Vari commentatori sulla stampa sottolineano come a sorridere dallo scontro tra il tycoon americano e il presidente ucraino alla fine sia soltanto lo ‘zar’ russo
Brinda Putin, gongola Putin, vince Putin, gode Putin, sorride Putin. Sono vari i commenti e gli editoriali sulla stampa, nel day after del violento scontro tra Trump e Zelensky, che guardano al Cremlino e alle conseguenze della rissa verbale avvenuta nello studio ovale della Casa Bianca, episodio destinato a rimanere nella storia.
Dal Corriere della Sera al Giornale fino ad Avvenire, l’analisi è unanime: lo ‘show’ a favore di telecamere dei media internazionali alla fine dei conti è stato un assist allo ‘zar’ russo.
PER RAMPINI “IL ROUND HA UN SOLO VINCITORE: PUTIN”
“Questo round ha un solo vincitore, Putin” scrive l’editorialista del Corriere e grande conoscitore degli Usa, Federico Rampini. “La rissa verbale e la «cacciata» di Zelensky dalla Casa Bianca. Il mancato accordo sui minerali. La cancellazione della conferenza stampa. Peggio non poteva andare. L’Ucraina rischia di perdere il suo alleato più importante, insostituibile. L’Europa vede avverarsi i timori più cupi: le alleanze sono fungibili per Trump. Dopo aver mollato Kiev al suo destino, tocca all’asse atlantico?”, si chiede Rampini.
“MOSCA GONGOLA” SCRIVE AVVENIRE
“Mosca gongola e parla di scontro «storico», mentre su tutta l’Ucraina risuonano le sirene d’allarme aereo” è l’incipit dell’editoriale di Nello Scavo su Avvenire. “In una settimana – sottolinea – è accaduto più di un decennio. Un giorno dopo l’altro Donald Trump è stato rintuzzato da Macron, da Starmer e infine da Zelensky, tra tutti il meno diplomatico. In un solo colpo la Casa Bianca aveva in mente di ottenere il sostanziale controllo delle preziose “terre rare” ucraine e il pieno mandato a negoziare la pace con Putin. Né l’uno, né l’altro. Il litigio tra il tycoon spalleggiato dal suo vice JD Vance e il leader ucraino Zelensky dice che la porta della Casa Bianca non è più aperta come un tempo. In Ucraina, dopo tre anni di guerra, le immagini che arrivavano da Washington hanno innescato uno psicodramma collettivo. Tra chi preconizza la reazione immediata e soddisfatta di Putin, e chi spera in chissà quale asso nella manica per Kiev”.
(…)
“Il timore di una risposta brutale di Mosca, legittimata dalle parole di un Trump in veste più di giocatore che di arbitro – evidenzia tra l’altro Scavo – offre all’opposizione ucraina l’opportunità di alzare la voce. «L’Ucraina non è una sola persona, è milioni di persone. Senza gli Stati Uniti non potremmo stare in piedi», dice Oleksyj Goncharenko, deputato della minoranza”.
SALLUSTI: “PUTIN CON POPCORN E VODKA A GODERSI LO SPETTACOLO DI ZELENSKY UMILIATO”
Anche Alessandro Sallusti si sofferma sui “venti minuti di rissa” e “poi la cacciata senza precedenti: «Torni quando sarà pronto»”. E aggiunge il direttore del Giornale nel suo editoriale: “Comunque uno la pensi, qualsiasi sia la cosa giusta da fare, vedere l’elefante calpestare il topolino non è stato un bello spettacolo. Non tanto nel merito, ma perché immaginiamo Putin, l’uomo che ha provocato questo macello, seduto sul divano al Cremlino con sul tavolino popcorn e vodka ghiacciata davanti alla tv a godersi lo spettacolo di Zelensky umiliato”.
Sallusti chiude con una amara riflessione e un auspicio: “Non sappiamo se Zelensky sia un novello Leonida che alle Termopili, a capo di trecento spartani, provò a fermare la potente armata persiana, o, viceversa, un «comico mediocre», come lo ha di recente definito il presidente americano. Chiunque egli sia, che piaccia o no, è il capo di un popolo da tre anni in guerra, che per la sua libertà ha già pagato un enorme prezzo in vite umane e che per questo meriterebbe un grande rispetto. Insomma, speriamo che Trump ottenga la pace attraverso un processo di pace, non un processo all’Ucraina”.