Arriva un’ennesima conferma sulla volontà di Trump di applicare nuovi dazi all’Ue per contrastare il deficit commerciale e rilanciare la produzione nazionale.
Durante la prima riunione del suo governo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’intenzione di introdurre a breve dazi del 25% “sulle auto e su tutte le altre cose”. Ha affermato inoltre che l’Ue si sarebbe approfittata degli Usa e che sarebbe stata creata con lo scopo di danneggiare l’economia americana.
COSA COMPORTANO I DAZI USA ALL’UE
L’America First Trade Policy annunciata dall’amministrazione Trump poggia sull’intenzione di controbilanciare il surplus commerciale favorevole all’Europa e proteggere la produzione nazionale dalla concorrenza straniera.
I dati parlano di un sopravanzo positivo di circa 48 miliardi di euro per l’UE nel 2023 tra beni (+157 miliardi) e servizi (-109 miliardi). Inoltre gli USA sono il principale partner commerciale dell’UE per quanto riguarda l’export e il secondo per le importazioni.
In questo scenario, una guerra commerciale tra Usa e Ue danneggerebbe entrambi i mercati. La recessione economica è un rischio concreto per l’Europa, dal momento che il costo del protezionismo si scarica sul prezzo al consumo.
Oltretutto i dazi hanno ripercussioni globali in un’economia interconnessa: dal rischio che altri Paesi colpiti dirottino i propri prodotti sul mercato europeo, mettendo a repentaglio la competitività degli attori comunitari, ai danni alle catene di approvigionamento, che ostacolano e rallentano la produzione.
Ma i dazi rispondono anche a una logica di ripensamento dei rapporti tra Paesi in chiave geopolitica: Trump intende negoziare condizioni favorevoli con i singoli Paesi in modo da ridurre la forza contrattuale degli interlocutori e portare al tavolo delle trattative i dossier internazionali che preoccupano la Casa Bianca, dalla questione energetica alla guerra in Ucraina.
LA RISPOSTA DI BRUXELLES ALL’ANNUNCIO DEI DAZI USA
La risposta di Bruxelles non si è fatta attendere: le istituzioni europee hanno hanno definito le tariffe annunciate come “illegittime e ingiustificate” assicurando che l’UE reagirà prontamente e con fermezza per proteggere le proprie imprese e i propri lavoratori. “L’Unione Europea rappresenta il più grande mercato libero al mondo e ha portato enormi benefici anche agli Stati Uniti” ha sottolineato un portavoce della Commissione europea.
L’UE potrebbe valutare l’adozione di contromisure tariffarie su prodotti provenienti dagli Stati Uniti, nel tentativo di riequilibrare gli scambi commerciali e tutelare i settori strategici colpiti dalla decisione.
La speranza di Bruxelles è di convincere Trump ad allentare o a revocare le misure acquistando dagli Usa più Gas naturale liquefatto – il che consentirebbe al contempo all’UE di liberarsi definitivamente dalla dipendenza energetica nei confronti della Russia – e armi, necessarie a costituire la discussa forza di difesa europea.
SU QUALI MERCI SI APPLICHEREBBERO I DAZI ALL’UE
A partire dal 12 marzo, saranno applicate tariffe del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio, misure che potrebbero colpire per quasi 30 miliardi di export dell’Unione Europea. Secondo Eurofer, si parla di 3,7 milioni di tonnellate di esportazioni che andrebbero perse solo per quanto riguarda l’acciaio.
Da tempo anche il comparto automobilistico europeo è nel mirino delle politiche commerciali di Trump. Già a inizio febbraio il presidente aveva assicurato l’imminente applicazione di dazi, sempre nella fascia del 25%, su questo settore, lanciando spesso critiche dirette contro la Germania e le sue case automobilistiche.
Si stima che, su circa 8 milioni di veicoli importati negli USA lo scorso anno, una quota rilevante – pari a circa 4 milioni di unità – provenga da produttori europei. Se si assume un prezzo medio di 30.000 dollari per veicolo, il valore complessivo delle importazioni europee ammonta a circa 120 miliardi di dollari; pertanto, l’applicazione di una tariffa del 25% implicherebbe costi addizionali per circa 30 miliardi di dollari.
Tra gli altri settori nel mirino del presidente Usa, anche il comparto farmaceutico, altro pilastro dell’export Ue, e quello dei semiconduttori, che svolge un ruolo chiave nella corsa alle nuove tecnologie, area dominata da attori asiatici, ma in cui alcune aziende europee vantano una forte expertise.
I DAZI RECIPROCI
In un gesto che segna una nuova fase nell’escalation delle tensioni commerciali, Trump ha recentemente incaricato una task force congiunta dei ministeri del Tesoro e del Commercio di elaborare una formula innovativa per “dazi reciproci”.
Questo strumento, che potrebbe entrare in vigore già dal 2 aprile, prevede l’imposizione di tariffe su base Paese per Paese, calcolando le barriere che ciascuna nazione erige contro i prodotti “made in USA”.
La proposta mira a considerare non solo le barriere tariffarie classiche, ma anche quelle non tariffarie, come l’IVA applicata in Europa, che l’amministrazione ha esplicitamente definito discriminatoria.