Per settimane è andata in scena una vera e propria guerra di nervi tra il ministro della Giustizia Nordio e l’Associazione nazionale magistrati del nuovo corso guidato da Cesare Parodi. Botta e risposta, accuse, affondi sui giornali e dichiarazioni pubbliche che hanno infiammato il dibattito. Adesso qualcosa sembra muoversi. Dopo tanta tensione, si intravedono i primi segnali di disgelo, che potrebbero segnare forse l’inizio di un confronto più civile.
SPIRAGLI DOPO L’INCONTRO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
E’ questo l’esito delle due ore di confronto serrato al Ministero della Giustizia tra il guardasigilli e una delegazione dell’Anm. Toni pacati ma decisi, una sfilza di dossier sul tavolo e un obiettivo comune dichiarato: cercare soluzioni condivise per migliorare il sistema giustizia. Un faccia a faccia che, pur senza cancellare le divergenze, segna una tregua nei rapporti turbolenti degli ultimi mesi.
“Non c’è accordo su tutto, ma su molti punti c’è stata sintonia” ha dichiarato Parodi uscendo da via Arenula. “Abbiamo trattato i temi già affrontati con la presidente Meloni, integrandoli con altri, come il femminicidio. Il ministro ci ha ascoltati con attenzione, ora speriamo in risposte concrete”.
NORDIO: “CON L’ANM CONFRONTO APERTO E FRANCO”
Dal canto suo, Nordio ha parlato di “confronto aperto e franco”, rivendicando uno spirito di piena collaborazione e rispetto reciproco. In una nota ufficiale, il Ministero sottolinea come siano stati affrontati temi concreti e urgenti: sovraffollamento carcerario, edilizia penitenziaria, processo telematico, geografia giudiziaria, carenza di organico, uso dell’intelligenza artificiale, fino alla nuova normativa sul femminicidio e alle difficoltà applicative legate al principio di collegialità.
“Su molti argomenti tecnici – si legge – si sono trovati accordi per un’azione bilaterale volta a una tutela rapida ed effettiva dei cittadini. In altri, come la stabilizzazione del personale precario o il diritto alla malattia dei magistrati, sono stati illustrati i risultati raggiunti e gli obiettivi futuri, compatibilmente con le risorse disponibili nella prossima legge di bilancio”.
I FRONTI APERTI: CARCERAZIONE PREVENTIVA E AMNISTIA
Tra i nodi più delicati c’è quello della carcerazione preventiva, che Nordio vorrebbe riformare come strumento per ridurre il sovraffollamento carcerario. Su questo l’Anm non ha ancora assunto una posizione ufficiale, ma valuterà. Di contro, i magistrati avevano proposto l’amnistia come misura straordinaria, proposta che però il governo ha già bocciato.
Parodi ha anche segnalato la “drammatica” situazione delle Rems (le strutture per i malati psichiatrici autori di reato), sottolineando la mancanza di posti e personale adeguato. “Su questo – ha detto – abbiamo trovato ascolto e apertura”.
VERSO UN FRONTE REFERENDARIO CON LE OPPOSIZIONI?
Altro tema scottante: la riforma della separazione delle carriere. Anche se non affrontata con Nordio, rimane centrale nell’agenda dell’Anm. Parodi ha ribadito l’impegno dell’associazione nel contrastare il progetto del governo e ha aperto alla possibilità di costituire in futuro un comitato referendario. “Al momento non c’è un referendum, quindi non esiste ancora un comitato. Ma stiamo valutando la prospettiva di creare una struttura che possa relazionarsi in modo efficace con l’opinione pubblica”.
In questo contesto, l’Anm non esclude di coinvolgere anche le opposizioni politiche. “Ne stiamo parlando con tutti, per ovvie ragioni” ha spiegato Parodi, facendo riferimento agli incontri in corso con i gruppi parlamentari.
UNA TREGUA, LE DISTANZE TRA ANM E MINISTERO RIMANGONO
L’impressione è che l’incontro di oggi segni una pausa nella tensione, più che una vera svolta. Le distanze rimangono, soprattutto sul piano politico, ma si è aperto uno spazio di dialogo tecnico su cui potrebbero innestarsi riforme più condivise. Per ora, le due parti sembrano aver scelto di percorrere la via del confronto anziché quella dello scontro. Rimane da vedere quanto durerà questa tregua.