Una nota del Mur inviata al Fatto quotidiano mette ulteriormente in difficoltà la ministra Calderone e la sua versione sui titoli di studio conseguiti
“Avverto il dovere di informare quest’aula che nei minuti in cui noi eravamo qui a interloquire con la ministra Calderone, è arrivata una risposta ufficiale da parte del ministero dell’Università secondo cui ‘al momento del conseguimento della laurea triennale della ministra Calderone, l’Università link si configurava come istituzione straniera. I titoli emessi, quindi, non risultano nell’anagrafe dei laureati’. Questo significa che quello che ha sostenuto pochi minuti fa la ministra, dal punto di vista del ministero dell’Università e quindi del Governo, non è vero”. A riferire queste parole, nell’aula della Camera, è stato il deputato del Pd Arturo Scotto. Il quale ha poi aggiunto: “Chiediamo con urgenza di avere un’informativa della ministra dell’Università: vogliamo capire chi ha ragione”.
MENTRE LA MINISTRA CALDERONE SI DIFENDE AL QUESTION TIME…
Mettiamo un po’ di ordine. Il contesto: question time a Montecitorio. Soggetto: la ministra del Lavoro, la quale si è dovuta difendere dalle interrogazioni delle opposizioni a seguito dei dubbi sollevati dall’inchiesta del Fatto Quotidiano sui titoli di studio che la stessa Calderone dichiara di aver conseguito alla Link Campus di Roma: la laurea triennale che nel 2012 e la laurea biennale nel 2016.
La ministra si è difesa: “Ribadisco – ha puntualizzato al question time – che tutti i titoli di studio oggetto delle insinuazioni sono pienamente legittimi e conformi alla normativa vigente, come certificato anche dall’istituto universitario”. “Le tesi avanzate – ha aggiunto – oltre a presentare un’impostazione chiaramente pregiudiziale, si fondano su informazioni parziali e, in alcuni casi, manifestamente distorte. I titoli di studio oggetto delle insinuazioni, ha detto, sono stati “conseguiti secondo i percorsi previsti dall’ordinamento e in conformità con la normativa”.
Calderone ha precisato inoltre che “va sottolineato che l’interrogazione prende le mosse da una cosiddetta “inchiesta giornalistica” che, in realtà, si configura come una vera e propria operazione di dossieraggio: un’azione basata sull’estrazione e la diffusione illecita di dati personali, con evidenti finalità diffamatorie e strumentali”. (…) “Le procedure adottate dagli Enti menzionati nell’interrogazione – ha concluso – si sono svolte nel pieno rispetto delle regole, dei criteri di trasparenza, senza alcuna forzatura o irregolarità. Su questo non accetto illazioni e diffamazioni”.
…IL FATTO QUOTIDIANO PUBBLICA LA RISPOSTA DEL MUR GUIDATO DA BERNINI CHE SMENTIREBBE CALDERONE
E qui subentra la novità, negli stessi minuti in cui si stanno svolgendo le interrogazioni a Montecitorio. Scrive l’edizione online del Fatto quotidiano: “Dopo giorni di silenzio, interpellato il Ministero dell’Università e Ricerca Mur, pur tra molte riserve legate alla privacy, ha dovuto rispondere questo: “Al momento del conseguimento della laurea triennale (della ministra Calderone, ndr) l’università Link si configurava come istituzione straniera. i titoli emessi, quindi, non risultano nell’anagrafe nazionale dei laureati”. La ex “Libera Università di Malta” con decreto del ministro Gelmini il 12 settembre 2011, ratificato dalla Corte dei Conti il 28 ottobre 2011, viene riconosciuta come università italiana, dando così valore legale ai titoli di laurea che rilascia, e cambia da quel momento cambia nome in Link Campus. Dunque – è la conclusione del Fatto quotidiano – la sua laurea triennale è conseguita in un’università estera che non ha valore legale in Italia, per questo non risulta niente all’ANS, e non si capisce come possa aver conseguito la laurea biennale senza una laurea triennale valida in Italia per poter conseguire quella di secondo livello”.
LE OPPOSIZIONI ADESSO CHIAMANO IN CAUSA LA STESSA BERNINI
D fronte a questo nuovo elemento, le opposizioni non si fanno scappare l’occasione e rilanciano. Ora vogliono vederci ancora più chiaro chiamando in causa l’altra ministra, la titolare dell’Università, Anna Maria Bernini. Dopo le tensioni con la ministra Santanché (e sulle sue eventuali dimissioni), dopo le liti tra vicepremier (e non solo) sulla geopolitica, un’altra grana per la presidente Meloni.