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Poste Italiane

Da Banco Bpm a Tim: il ruolo di Poste italiane

Poste italiane potrebbe entrare nel capitale di Tim (che ieri ha presentato il Piano strategico 2025 – 2027) e in quello di BPM. Movimenti che frenerebbero l’avanzata di capitali francesi nelle big italiane 

Poste Italiane potrebbe fare il suo ingresso nel capitale di Tim. L’operazione si configurerebbe come uno “swap”, uno scambio di partecipazioni tra Poste Italiane e Cassa depositi e prestiti. E avrebbe il desiderato effetto collaterale di frenare l’ingresso della francese Iliad nel capitale della telo italiana.

TIM: LO SWAP TRA POSTE ITALIANE E CDP

Il piano, come anticipato dal Corriere della Sera, prevederebbe che Poste rilevi da Cdp il 9,8% di Tim, per un valore di circa 660 milioni di euro. In cambio Poste lascerebbe a Cdp il 3,8% di Nexi per un controvalore di circa 200 milioni di euro, a cui dovrebbe aggiungere un conguaglio in denaro.

Nexi è l’azienda che offre servizi e infrastrutture per i pagamenti digitali nata dalla fusione di ICBPI (Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane) e CartaSi (marchio di Servizi Interbancari S.p.A, fondata nel 1985 su iniziativa di ABI).

I VANTAGGI PER POSTE E CDP

I vantaggi, come spiegano da via Solferino, sarebbero per entrambe le parti in causa. Cdp, da un lato, potrebbe convogliare le sue energie nel settore telco dedicandole unicamente a Open Fiber che insieme Fibercop (rivale che dovrebbe diventare un’alleata), dovrebbe dare vita alla cosiddetta “rete unica nazionale”. Dall’altro le permetterebbe di rafforzare la presenza in Nexi.

Inoltre, Poste “sarebbe un partner industriale e non finanziario”, spiega Repubblica. I vantaggi sono evidenti: dallo sviluppo di “Poste Mobile (contratto in scadenza, ora gestito da Vodafone-Fastweb)” a “nuove sinergie con Tim Enterprise”.

IL RUOLO DEL MEF: DOMINUS DI POSTE E CDP

Cdp, è utile ricordarlo, è una società per azioni a controllo pubblico, l’83% delle sue azioni sono detenute dal Ministero dell’economia. Il Ministero dell’economia detiene anche il 65% di Poste. Quindi, come rileva il Corriere, tali operazioni garantirebbero “un presidio governativo nel capitale della principale telco del Paese”. Tale ipotesi è ancor più accreditata se a questo quadro aggiungiamo l’interesse di Iliad per Tim, e della britannica Cvc per la quota del 23,75% del gruppo in mano alla francese Vivendi. Il Mef può decidere se intervenire e imporre una bandierina tricolore nella partita delle tlc.

IL PIANO STRATEGICO DI TIM 

Intanto, ieri sera il CdA di Tim ha approvato i preconsuntivi 2024 e il piano strategico 2025 – 2027. I risultati dell’ex monopolista sono in linea con le aspettative. “I ricavi totali di Gruppo ammontano a 14,5 miliardi di euro, in crescita del 3,1% anno su anno (+1,5% nel domestico a 10,2 miliardi di euro, +6,8% in Brasile a 4,4 miliardi di euro) – si legge nel piano -; i ricavi da servizi di Gruppo sono in crescita del 3,4% anno su anno a 13,5 miliardi di euro (+2,0% nel domestico a 9,3 miliardi di euro, +6,6% in Brasile a 4,2 miliardi di euro); in forte crescita l’EBITDA di Gruppo, che aumenta dell’8,3% anno su anno a 4,3 miliardi di euro (+8,3% nel domestico a 2,2 miliardi di euro, +8,3% in Brasile a 2,2 miliardi di euro)”.

Inoltre, “TIM Consumer ha registrato ricavi totali in crescita (+0,6% anno su anno) a 6,1 miliardi di euro”, “TIM Enterprise ha registrato ricavi totali pari a 3,3 miliardi di euro (+4,1% anno su anno)” e “TIM Brasil ha registrato ricavi pari a 4,4 miliardi di euro (+6,8% anno su anno), e un EBITDA After Lease pari a 1,7 miliardi di euro (+11,9% anno su anno), continuando nel percorso di crescita intrapreso nell’ultimo biennio grazie alla spinta del segmento
mobile”. Bene anche il fronte del contenimento dei costi “è stato raggiunto il 115% del target di riduzione di oltre 0,2 miliardi di euro previsto per il 2024”.

POSTE ITALIANE NELLA PARTITA ANIMA – BPM

Ma Poste Italiane è impegnata anche nella partita di BPM. Il “Consiglio di Amministrazione di Poste ItalianeS.p.A., presieduto da Silvia Maria Rovere, ha deliberato di trasmettere a Banco BPM Vita S.p.A. (“Banco BPM Vita”) una lettera di impegno ad aderire all’offerta pubblica di acquisto da quest’ultima lanciata sulle azioni ordinarie di Anima Holding S.p.A.”, si legge in un comunicato stampa dell’azienda.

ANIMA: UN GRUPPO DA 204 MILIARDI DI EURO

Anima Holding S.p.A. è la capogruppo del Gruppo Anima, quotata sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A., che ha il ruolo di indirizzo e coordinamento strategico del Gruppo. Nel suo complesso il patrimonio del gruppo è pari “a circa euro 204,3 miliardi, oltre a circa Euro 1 miliardo di patrimonio amministrato”, come riportato nel Resoconto intermedio di gestione consolidato al 30 Settembre 2024.

POSTE ITALIANE IN ANIMA: LE CONDIZIONI

L’impegno di Poste è subordinato ad alcune condizioni. La prima è che “il corrispettivo dell’offerta venga aumentato per adeguarlo all’andamento degli attuali prezzi di mercato”. La seconda è che Banco BPM Vita accetti la proposta di Poste “nonché all’assolvimento di tutte le condizioni di legge, inclusa la necessaria deliberazione di autorizzazione da parte dell’assemblea di Banco BPM S.p.A.”.

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