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Enrico Pazzalli

Chi è Enrico Pazzali, il manager di Equalize al centro dell’inchiesta hacker

Il profilo di Enrico Pazzali, le amicizie a destra e il suo ritorno in Fondazione Fiera nel 2019 voluto da Attilio Fontana

Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano e figura di spicco nel panorama manageriale milanese, si trova al centro di una clamorosa maxi inchiesta giudiziaria della Dda di Milano. L’indagine, che venerdì scorso ha portato a quattro arresti e due sospensioni dal servizio, ha smantellato un network di presunti spioni guidato dall’ex super poliziotto Carmine Gallo, braccio operativo dello stesso Pazzali nelle sue vesti di titolare di Equalize, la società di investigazione perno di una attività di dossieraggio a livello industriale per i magistrati “inquietante” in quanto avrebbe potuto essere in grado di “tenere in pugno” cittadini e istituzioni” e “condizionare” dinamiche “imprenditoriali e procedure pubbliche, anche giudiziarie”.

Dagli atti dell’inchiesta emerge che nella rete dell’associazione con base in via Pattari, che avrebbe incassato un totale di oltre 3,1 milioni di euro di “profitti illeciti”, sono finiti migliaia e migliaia di nomi ma anche le più alte cariche del nostro Paese.

ENRICO PAZZALI, DALLA BOCCONI ALLA FIERA DI MILANO

Ma chi è Enrico Pazzali? Nato a Milano nel 1964, ha costruito una carriera nelle telecomunicazioni e nei servizi, per poi approdare al mondo pubblico e privato. Con una laurea in Economia Aziendale all’Università Bocconi, ha iniziato nel 1990 in Bull HN Information System Italy, per poi passare a Shell e Compaq. Tra il 2000 e il 2002 è Direttore Vendite Corporate in Omnitel (oggi Vodafone), e successivamente Direttore Centrale Strategic Marketing di Poste Italiane. La svolta verso il settore pubblico arriva nel 2005, con l’incarico di direttore centrale presso la Regione Lombardia.

Il salto di carriera più significativo di Pazzali è stato l’ingresso in Fiera Milano. Nel 2007 ne diventa direttore generale e, due anni dopo, amministratore delegato, posizione che manterrà fino al 2015. Durante la sua gestione, la Fiera trasferisce i padiglioni a Rho-Pero, liberando l’area centrale di Milano per grandi operazioni edilizie, e consolida il suo ruolo come polo attrattivo. Tuttavia, nel 2015, insoddisfazioni per i risultati economici e le tensioni con il presidente della Fondazione Fiera Michele Perini portano alla fine della sua permanenza in Fiera, segnando un momento difficile nella carriera del manager.

Nel 2019, a quattro anni dal suo allontanamento, Pazzali torna come presidente della Fondazione Fiera “con la benedizione del governatore lombardo Attilio Fontana” ricorda il Corriere della sera. Viene rieletto nel 2022. “Il Presidente della Fondazione – si legge sul sito – è nominato dal Consiglio regionale su designazione della Giunta, d’intesa con il Comune di Milano e sentite le più significative associazioni imprenditoriali presenti sul territorio regionale”.

La Fondazione, con un patrimonio di oltre 700 milioni di euro, supervisiona e sostiene le attività della Fiera e si posiziona come ente cruciale per lo sviluppo economico della regione.

I LEGAMI E LE RELAZIONI DI PAZZALI CON LA POLITICA

Quanto ai suoi legami e alle relazioni con la politica, ecco cosa scrive Repubblica: “Lui nasce come manager pubblico sotto l’ombra di Alleanza Nazionale, tendenza La Russa. Cresce poi benissimo nel variegato mondo del centrodestra milanese, sfumatura Lega, pur mantenendo una fama di tecnico e non di uomo di partito, di protagonista trasversale, mai portato a scontri duri e diretti.

Un esempio? Amico del presidente leghista della Regione Attilio Fontana, ma al tempo stesso decisamente non inviso al sindaco Beppe Sala, che cinque anni fa dà il benestare alla sua nomina a presidente di Fondazione Fiera Milano. Nel 2021, anche grazie all’ospedale allestito in Fiera all’epoca del Covid, Pazzali estrae un ambo vincente sulla ruota di Milano: Rosa Camuna e Ambrogino d’oro. La prima è l’onorificenza regionale e, vista la sua area di riferimento, non stupisce; la seconda è quella di un Comune a maggioranza di centrosinistra che non considera però certo il manager un avversario”.

LE ACCUSE E LA SOCIETA’ EQUALIZE

Nel 2018 Pazzali costituisce Equalize, società con il dichiarato obiettivo di consulenze nel settore delle tecnologie informatiche. L’inchiesta della magistratura, tuttavia, la descrive come strumento per attività di tutt’altro genere. Pazzali, pur rimanendo azionista principale, si dichiara estraneo alle presunte attività di dossieraggio della società. Secondo il giudice, infatti, il manager occupava un ruolo di rappresentanza, ma i dossier commissionati sarebbero stati usati per danneggiare “competitor e avversari politici” di Pazzali o persone a lui vicine. La difesa insiste sulla sua mancanza di coinvolgimento diretto.

COS’E’ EQUALIZE.. SECONDO EQUALIZE

Equalize è una società di investigazione che – come si legge sul sito – “nasce dal concetto di legalità come valore etico primario e precondizione per la crescita e per lo sviluppo del business aziendale. E’ in crescente aumento la consapevolezza di dover tutelare sempre di più l’economia dalle interferenze criminali e favorire la competitività delle imprese assumendo la legalità quale fattore di competitività aziendale e autentico acceleratore di sviluppo nelle economie di mercato. In tale ottica Equalize mette a disposizione della clientela le proprie competenze in materia di investigazioni maturate in pluriennali attività di indagini, tra le più articolate e sofisticate, svolte dai suoi professionisti in ambito istituzionale.

La mission – “Equalize – riporta sempre il sito della società – supporta la crescita e la sostenibilità del business in modo sicuro e consapevole, attraverso specifiche attività informative capaci di favorire la gestione aziendale. I nostri professionisti hanno competenze multidisciplinari, tecnologiche ma soprattutto una consolidata esperienza nel settore investigativo, hanno competenze distintive, multidisciplinari e tecnologiche, avendo maturato una consolidata esperienza nelle principali istituzioni in Italia e all’Estero. La condotta delle nostre attività costituiscono le fondamenta della nostra stessa reputazione e integrità. Questi elementi costituiscono le fondamenta della nostra stessa reputazione, della nostra integrità e condotta etica”.

Parole e attività che, ovviamente, vanno lette, rilette e interpretate oggi alla luce delle dure e pesanti accuse dei magistrati.

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