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Erdogan Ue

Perché grazie a Trump Turchia e Ue sono più vicine

Dal controllo della sicurezza del Mar Nero e del Caucaso, all’industria delle difesa: tutti i dossier sui quali può tornare a intensificarsi la collaborazione tra Turchia e Ue

L’eterogenesi dei fini è quel processo per il quale a un’azione non corrisponde una reazione uguale e contraria ma produce effetti completamente diversi dalle intenzioni iniziali.

È quello che sta accadendo con l’impatto della presidenza Trump sui rapporti tra Unione europea e Turchia.

IL PROCESSO INFINITO DI AVVICINAMENTO DELLA TURCHIA ALL’UE

Quello turco è il più longevo e infruttuoso processo di avvicinamento all’Ue. Nel 1999 la Turchia è diventata un paese candidato a entrare nell’UE e, nell’ottobre 2005 sono iniziati i negoziati di adesione. Accordi che vivono una fase di stallo per lo meno dal giugno 2018 “a causa della continua regressione del paese in materia di democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali”, come riportano fonti Ue.

SILVIO BERLUSCONI, IL “MIGLIORE AMICO” DELLA TURCHIA IN EUROPA

L’ex Premier Silvio Berlusconi è stato tra i più sinceri “amici” della Turchia europea. Pochi giorni dopo la sua morte il Presidente Erdogan, del cui figlio Berlusconi è testimone di nozze, lo ha omaggiato di una lettera nella quale ha ricordato il loro rapporto di amicizia e leale collaborazione. “Il mio amico Berlusconi ha detto: “Adesso sei a casa del tuo migliore amico in Europa. Chiamerò i miei amici primo ministri nell’Ue e fungerò da tuo avvocato”. Durante il suo mandato, ha sempre sostenuto il nostro Paese nel processo di adesione all’Ue. La posizione forte e l’atteggiamento leale del mio caro amico hanno giocato un ruolo decisivo nella data del negoziato per la piena adesione – ha ricordato il leader turco -. Abbiamo avuto rapporti davvero proficui, sinceri e amichevoli con Berlusconi come i due primi ministri. Abbiamo approfondito le relazioni Turchia-Italia in ogni campo e consentito loro di raggiungere il livello più alto della storia. La partnership Turchia-Italia ha anche compiuto progressi significativi nel settore della difesa. Con la firma del contratto per l’elicottero Atak, Berlusconi ha fornito un serio supporto al nostro progetto Blue Stream Natural Gas Pipeline”.

DIFESA ED ECONOMICA: I TEMI DEL RIAVVICINAMENTO DELLA TURCHIA ALL’EUROPA 

Nella lettera che Erdogan ha scritto in memoria dell’amico Berlusconi ci sono almeno due temi che funzionano ancora oggi come propulsori dell’avvicinamento tra Turchia e Unione europea. Nel corso del webinar “Relations with Turkey under Trump 2.0”, tenuto da Evren Balta, docente in Comparative Politics & International Politics presso la Özyeğin University, Nicholas Danforth, Senior Non-Resident Fellow presso la Hellenic Foundation for European and Foreign Policy (ELIAMEP), Aslı Aydıntaşbaş, Visiting Fellow presso Foreign Policy, Center on the United States and Europe, The Turkey Project e Rich Outzenù, Non resident Senior Fellow presso l’Atlantic Council in Turkey, si è discusso dell’impatto della presidenza Trump sulle relazioni internazionali della Turchia. “I cambiamenti provocati dalla nuova politica estera degli Stati Uniti stanno portando a una ridefinizione delle relazioni bilaterali – ha detto Asli Aydıntaşbaş, esperta di Turchia presso il Brookings Institution –. Non si tratta più di un rapporto basato su valori e principi, ma su interessi comuni. A dominare è il pragmatismo. C’è il desiderio di collaborare di più, sia in ambito di sicurezza che economico”.

I SEGNALI DI RIAVVICINAMENTO TRA TURCHIA E UE

Negli ultimi tempi i segnali di riavvicinamento sono stati diversi: dall’incontro agostano del ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, con i colleghi europei a Bruxelles, alla visita della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ad Ankara e ha promesso nuovi aiuti per la gestione dei rifugiati.

IL MAR NERO, PRIMO TERRENO DI COLLABORAZIONE TRA TURCHIA E UE

Come suggeriscono Mustafa Aydin, professore di Relazioni Internazionali presso la Kadir Has University (Istanbul) e presidente dell’International Relations Council of Turkey, e la ricercatrice Asli Aydıntaşbaş, per l’Ue, alle prese con il mutamento delle politiche statunitensi e la sfida di contenere l’aggressività della Russia, una rinnovata cooperazione con la Turchia diventa essenziale. Il primo passo potrebbe essere la collaborazione nel Mar Nero, territorio nel quale Russia e Turchia condividono la loro influenza. La sicurezza nel Mar Nero e la stabilità nel Caucaso potrebbero fungere la stimolo iniziale della collaborazione tra Ue e Turchia che potrebbe estendersi, successivamente, ad altri settori come quello dell’industria della difesa.

L’INDUSTRIA DELLA DIFESA TURCA E LA COLLABORAZIONE CON L’UE

La Turchia è un Paese industrializzato, membro del G20 e ha il secondo più grande esercito della NATO, dopo quello degli Stati Uniti. “La Turchia di oggi non è più lo stesso partner che, due decenni fa, era desideroso di seguire la leadership degli Stati Uniti o di spingere per l’adesione all’UE – scrivono Aydin e Aydıntaşbaş -. È ormai una potenza regionale determinata a plasmare il proprio destino negli affari internazionali, pur avvicinandosi all’illiberalismo sul piano interno. Accettare questa realtà richiede all’UE di modificare il proprio approccio. I leader dell’UE dovrebbero guardare all’industria della difesa turca per sviluppare nuove partnership, soprattutto mentre gli Stati membri rafforzano le proprie capacità militari e l’Ucraina affronta una guerra con un coinvolgimento americano ridotto”. Del resto, il governo turco appare “interessato a espandere il ruolo della propria industria della difesa all’interno della nuova agenda dell’UE per la competitività economica e la produzione industriale”.

Nel suo intervento in Parlamento, l’ex premier Mario Draghi ha sottolineato la rilevanza del settore privato nell’ambito del nuovo capitolo della difesa europea. “L’UE e i suoi Stati membri dovrebbero costruire su collaborazioni già esistenti con le aziende della difesa turche. Paesi come Polonia e Italia, che hanno già forti legami con queste imprese, potrebbero guidare questo processo – scrivono ancora Aydin e Aydıntaşbaş -. L’industria manifatturiera della difesa turca potrebbe integrare la tecnologia avanzata europea, contribuendo ad aumentare la produzione industriale della difesa dell’Europa e a rafforzarne la sicurezza. Un riavvicinamento pragmatico tra Turchia e UE potrebbe rafforzare la capacità di entrambe le parti di contenere la Russia, obiettivo condiviso, e includere la Turchia nella futura architettura di sicurezza europea post-guerra in Ucraina”.

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