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Aci

Aci, perché è stato fatto fuori Sticchi Damiani e chi sono i nomi del nuovo corso meloniano

L’ex comandante generale dell’Arma dei carabinieri, Tullio Del Sette, in procinto – salvo sorprese – di essere nominato commissario straordinario dell’Aci. Per la futura presidenza in pole il figlio del presidente del Senato La Russa

Che non tirasse un’aria buona si sapeva sin dall’inizio. Che il destino di Angelo Sticchi Damiani alla guida dell’Aci («la lobby più potente d’Italia», copyright di Pier Luigi Bersani) fosse segnato, era nei fatti.

Nonostante le resistenze, le forzature, gli scontri con alcuni membri del governo e i tentativi di accreditarsi con il nuovo corso meloniano, l’ingegnere Sticchi Damiani è stato dichiarato decaduto dal ruolo di presidente dell’Automobile Club d’Italia. Era stato eletto a ottobre per un quarto mandato (dopo 14 anni). Secondo il governo, invece, per l’Aci in quanto ente pubblico (a differenza delle altre Federazioni sportive) resta il limite dei tre mandati.

LA LETTERA DI ADDIO ALL’ACI DI STICCHI DAMIANI

E così si è arrivati all’addio, affidato a una lettera con allegata la deliberazione dell’assemblea che si è tenuta il 12 febbraio. “Un passaggio è fondamentale – scrive Repubblica che ha visionato la missiva di due pagine – per capire l’uscita turbolenta di Sticchi Damiani, in conflitto con il governo che da mesi l’ha messo nel mirino. “L’assemblea – si legge nel documento – delibera di indire una nuova procedura elettorale per l’elezione del presidente dell’Automobile Club d’Italia per il quadriennio 2025-2028 considerato che I’ente è stato invitato a procedere tempestivamente dal decreto legge n. 208/2024”.

LA TAGLIOLA CON IL DECRETO VOLUTO DAL GOVERNO MELONI

“Il decreto in questione è quello voluto dall’esecutivo per escludere i vertici degli enti pubblici “che hanno anche natura di federazione sportiva”, come l’Aci, dalla possibilità di svolgere più mandati, di fatto senza paletti. Il limite massimo previsto dal decreto è tre”. Da ottobre Sticchi Damiani è al suo quarto mandato. Ecco perché è fuori.

Il divieto è accompagnato “dall’obbligo di indire nuove elezioni entro 45 giorni dal via libera del decreto in questione da parte del Consiglio dei ministri. Detto, fatto. I 45 giorni sono scaduti il 14 febbraio. Due giorni prima, l’assemblea ha dato seguito alla decisione del governo. Lui, Sticchi Damiani, si è astenuto. Poche ore dopo ha firmato la lettera per comunicare l’esito dell’assise e convocare quella che eleggerà il nuovo presidente”.

CHI E’ IL COMMISSARIO IN PECTORE, TULLIO DEL SETTE

E così, siamo arrivati già al post Sticchi Damiani. Che significa nuove elezioni e, prima, un periodo di commissariamento. La nomina del commissario straordinario di Aci dovrebbe arrivare entro la settimana, forse entro la giornata di mercoledì. A firmare il decreto dovrebbe essera la presidente del Consiglio Giorgia Meloni (oggi impegnata in un vertice a Parigi) o in alternativa il ministro dello Sport, Andrea Abodi.

Secondo quanto emerge, è quasi confermata, tranne sorprese dell’ultima ora, l’indicazione di Tullio Del Sette, già comandante generale dell’Arma dei carabinieri. A lui sarà affidato dal governo il compito di traghettare l’Automobile club d’Italia fino all’elezione di un nuovo presidente il prossimo 9 luglio.

Figlio di un appuntato dei carabinieri, Del Sette ha costruito una carriera militare iniziata nel 1970 all’Accademia di Modena. Ha ricoperto incarichi di crescente responsabilità, fino a diventare Comandante Generale dell’Arma nel 2015.

“Come capo ufficio legislativo del Ministero della Difesa per oltre sette anni – scrive il sito infodifesa.it – ha maturato una preziosa esperienza nell’ambito normativo e istituzionale. (…) Va ricordato che Del Sette ha affrontato e superato con piena assoluzione una complessa vicenda giudiziaria legata all’inchiesta Consip. Inizialmente indagato nel 2016, è stato completamente scagionato in appello nel giugno 2023, confermando la sua integrità morale e professionale. (… ) Dopo il congedo dall’Arma, ha continuato a servire le istituzioni presiedendo la commissione di studio sulla disciplina normativa del personale della Croce Rossa Italiana ausiliario delle Forze armate”.

GERONIMO LA RUSSA IN POLE COME NUOVO PRESIDENTE

Durante la fase di traghettamento, inizierà già la corsa per la futura presidenza. Le candidature dovranno essere presentate entro il 31 marzo; in pole per il vertice il presidente di Aci Milano e figlio del presidente del Senato, Geronimo La Russa e la direttrice dell’Aci di Roma, Giuseppina Fusco.

Il primo, scrive Giuseppe Colombo su Repubblica “piace alla maggioranza, in particolare a Fratelli d’Italia”, e non potrebbe essere altrimenti, aggiungiamo noi. Il secondo nome, Giuseppina Fusco, “dalla sua può contare su una lunga esperienza interna, ma non godrebbe della fiducia di Palazzo Chigi”.

Annota poi Filippo Santelli sempre su Repubblica: “I segnali di un nuovo vento politico sono iniziati lo scorso anno, quando il capogruppo leghista al Senato Romeo, vicinissimo a Salvini, ha iniziato ad attaccare l’Aci per la gestione dell’autodromo di Monza. Pare che Sticchi Damiani abbia fatto appello proprio al ministro dei Trasporti per non perdere la poltrona, visto che se la presidenza andrà a Geronimo La Russa, numero uno del club milanese e figlio di Ignazio, anche l’Aci finirà in quota ai rivali-alleati di Fratelli d’Italia. Non è servito, per l’ostilità del ministro delle Finanze Giorgetti e del governo nel complesso, che con un blitz di fine anno ha stabilito retroattivamente che l’Aci, cioè lui, non potessero andare oltre il terzo mandato”. La nuova era dell’Aci meloniana è in procinto di partire.

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