La prescrizione, attualmente gestibile grazie alla riforma Cartabia, rischia di diventare un’arma giuridica cruciale per Santanchè qualora le novità volute dal Guardasigilli entrassero in vigore.
La prescrizione potrebbe rivelarsi un fattore decisivo nel procedimento contro la ministra del Turismo Daniela Santanchè per truffa aggravata ai danni dell’Inps.
I timori sulla dilazione dei tempi già sollevati dalla Procura di Milano per contestare il rinvio dell’udienza preliminare al 20 maggio sarebbero infatti infondati in regime di riforma Cartabia, ma il colpo di spugna sulla prescrizione prospettato dalla riforma Nordio potrebbe cambiare le carte in tavola.
TEMPI DI PRESCRIZIONE PER IL REATO CONTESTATO A SANTANCHÈ
La vicenda giudiziaria che coinvolge la ministra del Turismo Daniela Santanchè per truffa aggravata all’INPS (reato contestato ai sensi dell’art. 640 bis c.p.) si intreccia con le recenti dinamiche legislative sulla prescrizione, uno degli istituti giuridici più riformati negli ultimi anni.
Il combinato delle riforme Bonafede e Cartabia prevede che la prescrizione si blocchi con la sentenza di primo grado, consentendo due anni per l’Appello e uno per la Cassazione. Come ricostruisce il Corriere, per il reato contestato a Santanchè (truffa aggravata), il termine prescrizionale è di 10 anni e mezzo dall’ultima erogazione illecita (febbraio 2022), con scadenza prevista a metà 2032. Anche nell’ipotesi di riqualificazione in indebita percezione di erogazioni pubbliche (art. 316 ter, prescrizione di 6 anni), la scadenza sarebbe primavera 2028.
LA RIFORMA NORDIO SULLA PRESCRIZIONE AIUTA LA MINISTRA?
La riforma Nordio sulla prescrizione, approvata già alla Camera e in accelerazione al Senato, abolirebbe le norme Bonafede e Cartabia, ripristinando il decorso continuo dal momento del reato.
Inevitabile, secondo Il Fatto Quotidiano, che la mente corra al caso Santanchè, specie alla luce dei recenti richiami all’urgenza della riforma: la coincidenza temporale tra l’accelerazione sul ddl e il processo Santanchè alimenta i sospetti sollevati dal giornale diretto da Marco da Travaglio su un presunto tentativo di salvataggio della ministra a mezzo di legge.
Per la ministra, la riforma sulla prescrizione si tradurrebbe in un decorso di sette anni e mezzo (non 10,5) per la truffa aggravata, con scadenza estiva 2027 per le prime condotte contestate e, in secondo luogo, la sospensione del termine prescrizionale solo qualora fosse condannata in primo grado, con 24 mesi per l’Appello e 1 anno per la Cassazione.
La norma, insomma, rischierebbe di favorire l’estinzione del reato se il processo superasse i tempi previsti, soprattutto in caso di assoluzione in grado d’Appello o Cassazione.
RINVII E CONFERME
Nel frattempo la difesa di Santanchè sembra già orientata a prendere tempo e perseguire le possibilità di rinvio a disposizione. In quest’ottica andrebbe letta, secondo molti, la sostituzione di uno dei legali, con cui la difesa della ministra ha guadagnato un rinvio dell’udienza di due mesi, ossia il periodo ritenuto necessario al nuovo avvocato per studiare gli atti. A scongiurare ulteriori rinvii e garantire la continuità al procedimento, intanto, è arrivata la conferma di Tiziana Gueli come gup, che, nonostante il cambio di incarico, continuerà a seguire il procedimento fino al rinvio a giudizio o all’archiviazione. Parallelamente, l’Inps ha revocato la costituzione di parte civile dopo il risarcimento di 126mila euro, attenuando il profilo accusatorio.