Non solo l’Italia, che potrebbe già ricevere il via libera dall’Ue a novembre, ma anche Germania, Francia e Belgio potrebbero chiedere l’estensione del Psb
L’ITALIA PRESENTA IL PSB A 7 ANNI A BRUXELLES: GIUDIZIO PREVISTO A NOVEMBRE
L’Italia ha presentato alla Commissione europea il proprio Piano strutturale e il Documento programmatico di bilancio (Dpb), con la richiesta di un’estensione a sette anni per l’aggiustamento dei conti. Questo piano sarà valutato secondo le nuove regole del Patto di stabilità, che mirano a garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche senza compromettere la crescita. La decisione della Commissione è attesa per la fine di novembre, insieme a una valutazione complessiva delle politiche di bilancio a medio termine. E sembra, come riferito dall’Ansa, che da Bruxelles dovrebbe arrivare luce verde alla richiesta di Roma.
L’Italia, da quanto filtra, ha approfondito, dettagliato e lavorato molto per definire nel piano, a supporto della richiesta di estensione, le riforme e gli investimenti, approfondendo anche punti già previsti nel Pnrr. Il confronto con l’esecutivo comunitario si è sviluppato nel dialogo tecnico nelle scorse settimane e mesi e l’esito atteso ora è positivo
L’ALLUNGAMENTO DEI TEMPI: UN’OPZIONE ANCHE PER LA GERMANIA
Oltre all’Italia, anche altri Paesi stanno valutando l’opzione di estendere i tempi del loro piano di aggiustamento. La Germania, nonostante il suo debito pubblico sia leggermente superiore al 60% del PIL previsto dai trattati, sembra intenzionata a chiedere un’estensione a sette anni, a causa delle difficoltà economiche che sta affrontando. Persino il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, solitamente favorevole a una rapida riduzione del debito, potrebbe accettare questa soluzione per evitare misure che aggravino la recessione. Tra l’altro la Germania ha chiesto alla Commissione Ue di poter presentare in ritardo il Piano strutturale di bilancio a medio termine previsto dal nuovo Patto di stabilità.
FRANCIA E BELGIO SI PREPARANO A CHIEDERE L’ESTENSIONE
Anche la Francia, che dovrebbe presentare il suo Piano strutturale entro la fine di ottobre come concordato, e il Belgio, che deve ancora formare un governo stabile, potrebbero unirsi all’Italia e alla Germania nella richiesta di un’estensione a sette anni. Tuttavia, altri Paesi come la Polonia, la Slovacchia e Malta, che si trovano in una situazione di deficit eccessivo, hanno scelto di aderire a un piano più rigoroso di quattro anni, che richiederà sacrifici maggiori.
LE REGOLE DELLA COMMISSIONE E L’IMPORTANZA DEL PNRR
La Commissione europea avrà sei settimane di tempo per esaminare i Piani strutturali dei Paesi membri e valutare se sono in linea con le regole stabilite. Per i Paesi che chiedono un’estensione a sette anni, come l’Italia, sarà essenziale dimostrare che le riforme e gli investimenti pianificati favoriscano la crescita economica e rendano più sostenibili i conti pubblici. La Commissione terrà conto anche degli investimenti già previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), con un’attenzione particolare alla sostenibilità finanziaria.
UN GIUDIZIO UNICO PER L’ITALIA E ALTRI PAESI A NOVEMBRE
La Commissione europea prevede di rilasciare un giudizio unico per diversi documenti, tra cui i Dpb e i Psb dei vari Paesi, a novembre. Questo pacchetto autunnale includerà anche le raccomandazioni sul deficit per i Paesi in procedura di disavanzo eccessivo, come l’Italia. Se i Paesi non riuscissero a ottenere l’estensione del piano a sette anni, dovrebbero adottare correzioni più severe in soli quattro anni, con impatti potenzialmente più dolorosi per l’economia.
LA SFIDA DEL RIENTRO DEL DEFICIT
L’Italia, insieme ad altri Paesi come la Francia, cerca di evitare una stretta eccessiva sulle finanze pubbliche nel 2025, che potrebbe rallentare la ripresa economica. Con una correzione distribuita su sette anni, invece, si potrebbe ottenere un aggiustamento più graduale, che permetta di mantenere una certa stabilità economica e di evitare misure troppo drastiche in un momento delicato.