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Ismail Haniyeh

Cosa sappiamo di Ismail Haniyeh, il leader politico di Hamas ucciso a Teheran

Tensione alle stelle in Medio oriente dopo l’uccisione di Ismail Haniyeh, secondo Hamas a seguito di un raid aereo israeliano

La notizia si diffonde al primo mattino, ora di Israele, ed è di quelle che cambiano tutto: Ismail Haniyeh, leader dell’ufficio politico di Hamas, è stato ucciso, secondo l’organizzazione con un assassinio mirato a seguito di un raid aereo israeliano. Cambia tutto non solo perché Haniyehera il volto politico dell’organizzazione estremista al governo nella Striscia di Gaza, ma per il luogo e l’occasione: è morto a Teheran, dove si trovava per l’inaugurazione del neo presidente Mazud Pezeshkian, in una sfida diretta all’Iran.

L’uccisione di Haniyeh arriva poche ore dopo il raid che ha portato alla morte di Fuad Shukr, alias Hajj Mohsin, numero due di Hezbollah, considerato da Israele “responsabile dell’omicidio dei bambini di Majdal Shams e di numerosi altri civili israeliani”. E adesso, come teme il New York Times, c’è il rischio che la guerra travolga tutta la Regione.

CHI ERA ISMAIL HANIYEH

Ismail Haniyeh aveva 62 anni e dal 2017 era il capo politico di Hamas. Era nato in un campo profughi di Gaza, da genitori fuggiti dalla città di Asqalan dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948. Dal 2019 viveva a Doha, in Qatar (che gli aveva dato l’asilo politico), e in questi giorni – come ricostruisce l’Ansa – si trovava a Teheran per partecipare alla cerimonia di insediamento del presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Da giovane aveva studiato all’istituto al-Azhar e si era laureato in letteratura araba all’Università islamica di Gaza. Nel 1983 aderì al Blocco Studentesco Islamico, considerato un precursore di Hamas.

Ha scalato i ranghi del movimento diventando stretto collaboratore del co-fondatore, il defunto sceicco Ahmed Yassin. Haniyeh è stato in carcere in Israele a seguito delle manifestazioni di protesta nel 1987 e nel 1988: Nel 1992 è stato nuovamente arrestato e deportato assieme ad altri nel sud del Libano, tornando poi a Gaza: Inoltre è sfuggito a vari attentati. Nel 1993 è tornato a Gaza diventando preside nell’Università Islamica. La sua carriera politica lo ha visto occupare il ruolo di Primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese dal 2006 al 2007.

A causa delle forti tensioni interne – tra Abu Mazen e Hamas – fu quindi incaricato di costituire un governo di unità nazionale che però ebbe vita breve e si concluse con la presa della striscia di Gaza da parte di Hamas. Era sposato e aveva avuto 13 figli, tre dei quali sono stati uccisi durante un raid israeliano all’inizio dell’anno.

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