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Ecri

Cos’è l’Ecri, da chi è composta e perché critica l’Italia

La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa (Ecri) all’Italia: “Forze dell’ordine razziste sui migranti”

Le forze dell’ordine italiane “meritano rispetto, non ingiurie”. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non va per il sottile e ribatte frontalmente alla denuncia della Commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa (Ecri) la quale, nel suo rapporto sull’Italia aggiornato ad aprile 2024, scrive che le forze dell’ordine “fanno profilazione razziale durante le attività di controllo, sorveglianza e indagine, soprattutto nei confronti della comunità rom e delle persone di origine africana”.

STUDIO ECRI: “RAZZISMO DALLA POLIZIA IN ITALIA”

Inoltre, indica “critiche indebite che minano l’autorità dei giudici che decidono sui casi di migrazione” tra gli esempi negativi del confronto politico che “promuove una cultura di esclusione piuttosto che di inclusione dei migranti”. Secondo l’organo del Consiglio d’Europa, queste critiche “minano l’indipendenza della magistratura che tratta di questi casi, che deve essere invece rispettata, protetta e promossa”.

“Durante la sua visita in Italia, l’Ecri ha ricevuto molte testimonianze di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, soprattutto sulla comunità rom e sulle persone di origine africana”, si legge nel documento. Lo studio richiesto alle autorità italiane dovrà prefiggersi “l’obiettivo di individuare e affrontare qualsiasi pratica di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine”. Strasburgo valuterà quindi tra due anni se la raccomandazione sarà stata seguita.

“L’Ecri rileva con seria preoccupazione che il discorso pubblico italiano è diventato sempre più xenofobo negli ultimi anni e che i discorsi politici hanno assunto toni altamente divisivi e antagonisti, in particolare nei confronti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, nonché di cittadini italiani con background migratorio, rom e persone Lgbti”.

LE RACCOMANDAZIONI DELL’ECRI

L’organo anti-razzismo e intolleranza del Consiglio d’Europa, nel suo rapporto sull’Italia aggiornato ad aprile, raccomanda “che le figure pubbliche, compresi i funzionari di alto livello e i politici di tutti gli schieramenti, siano fortemente incoraggiati ad assumere una posizione tempestiva, ferma e pubblica contro l’espressione di discorsi d’odio razzisti e lgbti-fobici e a reagire con discorsi alternativi, nonché a promuovere la comprensione tra le comunità, anche esprimendo solidarietà a coloro che sono bersaglio di discorsi d’odio”. L’Ecri ritiene inoltre che “i partiti dovrebbero adottare codici di condotta appropriati che proibiscano l’uso di discorsi d’odio, invitino i loro membri e seguaci ad astenersi dal pronunciarli, appoggiarli o diffonderli e prevedano sanzioni in caso contrario”.

COS’E’ L’ECRI, COMMISSIONE EUROPEA CONTRO IL RAZZISMO E L’INTOLLERANZA

La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, creata nel 1993, lotta contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia, l’antisemitismo e l’intolleranza in Europa, alla luce della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, dei suoi Protocolli Addizionali e della relativa giurisprudenza. Principale attività dell’ECRI è il monitoraggio, Paese per Paese, dei fenomeni di razzismo ed intolleranza, sulla base di un sistema di visite periodiche a seguito delle quali viene pubblicato un rapporto con le conclusioni dell’ECRI e le raccomandazioni rivolte allo Stato. Tale monitoraggio è svolto in cicli di cinque anni e permette di analizzare ogni anno la situazione di 9/10 paesi.

Inoltre, l’ECRI elabora delle raccomandazioni di politica generale indirizzate a tutti gli Stati membri, nell’intento di fornire linee direttrici per l’elaborazione di politiche nazionali conformi agli standards previsti dal Consiglio d’Europa. Infine, imprescindibile per il radicamento di una cultura di tolleranza è la sensibilizzazione della società civile. A tal fine, l’ECRI organizza frequenti tavole rotonde, collabora con ONG e media ed elabora programmi di formazione ed informazione rivolti ai cittadini degli Stati membri.

COME VENGONO SCELTI I MEMBRI DELL’ECRI

L’Ecri è composta da esperti indipendenti designati dai Governi degli Stati membri del Consiglio d’Europa – uno per ciascuno dei 46 Stati membri. Gli esperti, in particolare, vengono designati dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, e monitorano i problemi di razzismo, xenofobia, antisemitismo, intolleranza e discriminazione per motivi quali la “razza”, l’origine etnica, il colore della pelle, la cittadinanza, la religione e la lingua.

Il Comitato dei Ministri è organo decisionale e composto dai Ministri degli Affari esteri di tutti gli Stati membri o dai loro delegati permanenti a Strasburgo. Il Comitato dei Ministri determina la politica dell’organizzazione, approva il suo bilancio ed il programma di attività.  I membri dell’ECRI partecipano alla revisione della legislazione, delle politiche e delle altre misure degli Stati membri e formulerà raccomandazioni al fine di rafforzarle e renderle più efficaci.

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