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Europa Serra

Qui si fa l’Europa o si muore? Chi scende in piazza dopo l’appello di Michele Serra

Opposizione e maggioranza divise sull’appello dell’editorialista di Repubblica Michele Serra a scendere in piazza in sostegno dell’Europa e dell’Ucraina. FdI e Lega tacciono mentre più possibilista è Forza Italia. I M5S è silente. Il fronte sindacale è compatto e scenderà in piazza senza bandiere

Qui si fa l’Europa o si muore. L’appello arriva “dall’alto”, un editoriale firmato da Michele Serra sulle colonne di Repubblica, e si propaga fino “al basso” della piazza chiamata, il prossimo 15 marzo, a riempirsi per affermare che l’Europa esiste. È viva. E non ha paura di lottare.

L’APPELLO DI MICHELE SERRA PER LA MANIFESTAZIONE PRO EUROPA E PRO UCRAINA

“Che fine farà l’Europa, che oggi ci appare il classico vaso di coccio tra due vasi di ferro, per giunta ricolmi di bombe atomiche – si chiede l’editorialista di Repubblica -? Sopravviverà la way of life europea a questa stretta, che mette in discussione ciò che banalmente chiamiamo democrazia, ovvero separazione dei poteri, diritti e doveri uguali per tutti, libertà religiosa e laicità dello Stato, pari dignità e pari serenità per chi è al governo e chi si oppone?”.

LA (TROPPO?) COSTOSA PACE IN UCRAINA

Le motivazioni della manifestazione sono nell’inversione di marcia imposta alla strategia di politica estera statunitense dall’elezione del presidente Donald Trump. Il tycoon in campagna elettorale ha promesso di porre fine alla guerra in corso da tre anni tra Ucraina e Russia. “Pace” è una bella parola, però, solo se il suo prezzo rispecchia i costi pagati sinora. Lasciare l’Ucraina senza armi, depredarla delle sue ricchezze, fare fuori dal tavolo delle trattative i 27 paesi dell’Unione, che sinora sono stati tra i più fedeli alleati dell’Ucraina, umiliare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, appaiono un prezzo che non tiene conto dei circa 300mila caduti sul campo dal febbraio del 2022.

COS’È L’OCCIDENTE: TRA FUTURO DELL’EUROPA E SOSTEGNO ALL’UCRAINA 

“Esiste ancora il concetto politico-strategico di “Occidente” nel quale sono cresciute le ultime generazioni di — appunto — occidentali?”, si domanda ancora Serra. Ed è quell’Occidente che l’editorialista di Repubblica chiama a scendere in piazza per “una manifestazione di sole bandiere europee, che abbia come unico obiettivo (non importa quanto alla portata: conta la visione, conta il valore) la libertà e l’unità dei popoli europei, avrebbe un significato profondo e rasserenante per chi la fa, e si sentirebbe meno solo e meno impotente di fronte agli eventi”.

PD: SÌ A MANIFESTAZIONE DI SERRA. ALL’EUROPA SI CHIEDE REVISIONE PROCESSO DECISIONALE E NUOVI INVESTIMENTI

Tra i primi a rispondere c’è stato il Partito Democratico. La formazione di Schlein, di fatto schiacciata da una maggioranza governativa che gode di un consenso in crescita dopo due anni e mezzo di governo, ha l’occasione di posizionarsi in maniera chiara su un tema ad alto valore emotivo. E avanza due richieste. “Due sono le urgenze. Anzitutto occorre superare la regola dell’unanimità, con cui non funziona nemmeno un condominio – si legge sul sito del Partito Democratico -. Non è possibile permettere ai veti dei singoli Stati, da sempre gelosi delle proprie competenze e magari oggi alleati di Trump o Putin, di bloccare gli avanzamenti europei necessari. [..] E poi serve un nuovo grande piano di investimenti comuni come il Next Generation Eu di almeno 800 miliardi all’anno per puntare all’autonomia strategica dell’Unione: sul piano sociale e di riduzione delle diseguaglianze, sul piano industriale e di conversione ecologica, di ricerca e innovazione digitale, e pure sulla politica estera e la difesa comune (cosa ben diversa dalla corsa al riarmo dei singoli Stati europei).”. Il PD accusa il governo italiano di essere ambiguo sulla questione ucraina “con la presidente Meloni che non sa scegliere tra la bandiera dell’Europa e il cappellino di Trump”.

L’OPPOSIZIONE DIVISA SULLA MANIFESTAZIONE PRO UCRAINA E PRO EUROPA

Non è ambigua, invece, l’opposizione. Che appare ed è spaccata. Se accanto al PD ci sarà il centro presidiato da Azione di Carlo Calenda («Lo spettacolo aberrante dato da Trump e Vance alla Casa Bianca dimostra che gli Usa sono con Putin, nemici dell’Europa e dell’Ucraina»), +Europa, Italia Viva di Matteo Renzi («bravo Serra, l’Europa è una necessità»), la sinistra di Avs con Nicola Fratoianni («giusto reagire contro il tecnocapitalismo») e Angelo Bonelli («Vogliamo un’Europa che costruisce la pace») a mancare sarà il M5S.

I pentastellati da sempre hanno una posizione diversa, rispetto al PD, sulla guerra in Ucraina. Giuseppe Conte, tra l’altro, ha chiamato da poco una manifestazione contro il governo per il prossimo 5 aprile. “Non confondiamo le piazze – ha detto Conte -. Il tema non è quindi tanto solo la chiamata alla piazza quanto la domanda ineludibile: quale Europa vogliamo”.

I POSSIBILISTI DI FORZA ITALIA E IL SILENZIO DI LEGA E FDI SULLA PIAZZA PRO EUROPA DI SERRA

Più cauto l’approccio della maggioranza. Se tutto tace dalle fila di Fratelli d’Italia e dalla Lega, qualche voce possibilista arriva da Forza Italia. Alessandro Cattaneo si è detto favorevole a “tutte le forme dove si esaltano i valori della democrazia” quindi “ben venga questa iniziativa, l’importante – ha aggiunto l’azzurro – è che sia una manifestazione costruttiva e che nessuno ci metta il cappello per strumentalizzarla”. Favorevole alla mobilitazione anche Giorgio Mulè, che ha definito l’idea di Serra “molto suggestiva” e Rita Dalla Chiesa.

LE ADESIONI BIPARTISAN DEI SINDACI

Molti i sindaci, dei diversi schieramenti, che hanno aderito alla proposta: Luigi Brugnaro, Giuseppe Falcomatá, Vittoria Ferdinandi, Maria Luisa Forte, Sara Funaro, Roberto Gualtieri, Roberto Lagalla, Vito Leccese, Matteo Lepore, Stefano Lo Russo, Gaetano Manfredi, Beppe Sala, Daniele Silvetti, Massimo Zedda.

I SINDACATI PER L’EUROPA

Sul fronte europeista anche i sindacati. La Cisl è stata la prima ad aderire alla proposta. “L’appello di Michele Serra a scendere in piazza per lanciare uniti questo grido, senza strumentalizzazioni, senza vessilli di parte, è più che opportuna: è necessaria e urgente – ha scritto la neo leader della Cisl, Daniela Fumarola in una lettera a Repubblica -. Senza bandiere, se non quella stellata dell’Unione, ma con le proprie idee”. Ad aderire alla manifestazione anche la CGIL e la UIL, insieme a Legacoop e a Base Italia di Marco Bentivogli.

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