Gli attori dell’operazione e il complicato quadro macroeconomico. L’analisi dell’esperto di mercati finanziari Angelo Ciavarella
Negli ultimi tempi, l’OPS di Monte dei Paschi su Mediobanca ha acceso un vivace dibattito, che ha coinvolto investitori ed analisti finanziari. Le perplessità sull’operazione non mancano, soprattutto per le potenziali implicazioni che l’operazione potrebbe avere sul futuro del sistema bancario italiano.
Gli attori dell’operazione
Indiscussi protagonisti dell’OPS sono Delfin/Milleri e Caltagirone: due azionisti che vestono ruoli centrali in entrambi gli istituti di credito. È dunque chiaro che l’operazione potrebbe avere conseguenze che non si limitano al semplice riassetto bancario: l’interesse dei due attori è infatti concentrato su Generali.
Il complicato quadro macroeconomico
L’attuale scenario macroeconomico aggiunge ulteriori elementi di incertezza. Il sistema bancario sta infatti affrontando profonde trasformazioni, anche alla luce della progressiva riduzione degli interventi straordinari della BCE, con un tasso d’interesse atteso intorno al 2% entro la fine del 2025. In tale contesto, sono molte le banche che stanno ripensando i propri modelli di business.
L’esperto di mercati finanziari Angelo Ciavarella ha evidenziato come l’operazione di MPS non sia solo una manovra bancaria, ma una mossa più articolata. Secondo il noto analista, il vero obiettivo sarebbe Generali, più che Mediobanca.
“Questa non è una semplice operazione bancaria, ma una mossa complessa”, dice Angelo Ciavarella. “Il vero obiettivo sembra essere Generali, più che Mediobanca stessa, tuttavia i dati odierni del Net Interest Income (NII) di MPS spostano sicuramente il focus. Questo indicatore – che misura la capacità di una banca di generare profitti – sta mostrando i primi segni di criticità con un consensus 2025 al -9% che dovrebbe invogliare l’azienda a focalizzarsi maggiormente sul core business più che su una operazione complicata, andando ad acquisire una preda molto più grande di lei”
Dall’analisi di Angelo Ciavarella emerge anche quanto la comunicazione di Monte dei Paschi di Siena non sia in grado di diradare tutti i dubbi sulla valenza industriale del piano. A tutto ciò, fa eco la risposta di MPS a Mediobanca, che sottolinea il valore di Mediobanca senza la partecipazione in Generali.
È difficile comprendere la ragione per cui si debba valutare un’azienda non considerando il valore di un suo asset. Tale mossa si configura più come l’ennesimo passo interlocutorio in una partita a scacchi che sembra non avere mai una conclusione.
Prospettive e reazioni di mercato
Gli indicatori principali evidenziano una reazione attenta ma decisamente cauta da parte degli investitori, che monitorano l’evolversi dell’operazione in modo scrupoloso. Va considerato d’altronde che, stando ai prezzi di borsa di qualche giorno fa, la differenza tra i concambi dell’offerta di Monte dei Paschi ed i valori di borsa si è ulteriormente accentuata al 10,2%. Se quindi MPS volesse rilanciare con una componente cash su Mediobanca, sarebbe costretta a spendere 1,4mld di euro solamente per pareggiare i valori di borsa. A questi, se ne aggiungerebbero altrettanti per pagare un premio e parliamo dunque di cifre insostenibili, per una banca ancora convalescente.
Riflessioni conclusive
L’Offerta di Pubblico Scambio tra Monte dei Paschi e Mediobanca va oltre alla mera operazione finanziaria e potrebbe determinare una vera e propria trasformazione degli assetti bancari italiani. “La vera sfida – conclude Ciavarella – sarà dimostrare che questa mossa va oltre la contingenza e si colloca in una strategia di medio-lungo periodo che oggi nessuno vede”. Le autorità di vigilanza, dal canto loro, si esprimeranno in merito nei prossimi mesi.