Nel giorno in cui i quotidiani celebrano, chi più chi meno, la manovra economica tratteggiata da Giorgia Meloni è un editoriale sul Giornale destinato a far discutere e riguarda il caso Sangiuliano con un invito rivolto non solo ai giornalisti di fermare lo stillicidio contro l’ex ministro
I quotidiani di oggi dedicano ampio spazio, come è giusto, alla manovra economica. La notizia per la Stampa in prima è che dalle “banche arriveranno 3,5 miliardi” per quella che il Corriere della Sera definisce “un’intesa” e celebra Giorgia Meloni che dice: “avremo più coraggio della sinistra”. Di fatto, scrive Repubblica si tratta di “una tassa” sugli istituti di credito e sintetizza tutto Libero con il suo titolo: “Meno tasse, pagano le banche” che per il Domani è “un contributo alla propaganda della premier”.
APPELLO SUL CASO SANGIULIANO: “ORA BASTA”
Ma in questo giorno così denso di notizie, c’è anche il caso Albania con l’Europa che guarda con attenzione alla strategia italiana che il Manifesto definisce in prima “deportazione dei migranti”, spicca quasi in solitudine un appello scritto da Hoara Borselli sul Giornale diretto da Alessandro Sallusti destinato a far discutere e riguarda il caso Sangiuliano-Boccia che ha arroventato le pagine dei quotidiani questa estate e che ha avuto l’apice a inizio settembre con le dimissioni del ministro della Cultura.
NON TRASFORMIAMO IN TRAGEDIA VERA UNA FARSA
“Abbiamo assistito, e purtroppo continuiamo ad assistere a un pubblico linciaggio che non ha precedenti per invasività, sproporzione di motivazione – Sangiuliano non ha fatto male a nessuno se non a se stesso – e di forze in campo” si legge nell’editoriale. La Borselli rivela: “nelle scorse ore ho sentito al telefono Sangiuliano e mi sono impegnata a non riferite nulla di quello che mi ha detto. Ma mi sento di fare un appello a tutti i colleghi di ogni ordine, grado, di ogni orientamento politico: fermiamoci, fermatevi fino a che si è in tempo a non trasformare in tragedia vera e irreversibile ciò che in fondo è una farsa, per la quale Sangiuliano ha già pagato a sufficienza”.
SANGIULIANO STA MALE, LA LIBERA STAMPA SI FERMI
L’appello si conclude con Hoara Borselli che scrive: “Sono molto preoccupata per le condizioni psicologiche in cui si trova Gennaro Sangiuliano. Ci sono momenti e circostanze in cui anche la libera stampa dovrebbe fermarsi. Ecco, questo è uno di quelli”. Di certo questo editoriale è destinato a far discutere almeno per tre motivi, che si possono rintracciare nel dibattito che si è avuto sui media in queste settimane. Il primo riguarda le indagini in corso, sollevate proprio per un’iniziativa dell’ex ministro della Cultura e sulle quali sta indagando la magistratura (e di certo non si possono sottacere, così come quelle della Corte dei conti su un possibile peculato). Il secondo motivo, sembra banale e riduttivo, si può racchiudere nell’adagio di “chi è causa del suo male pianga se stesso” e, in un certo senso, se è vero quello che riporta la Borselli (e nessuno ne dubita) è chiaro che Gennaro Sangiuliano sta elaborando “il lutto” anche per aver perso in poche settimane non solo il suo ruolo nel governo ma anche tutto quello che aveva con fatica costruito in tanti anni di carriera.
NON UNA SOLA PAROLA SU BOCCIA, VITTIMA O CARNEFICE?
Il terzo motivo è che nell’editoriale di Hoara Borselli non vi è nessun riferimento, neanche una riga per Maria Rosaria Boccia. Anche lei fa parte di questa storia così grande, nel bene e nel male. Non sappiamo come si sente – rischia fino a 7 anni di carcere proprio per le accuse avanzate nei suoi confronti dall’ex ministro – ma se si dovesse mettere “un silenziatore” sulla vicenda dovrebbe essere anche per lei o no? Perché non si capisce se Boccia sia vittima o carnefice di questa strana storia che, questo sì, nessuno avrebbe mai voluto scrivere.