È il turno dell’US Agency for Global Media: un ordine esecutivo archivia gran parte delle attività dell’ente governativo che sovrintende a svariate emittenti nel mondo. Continua la campagna di smantellamento delle agenzie federali ritenute “non necessarie” dalla nuova amministrazione Trump.
Cala la scure dell’efficientamento anche su Voice of America, Radio Free Europe, Radio Martì e altre storiche emittenti radiofoniche che per decenni hanno rappresentato la voce dell’Occidente soprattutto in quei paesi dove la libertà di stampa è limitata o inesistente.
A stabilirlo è il presidente degli Stati Uniti in persona, con un ordine esecutivo datato 14 marzo 2025, nel quale si dispone la riduzione al minimo delle funzioni dell’Agenzia statunitense per i Media globali (USAGM), che sovrintende alle attività di numerosi media impegnati nella difesa della democrazia e della libertà d’informazione nel mondo.
CHE COS’È LA US AGENCY FOR GLOBAL MEDIA
Nota come Broadcasting Board of Governors fino al 2018, quando ha assunto l’attuale denominazione, la US Agency for Global Media è un’agenzia indipendente del governo degli Stati Uniti nata con l’obiettivo di trasmettere notizie e informazioni a livello globale, coordinando una rete di emittenti radiotelevisive in grado di raggiungere 427 milioni di persone in tutto il mondo.
Dal 1999 supervisiona i programmi di emittenti radiotelevisive di rilievo mondiale, tra le quali Voice of America (VOA), attiva dal 1942, che trasmette notizie in oltre 40 lingue. Poi c’è Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL), che si concentra sull’Europa orientale, l’Asia centrale e il Medio Oriente, fornendo notizie indipendenti in contesti dove i media locali spesso subiscono pressioni governative.
In Oriente è operativa attraverso Radio Free Asia (RFA), che trasmette, tra gli altri, in Cina, Corea del Nord, Vietnam e Myanmar, dove la censura statale è molto forte. Nel mondo arabo, invece, gestisce i Middle East Broadcasting Networks (MBN), che comprendono l’emittente televisiva Alhurra TV e la radio Sawa, entrambe focalizzate su tematiche regionali. Per Cuba esiste l’Office of Cuba Broadcasting (OCB), che trasmette attraverso Radio Martí e TV Martí, due canali pensati per fornire un’alternativa alle informazioni controllate dal governo cubano.
Infine, l’USAGM finanzia l’Open Technology Fund, un programma creato per sviluppare e supportare tecnologie open-source che favoriscono la libertà di espressione, la privacy e la sicurezza online, con applicazioni in Cina, Iran, Russia, Medio Oriente, Asia Centrale e America Latina.
“US AGENCY FOR GLOBAL MEDIA? UNNECESSARY”
La riduzione delle attività dell’USAGM non è certo un caso isolato: la nuova amministrazione Trump sta tirando dritto sullo smantellamento degli affari americani oltreoceano – basti pensare a quanto accaduto con USAID e persino con le basi militari – che secondo il presidente non sarebbero più così utili per il nuovo corso intrapreso dagli Stati Uniti.
Tra i volti simbolo della campagna contro l’USAGM c’è la fedelissima di Trump Kari Lake, ex anchor tv diventata uno dei falchi del tycoon nella guerra contro i media – che peraltro proprio in questi giorni ha lanciato l’idea di annullare i contratti pubblici con France-Press, Reuters e Associated Press. Già protagonista di una polemica contro Voice of America nel pieno della pandemia, ne è diventata direttrice a dicembre, con un annuncio che sapeva già di commissariamento.
In un video diffuso per spiegare le ragioni del provvedimento, Lake ha denunciato l’ingente spreco di denaro pubblico che ci sarebbe dietro l’affitto del grattacielo sede dell’USAGM.
MUST SEE: America, how do you feel about leasing a fancy Washington DC high-rise for a quarter of $1 billion?
That’s exactly what the last administration did at the US Agency for Global Media.@KariLake exposes waste & corruption, and will work to root it out.
WATCH & SHARE!… pic.twitter.com/8Zs5XhKV3I
— Kari Lake (@KariLake) March 14, 2025
Già un mese fa era stato Musk a chiarire a mezzo tweet le motivazioni alla base dell’assalto a Voice of America e alle emittenti. A partire da quel momento, l’USAID ha progressivamente ridotto le proprie attività, posto il personale in congedo amministrativo e praticamente congelato la pubblicazione di news sul proprio sito ufficiale. Fino a quando non è apparso l’annuncio dell’entrata in vigore del nuovo ordine esecutivo, che fa riferimento anche a presunti finanziamenti a società specializzate in fake news e attentati alla sicurezza nazionale.
Yes, shut them down.
1. Europe is free now (not counting stifling bureaucracy). Hello??
2. Nobody listens to them anymore.
3. It’s just radical left crazy people talking to themselves while torching $1B/year of US taxpayer money. https://t.co/PnmN4erD91
— Elon Musk (@elonmusk) February 9, 2025
LE REAZIONI INTERNAZIONALI
La decisione ha suscitato preoccupazione tra i sostenitori della libertà di stampa. Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ) ha esortato il Congresso degli Stati Uniti a intervenire per proteggere l’USAGM, sottolineando l’importanza dell’agenzia nel fornire notizie non censurate in paesi dove la stampa è limitata, mentre Reporters Without Borders evidenzia il rischio sulla sicurezza dei singoli corrispondenti, tra cui nove giornalisti attualmente detenuti.
Ferma la condanna del fronte democratico, che ha diffuso una nota firmata da due suoi rappresentanti con ruoli nelle commissioni Affari esteri e Sicurezza nazionale in cui si pone l’accento sul danno strategico per gli Stati Uniti, che non saranno più in grado di contrastare la propaganda e la disinformazione, lasciando un vuoto informativo in regioni cruciali per gli interessi nazionali.