Ecco perché Andrea Stroppa accusa di ‘inciucio’ FdI con il Pd sul ddl sullo spazio. Il provvedimento la prossima settimana sarà in discussione in Aula alla Camera
Il referente in Italia dell’uomo dello spazio rischia di far scoppiare metaforicamente una ‘guerra spaziale’ all’interno della maggioranza di governo.
STROPPA: “FDI FA INTESA COL PD SUL DDL SPAZIO, NON CI CHIAMI PIU’”
“Intesa PD-FdI. Bene, si vuole far passare Starlink e SpaceX (che, tra l’altro, ha lanciato missioni per l’Italia accelerando le tempistiche per dare una mano) per i cattivi. Agli amici di FdI: evitate di chiamarci per conferenze o altro”. Questo è il ‘missile’ sparato sui social, ovviamente su X, da Andrea Stroppa, il professionista italiano più vicino a Elon Musk, nei confronti del partito guidato da Giorgia Meloni.
Intesa PD-FdI.
Bene, si vuole far passare Starlink e SpaceX (che, tra l’altro, ha lanciato missioni per l’Italia accelerando le tempistiche per dare una mano) per i cattivi. Agli amici di FdI: evitate di chiamarci per conferenze o altro. pic.twitter.com/6HIAfzIY5e
— Andrea Stroppa 🐺 Claudius Nero's Legion 🐺 (@andst7) February 26, 2025
Stroppa ha rilanciato una notizia relativa al disegno di legge in materia di spazio, calendarizzato per la prossima settimana alla Camera, su cui ieri i dem hanno rivendicato che “grazie alle proposte e agli emendamenti del Pd sottoscritti anche da M5S e Avs, Azione, nell’articolo 25, quello che definisce la riserva di capacità trasmissiva nazionale, viene introdotto il tema della salvaguardia della sicurezza nazionale e del ritorno industriale per il sistema paese”.
IL PD: “L’ITALIA SUI SATELLITI NON SIA SOTTO RICATTO DI UN PRIVATO STRANIERO”
Il punto focale del problema, a detta delle minoranze, riguarda la parte della normativa del disegno di legge del governo sulla cosiddetta “Space economy” che consentirebbe ad operatori stranieri di avere un ruolo nei sistemi di comunicazione digitale. “L’Italia – hanno spiegato i parlamentari dem in una nota – non dovrà mai essere messa sotto ricatto da un soggetto privato straniero che fornisce le connessioni satellitari: questo provvedimento era nato in un’altra era geopolitica ci auguriamo che le vicende che stanno avvenendo in queste ore in Ucraina aprano gli occhi a tutti sulla necessità di inserire paletti chiari e inequivocabili”. Un ragionamento che porta al ruolo di Elon Musk e al sistema di telecomunicazioni satellitari Starlink.
COSA PREVEDE IL DDL SPAZIO SULLA SPACE ECONOMY
Il testo del provvedimento parte dalla necessità riconosciuta che gli Stati europei si dotino di una normativa di settore dopo i significativi progressi tecnologici che hanno portato al coinvolgimento di attori economici privati nelle missioni spaziali e alla visione dello spazio sia come mercato che come fenomeno economico.
Il cuore della questione è che l’economia spaziale sta vivendo uno sviluppo significativo e continuerà a farlo nei prossimi decenni, richiedendo quindi un supporto normativo sia per gli investimenti pubblici sia, e soprattutto, privati. L’obiettivo del ddl è di regolamentare l’intera gamma di attività spaziali svolte da operatori di qualsiasi nazionalità sul territorio italiano, nonché le attività spaziali condotte da operatori italiani all’estero, in attuazione del Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967, anche definito Outer Space Treaty (OST). In un panorama globale sempre più dinamico, caratterizzato da investimenti privati senza precedenti.
Il disegno di legge del ministro Adolfo Urso è stato approvato dal Consiglio dei ministri per colmare un vuoto normativo. Secondo quanto sintetizza la relazione, il ddl “stabilisce un quadro normativo per le attività spaziali private, introducendo un regime autorizzativo che richiede agli operatori di ottenere permessi specifici per condurre operazioni nello spazio, col fine di stimolare gli investimenti nel settore spaziale, favorendo la partecipazione delle piccole e medie imprese e delle start-up innovative attraverso deroghe al codice dei contratti pubblici”.
In tale contesto – si legge sul sito del Ministero delle Imprese e Made in Italy – viene prevista la necessità di un’autorizzazione sia per gli operatori stranieri che intendono condurre attività spaziali dal territorio italiano, sia per quelli nazionali che operano da un territorio estero. Sono esenti dall’obbligo le attività spaziali già autorizzate da un altro Stato, se riconosciute in Italia in base a trattati internazionali.
L’Asi è incaricata della vigilanza sugli operatori: in caso di non rispetto delle disposizioni di legge o degli impegni presi, l’autorizzazione sarà revocata. L’Agenzia si occuperà anche dell’immatricolazione nel Registro nazionale degli oggetti lanciati nello spazio extra-atmosferico per i quali l’Italia è Stato di lancio.
Inoltre “viene introdotto un sistema di responsabilità civile per i danni causati da oggetti spaziali, con obblighi assicurativi per gli operatori privati, garantendo così una copertura finanziaria adeguata”.
Il provvedimento istituisce anche un Fondo per l’economia dello spazio per sostenere progetti innovativi e migliorare le capacità produttive del settore spaziale italiano. E’ prevista inoltre l’elaborazione di un Piano Nazionale per l’economia dello spazio, con un orizzonte di almeno cinque anni, che includa l’analisi, la valutazione e la quantificazione dei fabbisogni del comparto, per individuare gli investimenti finanziabili attraverso risorse pubbliche e contributi privati.
L’ITER DEL DDL SPAZIO
Il provvedimento del governo è stato approvato a giugno 2024 in Cdm e presentato alla Camera il 10 settembre scorso, e la Commissione Attività produttive ha iniziato ad esaminarlo il 30 ottobre. Per tutto il mese di novembre, fino all’11 dicembre, si è svolto un ampio ciclo di audizioni, in cui sono intervenuti rappresentanti del mondo produttivo Italiano, della Difesa, delle realtà di ricerca e accademiche, e lo stesso ministro Adolfo Urso che, l’11 dicembre, si è detto disponibile ad accogliere una serie di integrazioni e modifiche suggerite nelle audizioni. Il provvedimento a partire da lunedì 3 marzo è stato calendarizzato in Aula a Montecitorio per la discussione generale.