pareri della Giunta per il Regolamento;
  • al dialogo politico diretto con la Commissione e il Parlamento europeo nonché alla cooperazione interparlamentare multilaterale nell’Ue;
  • alla attuazione nell’ordinamento interno della normativa europea come pure dei grandi programmi di spesa finanziati dall’Unione.

IL RUOLO DEL PARLAMENTO NELLA DEFINIZIONE DEL NEXT GENERATION EU

Infatti, il Parlamento italiano, nel corso della XVIII legislatura, è stato l’unico ad intervenire in tutte le fasi che hanno portato prima alla definizione della iniziativa Next Generation EU e poi alla sua progressiva declinazione ed attuazione a livello nazionale, attraverso il PNRR.

In particolare, in occasione della predisposizione del PNRR, il Parlamento italiano è risultato, tra gli organi legislativi dell’Unione europea, quello maggiormente coinvolto, attraverso una procedura che ha visto la predisposizione da parte delle Commissioni bilancio, una volta acquisito il parere di tutte le Commissioni permanenti, di una relazione per le Assemblee di Camera e Senato, le quali hanno quindi proceduto l’adozione di appositi atti di indirizzo. Le procedure di monitoraggio dell’attuazione del PNRR delineate nella passata legislatura, hanno trovato attuazione nella legislatura in corso. In particolare, le relazioni semestrali sull’attuazione del Piano sono state oggetto di esame parlamentare, con modalità̀ che hanno visto il coinvolgimento delle Commissioni bilancio e politiche dell’Unione europea e delle Assemblee e con l’approvazione di atti di indirizzo.

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