In vista delle elezioni anticipate in autunno, in Liguria il centrodestra deve trovare un nome condiviso, nella certezza che non si possa prescindere dalle scelte dell’ormai ex governatore Toti
Al via una settimana importante in Liguria. Ci lasciamo alle spalle le dimissioni dell’ormai ex governatore Giovanni Toti. La politica si sta già muovendo in vista delle elezioni anticipate in autunno, si ragiona su un ipotetico 27 ottobre o un eventuale election day del 17 e 18 novembre. Nel frattempo si attendono anche le prime decisioni in campo giudiziario che potrebbero riguardare proprio Toti e i suoi arresti domiciliari.
Se nel campo del centrosinistra c’è ampia condivisione sulla figura dell’ex ministro Andrea Orlando quale candidato del campo largo (anche se ovviamente si discuterà su modalità, perimetro dell’alleanza e del programma), maggiore fermento si registra sul fronte del centrodestra. Tra tensioni interne, locali e nazionali, fughe in avanti, cambi in corsa, di casacca e calcoli di partito.
LE SUGGESTIONI DI TOTI, TUTTO RUOTA INTORNO A LUI
In queste ore dovrebbe tenersi un primo confronto tra le varie anime del centrodestra con l’incognita Toti. L’ex governatore e i suoi fedelissimi, ovvero la sua lista, hanno un peso non trascurabile in Liguria. “La sua ‘suggestione’, così la definiscono – riferisce Paola Di Caro sul Corriere della Sera – sarebbe quella di candidarsi come capolista del suo movimento Cambiamo in tutte le circoscrizioni: una mossa fortissima, che ne farebbe uno dei kingmaker dell’operazione successione. Insomma bisogna parlare con lui” chiosa la giornalista del Corriere.
Repubblica fa riferimento anche al travaglio interno alla lista arancione, dovuto ovviamente anche alle incertezze legate alla vicenda giudiziaria.
I PAPABILI TOTIANI CANDIDATI ALLA PRESIDENZA, CRESCE CAVO E SPUNTA PICIOCCHI
“In area arancione – scrive Repubblica – rimangono da gestire gli strascichi sulla compattezza interna della complessa gestione dei tre mesi senza leader, con il dubbio su come strutturare una futura lista civica di coalizione e due fedelissimi del presidente su tutti – l’assessore Marco Scajola e la deputata Ilaria Cavo, la seconda in particolare nome forte per una candidatura a presidente – che sembrano scalpitare più di altri, né disdegnare i corteggiamenti degli altri partiti”.
In area civica, in realtà, nel borsino dei papabili candidati i nomi tornano e ritornano. “C’è sempre quello di Enrico Delfino, il rettore dell’Università, tra i primi a uscire e il primo a smentire un interesse alla corsa da presidente, ancora prima dell’arresto di Toti. Ci sono stati e tornano quelli di due amministratori di scuola totiana, il vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi e il sindaco di La Spezia Pierluigi Peracchini. “Solo suggestioni”, vengono definite per ora, per di più troppo legati a doppio filo con la stagione dell’ex governatore, ma tant’è”.
IL PRESSING SUL RETTORE DELFINO
Nomi che ricorrono anche sul Secolo XIX: tra cui il sindaco di La Spezia Peracchini e il vicesindaco di Genova Piciocchi, “e se il presidente dell’Ordine dei medici Bonsignore si sfila, i leader non hanno rinunciato al pressing sul rettore Federico Delfino”. C’è chi infatti – aggiunge La Stampa – non avrebbe perso la speranza di convincere il rettore dell’università di Genova. Un nome che fu sondato dai partiti di centrodestra prima che deflagrasse l’inchiesta per corruzione che ha coinvolto Toti, quando parte della coalizione era già convinta che non ci sarebbe stato un terzo mandato del presidente uscente. Delfino ha declinato, nonostante la giovanile passione per la politica. Ma non è escluso che un tentativo – magari romano – di fargli cambiare idea possa essere messo in atto nei prossimi giorni”.
RIXI CHE FA? FDI NICCHIA
In quota Lega si continua a difendere la volontà di Edoardo Rixi di non candidarsi, “anche se non si esclude – spiega Repubblica – una candidatura di “servizio” («Se Salvini fiuterà un’utilità della cosa, glielo chiederà: è l’unico a cui non può dire di no»). Mentre in FdI dove pure alla ricerca di un civico e per ora si smentisce una candidatura del coordinatore Matteo Rosso, si aspettano i prossimi passaggi romani. Ai numeri, la scelta del candidato toccherebbe a loro, ma il diktat meloniano arrivato da via della Scrofa è uno: per evitare di perdere un punto in una tornata regionale che pare già insidiosissima, ogni candidato forte sarà buono”. Saranno giornate infuocate per il centrodestra ligure, in tutti i sensi.