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Piantedosi

Perché Piantedosi è il ministro più ‘blindato’ d’Italia

Il pressing della Lega per un ritorno di Salvini al Viminale non ha fatto altro che rafforzare la posizione dell’attuale ministro dell’Interno Piantedosi

C’è chi sogna di tornare al Viminale e chi dal Viminale proprio non si schioda. Matteo Piantedosi, oggi ministro dell’Interno, è diventato uno dei pilastri più solidi del governo Meloni. Talmente saldo che persino Matteo Salvini – che quel ministero lo ha già guidato e che dal congresso della Lega è uscito con la spinta di tornarci- è costretto a frenare. “Con Piantedosi parlo tutti i giorni e lavoriamo benissimo” ha detto il leader leghista, smentendo qualsiasi tensione. Ma le voci restano. E il muro degli alleati pure.

FDI BLINDA PIANTEDOSI, LA LEGA RALLENTA

Nel giorno in cui Fratelli d’Italia presenta alla Camera la proposta di legge sui “doveri dei richiedenti asilo”, la linea del partito è chiara: Piantedosi è intoccabile. Il capogruppo Galeazzo Bignami lo elogia apertamente per i “risultati concreti” nella gestione dei flussi migratori: -63% di sbarchi rispetto al 2023, un ulteriore calo del 30% rispetto a inizio 2024. Dati che vengono letti come la prova che le politiche “strutturali e sistemiche” del governo stanno funzionando.

A fare da sfondo alla difesa del ministro, c’è la proposta firmata da Sara Kelany e Francesco Filini, che chiede ai migranti di sottoscrivere non solo i propri diritti, ma anche i doveri civici e legali da rispettare in Italia. “Stiamo dicendo che l’Italia non è la repubblica delle banane” rincara Filini. La campagna di Fratelli d’Italia si chiamerà “Prima di tutto i doveri” ed è il tassello comunicativo di un disegno politico più ampio. E chi sta al centro del mosaico? Ovviamente Piantedosi.

LA TENTAZIONE (SFUMATA) DI PIANTEDOSI CANDIDATO IN CAMPANIA

Nel risiko del centrodestra si era parlato anche di una possibile corsa di Piantedosi alle Regionali in Campania. Un’ipotesi che il diretto interessato ha stroncato sul nascere: “Mi interessa solo l’Avellino Calcio, non la Regione Campania”. Una battuta, certo, ma anche una dichiarazione d’intenti: il Viminale non si molla. Almeno per ora.

LE MONTAGNE RUSSE NELLA MAGGIORANZA

Dal centrodestra arrivano segnali di tregua, ma sotto la superficie la tensione rimane. Antonio Tajani  liquida la questione con un “Piantedosi sta lavorando benissimo”, mentre il ministro Adolfo Urso parla di “straordinaria efficacia”. Tra guerre, crisi e dossier bollenti, l’ultima cosa che Giorgia Meloni vuole è un rimpasto di governo. Per questo, secondo indiscrezioni stampa, avrebbe fatto arrivare un messaggio chiaro all’alleato Salvini: “Non è il momento”. E finché la premier non decide diversamente, Piantedosi resta il ministro più blindato d’Italia. Anche se attorno a lui, le trame sembrano sempre di più aver preso il corso di un fiume carsico.

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