Durante l’operazione di terra israeliana nel sud del Libano contro Hezbollah le forze israeliane di difesa hanno aperto il fuoco contro tre basi della missione Unifil, nessun soldato italiano ferito
Situazione sempre più incandescente in Medio Oriente. Soldati israeliani hanno sparato contro il quartier generale e altre due basi di Unifil , la Forza di interposizione dell’Onu nel sud del Libano. Due caschi blu di nazionalità indonesiana sono rimasti feriti da un carro armato dell’Idf che ha sparato centrando una torretta di osservazione. Le loro condizioni non sono gravi.
NESSUN SOLDATO ITALIANO FERITO DAI COLPI DI ISRAELE
Nessuno tra i circa mille soldati italiani della missione delle Nazioni Unite è stato ferito, ha detto all’Ansa il portavoce di Unifil. Dopo che un drone ha sorvolato una delle basi, i colpi israeliani hanno preso di mira l’ingresso del bunker dove sono rifugiati i soldati italiani. Nell’attacco sono stati danneggiati i sistemi di comunicazione tra la base e il comando di Unifil a Naqura.
CROSETTO, CONTRO UNIFIL EPISODI INTOLLERABILI
Netta e decisa la protesta del ministro della Difesa italiani, Guido Crosetto. “Questi incidenti sono intollerabili – ha ammonito – devono essere accuratamente e decisamente evitati. Per tali motivi ho protestato con il mio omologo israeliano e con l’ambasciatore di Israele in Italia. Stamane ho trasmesso una comunicazione formale alle Nazioni Unite per ribadire l’inaccettabilità di quanto sta accadendo nel Sud del Libano e per assicurare la piena e costruttiva collaborazione dell’Italia a tutte le iniziative militari volte a favorire una de-escalation della situazione e il ripristino del diritto internazionale. La sicurezza dei militari italiani schierati in Libano rimane una priorità assoluta per me e per tutto il governo italiano, affinché i paecekeeper italiani continuino la loro opera di mediazione e di sostegno alla Pace e alla stabilità del Libano e dell’intera regione”.
PARIGI E ROMA RIUNISCONO I PAESI EUROPEI CONTRIBUTORI
Nel frattempo Parigi e Roma riuniranno i Paesi europei contributori di Unifil, tra cui Spagna e Irlanda, dopo che l’esercito israeliano ha sparato contro tre basi della missione Onu in Libano. Lo ha annunciato il ministero della Difesa francese.
COS’È UNIFIL, L’ORIGINE DELLA MISSIONE
La missione Unifil (United Nations Interim Force In Lebanon) risale al 19 marzo 1978 quando, in seguito a un attacco palestinese a Israele, le forze armate israeliane invasero il Libano occupandone la parte meridionale. Le risoluzioni ONU 425 e 426, con le quali fu costituita la missione, stabilirono la presenza di una forza di interposizione nel Libano meridionale, con il compito di verificare il ritiro delle truppe israeliane e fornire assistenza al Governo libanese. L’Italia partecipa alla missione sin dal luglio 1979 con uno squadrone di elicotteri dell’Esercito costituito da circa 50 uomini e 4 velivoli, con il compito di condurre missioni di ricognizione, ricerca e soccorso, trasporto sanitario e collegamento.
UNIFIL: IL RICHIAMO ALLA RISOLUZIONE ONU 1701 DEL 2006
Nel 2006 una nuova risoluzione ONU ha intensificato il lavoro del contingente italiano e ha creato una “Blu line” una zona cuscinetto tra Israele e il Libano demilitarizzata, nella quale le uniche armi ammesse sono quelle delle forze di sicurezza ONU. La risoluzione fu motivata da un nuovo attacco di Hezbollah ai danni di Israele, nel quale morirono alcuni soldati israeliani, e dal conseguente ingresso delle truppe israeliane in territorio libanese. “Con la Risoluzione 1701, dell’11 agosto 2006 – scrive l’Esercito Italiano -, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha previsto il potenziamento del contingente militare di UNIFIL con lo scopo di:
- monitorare la cessazione delle ostilità (permanente);
- accompagnare e sostenere le Lebanese Armed Forces (LAF) nel loro rischieramento nel Sud del paese, comprendendo la Blue Line, non appena Israele ritira le sue Forze Armate dal Libano;
- coordinare il ritiro delle IDF dai territori libanesi occupati ed il ridispiegamento delle LAF negli stessi territori una volta lasciati liberi dagli israeliani;
- estendere la propria assistenza per aiutare ad assicurare un corridoio umanitario alla popolazione civile ed ai volontari nonchè assicurare il rientro in sicurezza degli sfollati
- assistere le LAF nel progredire verso la stabilizzazione delle aree”.
IL RUOLO E L’IMPEGNO DELL’ITALIA NEL COMANDO DI UNIFIL
Il contributo italiano a UNIFIL è stato, prima dell’Iraq, l’impegno militare più gravoso del nostro paese. Unifil oggi conta circa 11.000 uomini, e l’Italia con circa un migliaio di soldati è il secondo paese contributore nel mondo, dopo l’Indonesia, e il primo contributore europeo, seguito da Francia e Spagna. I caschi blu italiani provengono – come scrive Repubblica – soprattutto dalla Brigata Sassari: sono agli ordini del generale Stefano Messina. La maggioranza del personale si trova nella base Millevoi di Shama.
L’impegno italiano in Libano rappresenta tra il 14-16% di tutto lo sforzo militare italiano al di fuori dei confini nazionali. La centralità del ruolo italiano in Libano è dimostrata dal fatto che per ben quattro volte un militare italiano ha ricoperto il ruolo di di Head of Mission: il Generale Claudio Graziano dal 2007 al 2012, il Generale Paolo Serra dal 2012 al 2014, il Generale Luciano Portolano dal 2014 al 2016 e, infine, il Generale di Divisione Stefano del Col dal 2018 al 2022. Oggi quell’incarico è svolto dallo spagnolo General Aroldo Lázaro Sáenz.